Google e il fascino della telefonia

La richiesta di assegnazione delle frequenze sui 700 MHz solletica di osservatori: come e perchè Google vuol diventare operatore mobile?

Dopo gli annunci della scorsa settimana, c’è dibattito fra gli analisti
sulla svolta che Google potrebbe dare al proprio business.
La società, dopo aver stretto un accordo di forte
partnership con Sprint Nextel, ha annunciato di aver fatto domanda per
l’assegnazione delle frequenze sui 700 MHz, diventando in tal modo essa stessa
operatore mobile.
Tutto questo, continuando anche nel suo impegno sul fronte
del Wi-Fi, con la realizzazione di reti a San Francisco e Mountain View.


Quali sarebbero dunque i piani di Google, si domandano gli
osservatori?


La scommessa è se Google intenda limitarsi ai servizi o se piuttosto non voglia entrare in un agone molto più ampio, del quale fanno parte anche player come Motorola o Nokia, o la stessa Apple con il suo iPhone.
E in ogni caso, come si
concilierebbero gli accordi esistenti, con una posizione di diretta
concorrenza?


Le speculazioni si sprecano, come è
facile immaginare. Per questo motivo dalla stessa Google arrivano una serie di
puntualizzazioni importanti. Il core business della società è e rimane Internet.
Ora, la mobilità è probabilmente la chiave per portare Internet a un numero
sempre crescente di persone, soprattutto a tutti coloro che magari Internet,
nelle loro case, ancora non l’hanno.


Per questo motivo, Google ribadisce la propria intenzione di rafforzare la sua presenza in tutti i modi possibili: integrando le sue tecnologie nei servizi dei provider, collaborando in modo più stretto con loro, e fornendo anche gli stessi servizi autonomamente.
Che tutto questo possa portare al
mercato anche dispositivi a marchio Google non è però così automatico. Su questo
aspetto la società è un po’ più oscura. C’è già abbastanza competizione sul
mercato dei telefoni cellulari, avrebbe dichiarato. Tuttavia, gli osservatori
pensano a un dispositivo un po’ diverso da un telefono cellulare. Qualcosa di
più simile a un minicomputer, un Internet Tablet, magari, che operi su frequenze
diverse. In questo caso il mercato sarebbe tutto da creare e Google, malgrado
non abbia esperienza diretta nei dispositivi, potrebbe voler dire la sua.

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