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Huawei e Parole O_Stili al servizio della sensibilizzazione sui rischi legati alle tecnologie in rete

Il progetto SmartBus ha visto Huawei collaborare con l’associazione Parole O_Stili. Quanto è stata importante la sinergia fra un leader del settore ICT come Huawei e la società civile? Lo abbiamo chiesto a Fabio Romano, Head of Industry Ecosystem Development, Huawei Italia

Huawei fa parte da 19 anni del più ampio ecosistema dell’innovazione tecnologica in Italia. Siamo membri attivi della filiera delle Telecomunicazioni guidata da Asstel (Assotelecomunicazioni) e forniamo il nostro contributo, insieme agli altri attori della nostra industry, nei vari tavoli di lavoro sulle tematiche di innovazione, regolamentazione, cybersecurity, ecc.. Proprio Asstel stessa ci ha presentato l’Associazione Parole O_Stili, che da tempo è impegnata nell’ambito dell’educazione scolastica, con un focus sull’uso responsabile dei più comuni strumenti digitali (web, social, smartphone ecc.) tramite il loro Manifesto della Comunicazione non Ostile. Mettere insieme un esperto di tecnologia che sa valutare opportunità e rischi legati alle nuove tecnologie ed un esperto nell’ambito della comunicazione di certi valori è stato un connubio perfetto. In questo contesto, Parole O_Stili ha l’ambizione di diffondere l’attitudine positiva a scegliere le parole con cura e la consapevolezza che le parole sono importanti anche quando si è in Rete. Noi invece abbiamo l’ambizione, con il programma globale TECH4ALL, di porre la tecnologia al servizio delle persone e dell’ambiente con l’obiettivo di promuovere, insieme ai nostri partner, l’inclusione digitale delle persone e la conservazione della natura.

huawei smartbus

Le tecnologie possono essere fattori abilitanti, ma anche rappresentare una fonte di rischio se sfruttate senza adeguata formazione. Qual è l’approccio etico di Huawei da questo punto di vista?

L’azienda si impegna prima di tutto sul versante della formazione integrativa dei cosiddetti “digital talent”, che per noi sono gli studenti del presente e gli esperti e i manager del futuro. Dal nostro punto di vista le opportunità e i rischi vanno sempre bilanciati per trarre il massimo del beneficio da ogni progetto di trasformazione digitale, che a sua volta producono capacità di crescita e produttività delle imprese e del sistema Paese nel complesso. Abbiamo diversi programmi globali che mirano alla formazione dei più giovani, come ad esempio “Seeds For The Future”, che sono condotti ogni anno per accelerare la crescita dei ragazzi e per avvicinarli in maniera più rapida al mondo del lavoro con una formazione adeguata.

Il vostro impegno sul campo ha messo in luce una serie preoccupante di carenze formative e di consapevolezza in diversi livelli della società italiana. Quali suggerimenti potete offrire per migliorare la situazione?

Fabio Romano, Head of Industry Ecosystem Development, Huawei Italia
Fabio Romano, Head of Industry Ecosystem Development, Huawei Italia

Indubbiamente il viaggio itinerante fatto con lo SmartBus sul territorio ci ha permesso di raccogliere tanti dati sull’effettivo stato di consapevolezza dei diversi aspetti legati alla cybersecurity e la protezione dei dati personali. I gap riscontrati sono stati identificati e lasciati in eredità, per cosi dire, agli insegnanti delle singole classi delle 200 scuole che hanno partecipato al programma, oltre che a livello nazionale al Ministero per l’Istruzione e il Merito e alle Autorità competenti (Agenzia per la Cybersecurity Nazionale e Garante per la protezione dei dati personali). Questo rappresenta un punto di partenza per attivare e/o integrare i programmi formativi scolastici inserendo gli aspetti legati alle tecnologie emergenti e non. La continua evoluzione in ambito tecnologico ci richiede un approccio continuativo e costante nel tempo, a partire dalla scuola primaria in su, e che non può essere limitato ad una singola iniziativa per quanto eccellente possa essere stata.

Avete intenzione di dare seguito all’iniziativa appena conclusa, e con quali obiettivi?

Huawei ha sviluppato il programma SmartBus in altri 8 paesi in Europa raccogliendo più di 65000 adesioni tra il pubblico. L’esperienza in Italia dimostra ancora una volta che questa iniziativa, nei suoi modi e contenuti, è una vera best practice nel campo della consapevolezza. Dopo aver dato l’esempio e condiviso i dati con le Istituzioni, moltissimo di più va fatto ora per riuscire ad estendere i risultati raggiunti ad una fetta molto più ampia della popolazione. Per poterlo fare, di sicuro abbiamo bisogno di ricevere maggiore supporto attraverso forme più ampie di collaborazione pubblico-privato in cui si possa mettere a disposizione le proprie energie e capacità al servizio di tutta la Comunità. Dal nostro canto, posso dire che comunque Huawei continuerà a dare il proprio contributo, in Italia, per l’Italia.

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