Google porta le Apps nelle scuole per diffondere il Cloud Computing

Google Apps gratuito per le scuole, per favorire la cultura del Cloud Computing. Le esperienze di Ferrara, Milano, Bologna e Sondrio.

Lo faceva Autodesk venti anni fa nelle facoltà di ingegneria: favoriva l’utilizzo del suo AutoCad tra gli studenti (tollerando anche il fenomeno di pirateria) per assicurarsi utenti competenti dopo la laurea.

L’approccio di Google venti anni più tardi non è così distante: favorisce la diffusione del Cloud Computing nelle scuole, per preparare i professionisti di domani.
Così, la società  offre gratuitamente alle scuole le sue Apps, che includono posta, messaggistica, calendaring, documenti, siti e video.

E i risultati cominciano a vedersi.

All’Università di Ferrara, ad esempio,  si tirano le prime somme nove mesi dal varo del progetto myDesk@unife: 17.000 studenti e 1.400 tra docenti e personale tecnico amministrativo dotati di e-mail, scrivania virtuale con calendaring, instant messaging e strumenti di office automation collaborativo, e un risparmio compreso tra i 50.000 e i 60.000 euro l’anno.

Dal mese di dicembre dello scorso anno tutti gli studenti sono stati dotati di un account Google Apps, mentre il coinvolgimento dei docenti è partito da questo mese di agosto. Si è partiti, come spesso accade, con l’email, per poi arrivare ai documenti e infine all’approccio collaborativo vero e proprio.

Abbiamo adottato Google Apps come piattaforma di collaborazione – spiega Cesare Stefanelli, delegato del Rettore per l’informatizzazione dell’Ateneo -. Questo significa che oltre alla condivisione dei documenti, lo strumento viene utilizzato dai docenti per la prenotazione delle aule, così come dall’Ateneo per la distribzione a ciascuno studente sulla sua pagina personale del calendario di lezioni ed esami. Il prossimo passo sarà l’integrazione con applicativi interni, ad esempio con i servizi VoIp di Ateneo“.

Il tutto risparmiando. Si parla di due tecnici in meno, prima dedicati alla sola manutenzione dei servizi di posta, di circa 10.000 euro l’anno risparmiati dopo la dismissione di una serie di server interni, di circa 15.000 euro l’anno risparmiati dopo la dismissione dei sistemi di antivirus e antispam. E in totale si arriva ai famosi 50.000 euro ai quali si faceva riferimento all’inizio.

Ara avis?
Non molto, visto che l’esperienza di Ferrara sta maturando in diverse parti d’Italia. All’Istituto Europeo di Design, ad esempio, oltre ai servizi di eMail e Calendaring, le Apps serviranno per la condivisione di corsi e seminari tra sedi diverse, non solo in Italia.

Nella sede bolognese della John Hopkins University, invece, si è partiti con la terziarizzazione del servizio di posta, con l’obiettivo di utilizzare una piattaforma che consentisse di mantenere anche nel tempo il contatto con alunni ed ex alunni. Considerati i risparmi in termini di costi e tempi di gestione e una serie di benefit legati al servizio, la scuola ha deciso di proseguire con l’implementazione di calendario e Docs.

E poi ci sono le associazioni, come Didasca, che promuovono la diffusione delle soluzioni Google Apps per il mondo Education nelle scuole primarie e secondarie. Per ora con ottimi risultati nella provincia di Sondrio, ma con intenzioni ambiziose per tutto il resto d’Italia.

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