Ibm: dal software una mano per riemergere

Per Gianfranco Previtera il software è lo strumento anticrisi per eccellenza. Ma sul SaaS c’è del lavoro da fare.

Gianfranco Previtera, Vice president Software Group di Ibm, è portato a pensare che in un momento di stallo degli investimenti il software sia comunque un settore che riesce a crescere: «I clienti hanno una maggiore prudenza nell’avviare nuovi progetti. La decapitalizzazione ha effetto sulla riduzione dei budget. Le Pmi hanno il problema dell’accesso al credito. Sembra tutto negativo. Ma noi abbiamo una visione più positiva. L’incertezza è una spinta a ottimizzare. Oggi si può pensare a fare quei progetti di razionalizzazione che sono stati messi da parte. Ecco perché il software risente meno della crisi».

Previtera rileva una generale crescita del middleware, della virtualizzazione e degli stumenti per l’ottimizzazione del datacenter.

«E la Soa – specifica il manager – nel momento della razionalizzazione smette i panni della tecnologia di moda e diventa un’opportunità vera, anche per le imprese meno grandi».

Previtera ricorda anche come il Ceo di Ibm, Sam Palmisano, incontrando recentemente i più grandi clienti del mondo in Turchia, ha detto loro che il software nel 2009 sarà in grado di costituire il 40-45% dei profitti della società.

Quello del software per Ibm è un comparto che è cresciuto con le acquisizioni: «Siamo attenti alle tecnologie di nicchia o a dove non siamo presenti con il giusto posizionamento, come è stato per Cognos, che ha perfezionato la nostra posizione sulla Business intelligence».

Le prossime acquisizioni, rivela, non si limiteranno alla virtualizzazione, ma saranno orientate ad abilitare una nuova progettualità: «Parlo spesso con i capi azienda. Sono persone vogliono sapere cosa può accadere al loro business in tempo reale. Questo sarà il trend dei prossimi mesi in tutti i settori».

Nel complesso il software Ibm nel mondo oggi dà lavoro a 50mila persone: 15mila nella vendita, 20mila nei laboratori e gli altri di supporto.

In Italia sono 2mila. 500 sono nel laboratorio di Tivoli e ricevono dalla corporation lavori sempre più importanti.

In linea generale nel 2008 i settori che più hanno usufruito di software di Ibm sono stati la Pa, le Tlc, l’industria e il finance.

L’information management è stato il comparto dominante. Lotus, poi, ha fatto il 16esimo trimestre consecutivo di crescita, anche se, lamenta Previtera, «sono in azione lobby che tendono a screditarne il peso».

Riguardo il prossimo anno il manager si dice convinto che prenderà piede la razionalizzazione delle infrastrutture, con un focus particolare per quelle che riescono a bilanciare meglio consumi e computing.

«Potenzieremo – rivela Previtera – la nostra presenza in tutti settori di industria con le industry solutions, un mix fra software di base e applicativi, partendo dai punti di eccellenza per industria, come può essere la business intelligence per il Retail».

E riguardo il Software as a service? «In Italia ora è poco sviluppato, forse per mancanza di un’offerta integrata. Ma il SaaS è una delle direttrici che più svilupperemo con una focalizzazione enterprise, in chiave olistica. C’è del lavoro da fare».

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