Home Digitale Horsa Group: nel 2022 investite su ERP, collaboration e analytics

Horsa Group: nel 2022 investite su ERP, collaboration e analytics

L’intervista a Nicola Basso, di Horsa Group

A distanza di un anno dal varo a livello europeo del recovery plan, che in Italia ha portato al PNRR, 01net realizza un’inchiesta, basata su un ciclo di interviste con le principali società che operano in Italia nell’ICT sulla loro strategia per la digitalizzazione delle aziende italiane nel 2022.
Parliamo con loro di quattro temi cardine della trasformazione digitale: resilienza, cybersecurity, cloud, sostenibilità ambientale e sociale e le risposte consentono di costruire la mappa di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
E c’è un tema in più, il quinto: con spirito consulenziale, chiediamo di fornire agli imprenditori italiani un’idea in più, capace di produrre valore immediato sul piano dell’efficienza e della competitività.

Per Horsa Group ci ha risposto il CEO, Nicola Basso.

Un anno dopo il Recovery Plan, a che punto siamo con la reale trasformazione del Paese: con quali soluzioni, competenze e servizi partecipate alle missioni del PNRR che coinvolgono il digitale?

Rispetto alle missioni che il PNRR ha individuato Horsa Group è principalmente presente nei progetti di digitalizzazione del sistema produttivo, con particolare riferimento dunque al settore manufacturing. Grazie alle nostre competenze e alle soluzioni che sappiamo integrare abilitiamo progetti di Industry 4.0 e MES (Mnaufacturing Execution System) per la trasformazione e l’automazione delle fabbriche e delle linee produttive, con l’obiettivo di renderle più interconnesse ed efficienti, grazie all’utilizzo di sensori IoT. In progetti più complessi, il nostro intervento si estende poi all’ambito dell’analisi dei dati, dove utilizziamo anche l’Intelligenza Artificiale, per una migliore comprensione e ottimizzazione del sistema produttivo.

Il nostro supporto alla digitalizzazione di una impresa si estende poi all’ambito ERP e infrastrutturale.

Il 2021 è stato l’anno in cui il tema della cybersecurity è atterrato in tutte le imprese. Quali prospettive concrete vi siete dati per il 2022?

La nostra previsione è di sviluppare ulteriormente la nostra offerta di cybersecurity e ampliare il nostro volume di affari in questo ambito. Proprio perché riteniamo che la cybersecurity, oggi più che mai, sia un tema che le aziende non potranno non affrontare, stiamo potenziando la nostra offerta per dare ai clienti la possibilità di accedere al mix di soluzioni che risponda maggiormente alle loro esigenze. La nostra value proposition nella cybersecurity si sviluppa principalmente lungo due direttrici: una tecnologica, con soluzioni specifiche di detection, con anche attività di ethical hacking, e una di formazione, ovvero una serie di attività, iniziative e metodologie per creare all’interno dell’azienda la giusta cultura e sensibilità rispetto al tema, con l’obiettivo di prevenire gli attacchi.

Componente fondamentale della trasformazione digitale è il cloud. Quali sono le scelte che dovranno compiere le aziende italiane nel 2022?

Il cloud è una grande opportunità per le aziende, oltre che fondamentale per abilitare la trasformazione digitale di cui le aziende hanno bisogno. Senza il cloud non si creerebbero le condizioni di agilità e dinamicità necessarie per una azienda che vuole rimanere competitiva sul mercato, introducendo al suo interno innovazione tecnologica. Come per tutte le scelte, occorre però capire quando e come utilizzarlo. E se il modello ibrido è ultimamente quello più adottato, perché permette di ottenere i benefici derivanti sia da una nuvola pubblica che quelli di un’infrastruttura privata, una scelta corretta non può prescindere da una attenta analisi delle specifiche esigenze di una azienda. Solo così è possibile operare delle scelte, anche di lungo periodo, che portino effettivo beneficio. A questo si deve poi aggiungere l’importanza di affidarsi a competenze specializzate, a livello tecnico e strategico grazie alle quali saper individuare i carichi di lavoro più convenienti da migrare, gestire i contratti con i diversi provider, sapere orchestrare ambienti It sempre più complessi, eterogenei e distribuiti.

Dopo il Cop26 si è capito che la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oramai riguarda non solo tutti i Paesi ma anche tutte le aziende. Qual è la vostra strategia riguardo questi temi?

Horsa Group è particolarmente attenta e sensibile a questi temi: abbiamo all’attivo numerose iniziative ESG, ma uno degli impegni per il prossimo anno è quello di implementarne di nuove e stiamo lavorando per definire una roadmap di attività per i diversi ambiti: sostenibilità, ambiente e società.

Il tema ambientale è per noi molto importante. Non avendo tuttavia, in quanto system integrator, processi produttivi “puri”, l’impatto maggiore che possiamo operare sul tema della sostenibilità aziendale riguarda i clienti. Mi spiego: poniamo molta attenzione alla digitalizzazione e alla dematerializzazione dei processi nelle aziende nostre clienti, per ridurre così il loro impatto ambientale. In questo senso entriamo nei progetti di sostenibilità dei nostri clienti affiancandoli e sostenendone la trasformazione digitale. Un esempio: in ambito logistico la digitalizzazione dei processi comporta un notevole risparmio di carta e la ottimizzazione dei trasporti un risparmio di carburante, dunque un minor impatto ambientale.

L’ambito sul quale siamo da sempre più attenti e attivi è quello delle persone. La nostra cultura aziendale prevede una grande attenzione al capitale umano e alla salvaguardia del benessere dei nostri dipendenti: promuoviamo ad esempio corsi di mindfulness o di gestione dei rischi legati allo stress, o attività per far crescere il senso di appartenenza e soddisfazione dei singoli, anche al di fuori dell’ambito lavorativo. Penso ad una iniziativa di cui sono molto fiero e che è stata accolta con molto entusiasmo in azienda: nei mesi scorsi, abbiamo proposto ai nostri dipendenti la partecipazione a un corso di scrittura creativa che ha portato poi alla selezione di una serie di racconti, ventuno, che avevano come filo conduttore la vita durante il periodo lockdown. La qualità dei racconti è stata così di valore che abbiamo deciso di farne un libro: “Tinello working”.

La nostra strategia ESG si completa poi con la governance: siamo impegnati nel mettere in sicurezza e ordine i processi e le procedure interne a supporto della garanzia di un comportamento etico, che già comunque è alla base del nostro DNA.

L’idea ICT del 2022

Se doveste proporre un unico investimento (prodotto, soluzione, metodologia) a un’azienda italiana, una scelta capace di produrre da subito un beneficio a livello di efficienza e competitività, su cosa verterebbe il vostro consiglio?

Il consiglio dipenderebbe dal livello di maturità digitale dell’organizzazione. Per una azienda oggi è imprescindibile poter contare su un ERP in grado di mettere in connessione e sicurezza tutta la parte core dell’azienda: produttiva, amministrativa e logistica. Per chi non ne è dotato, questo tipo di investimento deve essere prioritario se si vogliono ottenere benefici concreti in termini di efficienza e competitività.

Per le aziende più strutturate, che hanno già dunque un ERP, il suggerimento è di investire in strumenti di collaboration e supporto allo smart working, fondamentali per emettere la forza lavoro in grado di lavorare in modo agile e da remoto. Senza, il rischio è di non avere una azienda capace di lavorare a pieno regime.

Per abilitare questi strumenti sono poi necessari investimenti in cloud, per garantire l’agilità dell’infrastruttura.

Altra area importante di investimento è a nostro modo di vedere quella degli analytics: oggi le decisioni strategiche sono e devono essere sempre più data-driven, per evitare di perdere il grande valore che tutte le aziende hanno nei loro dati.

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