Ibm: il software cresce anche in periodi di crisi

Entro il 2010 il Software Group dovrà contribuire al 40-45% dei profitti del vendor. Dietro l’angolo nuove acquisizioni soprattutto in area Bi

L’attuale clima di incertezza economica sta portando sempre più aziende ad avviare attività di ottimizzazione e razionalizzazione It, progetti che in passato erano stati accantonati sull’onda di altre priorità tecnologiche e che in momenti di riduzione dei costi (e, quindi, di budget) diventano, invece, strategici.

«In generale – esordisce Gianfranco Previtera, vice president Software Group di Ibm Italia – stiamo assistendo a una crescita importante dei progetti di middleware, virtualizzazione e integrazione, tre temi che sul mercato stanno spingendo il business del software, caratterizzato quindi da un andamento tutto sommato positivo, soprattutto se confrontato con la sofferenza avvertita dal business dell’hardware e dei servizi, così come sostengono numerosi analisti».

Non sorprende, quindi, la dichiarazione del management Ibm in merito al contributo che entro il 2010 il Software Group dovrà dare al profitto della società e che si colloca attorno al 40/45%. «Oggi – ha continuato Previtera – siamo al 35%. Contiamo di raggiungere il traguardo sia attraverso una crescita organica sia tramite acquisizioni che seguiranno la doppia direttrice del completamento dell’offering dei prodotti con software di nicchia e dell’ampliamento della nostra presenza sul mercato in settori in cui non abbiamo il giusto posizionamento o non siamo presenti del tutto».

In particolare, la Bi sembra richiamare una forte attenzione in Ibm, che proprio su questo tema conta di completare con altre operazioni finanziarie un’offerta attualmente costituita dai prodotti acquisiti con Cognos. «Gli investimenti delle aziende – continua Previtera – non saranno solo focalizzati sulla virtualizzazione, ma anche su altri progetti strategici, che nelle banche, nel retail e nelle teco, saranno soprattutto rappresentati dalla conoscenza dei dati in tempo reale».

Strutturato sui cinque pilastri dell’Information Management, Websphere, Lotus, Tivoli e Rational, di cui il primo costituisce a oggi il blocco d’offerta più importante, il Sofwrae Group ha fatturato quest’anno in tutto il mondo 15,6 miliardi di dollari, facendo collocare Ibm sul gradino più altro del podio mondiale dei produttori di software (se si escludono i sistemi operativi). «Indiscutibilmente primi – aggiunge Previtera – siamo, poi, nel middleware. In Italia abbiamo addirittura il 27% del mercato contro i due successivi vendor collocati al 10%».

L’offerta è veicolata attraverso una diretta di 15.000 persone distribuite in tutto il mondo e un’indiretta di 30.000 partner, la metà dei quali iscritti al Partner World.
«Nel nostro Paese – commenta il manager – la struttura del Software Group conta 2.000 persone, 500 delle quali dedicate allo sviluppo, mentre il resto è dedito ad attività di sales, presale e servizi. I Business partner sono 500, 100 dei quali focalizzati e certificati sul software, per una veicolazione complessiva, se si escludono i grossi deal diretti, pari al 25% del nostro business. Un giro d’affari che sta registrando una crescita positiva da 15 quarter consecutivi e che si dimostra superiore a quella ottenuta a livello mondiale».

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