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Google Cloud: puntate sul cloud aperto, evitando i lock-in

L’intervista a Paolo Spreafico, di Google Cloud

A distanza di un anno dal varo a livello europeo del recovery plan, che in Italia ha portato al PNRR, 01net realizza un’inchiesta, basata su un ciclo di interviste con le principali società che operano in Italia nell’ICT sulla loro strategia per la digitalizzazione delle aziende italiane nel 2022.
Parliamo con loro di quattro temi cardine della trasformazione digitale: resilienza, cybersecurity, cloud, sostenibilità ambientale e sociale e le risposte consentono di costruire la mappa di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
E c’è un tema in più, il quinto: con spirito consulenziale, chiediamo di fornire agli imprenditori italiani un’idea in più, capace di produrre valore immediato sul piano dell’efficienza e della competitività.

Per Google Cloud ci ha risposto il Director of Customer Engineering Google Cloud Italy, Paolo Spreafico

Un anno dopo il Recovery Plan, a che punto siamo con la reale trasformazione del Paese: con quali soluzioni, competenze e servizi partecipate alle missioni del PNRR che coinvolgono il digitale?

I dati Eurostat presentati qualche giorno fa posizionano l’Italia al quinto posto nella classifica europea per l’utilizzo del cloud da parte delle aziende, in crescita dell’1% rispetto allo scorso anno. Siamo felici di supportare le aziende italiane nel loro processo di trasformazione digitale. Nel 2020 abbiamo annunciato un investimento in Italia di 900 milioni di dollari in 5 anni volto a supportare la digitalizzazione del Paese. Questo investimento prevede, tra le altre cose, l’apertura di due Cloud Region a Milano e Torino in partnership con Time Noovle. I servizi ad alte prestazioni e bassa latenza di Google Cloud nelle delle region saranno al servizio del Paese e delle imprese italiane di tutte le dimensioni che vorranno avvalersi dei vantaggi tecnologici ed economici del cloud computing in modo sicuro e sostenibile.

Siamo un cloud provider affidabile, in grado di offrire ad aziende e istituzioni soluzioni personalizzabili e sicure, fin dalla progettazione. Il nostro obiettivo è di essere un abilitatore e un partner di fiducia, in grado di supportare tutte le organizzazioni nell’utilizzo della tecnologia cloud sicura per trasformare le loro attività, creare valore e consentire la crescita, il tutto raggiungendo il livello di sovranità desiderato.

Le nostre soluzioni rispondono alle esigenze di aziende e organizzazioni del settore pubblico in Italia grazie al nostro approccio, che resta aperto all’innovazione ma affronta seriamente il tema della sovranità digitale. Sottolineo in particolare l’attenzione alla sicurezza e scalabilità dell’infrastruttura cloud indispensabile per garantire il funzionamento dello stato e proteggere i dati dei cittadini.

Altro focus importante che accomuna il nostro impegno agli obiettivi del PNRR è l’attenzione alla sostenibilità: Google Cloud è il cloud più pulito del settore e supporta i propri clienti nella riduzione della loro impronta di carbonio.

Il 2021 è stato l’anno in cui il tema della cybersecurity è atterrato in tutte le imprese. Quali prospettive concrete vi siete dati per il 2022?

Quello della security è, insieme a reliability e scalability, un pillar fondamentale per noi e lo rimarrà anche nel 2022.

La riorganizzazione che molte aziende hanno affrontato e stanno affrontando a causa della pandemia ha portato anche nuove sfide in termini di sicurezza cambiando ulteriormente il concetto di perimetro aziendale. In passato: il perimetro aziendale era legato all’ufficio, alle reti di connessione all’interno dell’azienda, e all’uso di  una VPN per la connessione in remoto. Oggi la sicurezza degli accessi si sposta dal perimetro della rete, ai singoli utenti. Per questo è importante che le aziende adottino soluzioni come Beyond Corp  che permettono di lavorare in sicurezza da qualunque località senza la necessità di utilizzare una VPN tradizionale, che oltre ad incrementare i costi, va a rallentare il traffico e le performance.

Vediamo sempre più organizzazioni che si preparano a spostare carichi di lavoro critici nel cloud, e una delle maggiori sfide che devono affrontare è come elaborare i dati sensibili pur mantenendoli privati: i controlli di base e le funzioni di sicurezza di Google Cloud, incorporati nel nostro cloud pubblico, offrono forti protezioni, soddisfano gli attuali requisiti di sicurezza e privacy e rispondono a molte esigenze dei clienti.

Siamo stati pionieri nell’approccio “zero trust” nei nostri prodotti e il nostro stack costruisce la sicurezza attraverso livelli progressivi che forniscono una difesa in profondità. Questo approccio aiuta i clienti a minimizzare l’impatto degli attacchi informatici, e a prevenirli completamente.

Tra le nostre soluzioni in quest’ambito, posso citare ad esempio Cloud IDS, il sistema di rilevamento delle intrusioni gestito e cloud-native di Google Cloud che permette di individuare malware, spyware, attacchi command-and-control e altre minacce alla rete, e Autonomic Security Operations, uno stack di prodotti, integrazioni e strumenti che – attraverso un approccio adattivo, agile e altamente automatizzato per la gestione delle minacce – migliorano la capacità di un’organizzazione di resistere agli attacchi alla sicurezza, senza dimenticare Chronicle, la piattaforma cloud-native di analytics per la security di Google Cloud, che integra Looker e BigQuery.

Operiamo nel cloud da oltre 20 anni e la nostra mission è offrire un cloud pubblico sicuro, affidabile e conforme alle normative in materia di cybersecurity e protezione dati. Con il nostro portafoglio integrato di soluzioni di computing, networking e storage, le organizzazioni possono migrare o modernizzare i flussi di lavoro in sicurezza su un’infrastruttura globale affidabile.

Componente fondamentale della trasformazione digitale è il cloud. Quali sono le scelte che dovranno compiere le aziende italiane nel 2022?

Oggi la digitalizzazione è uno strumento fondamentale per assicurare tenuta, flessibilità e continuità aziendale, è un vero e proprio asset di business.

Ogni organizzazione che passa al cloud segue un percorso unico, guidato da molti fattori, primi fra tutti gli ambienti operativi e i requisiti di tipo regolamentare. A tutte le organizzazioni, comprese quelle che registrano una crescita in diversi paesi e che operano in condizioni di mercato dinamiche, consigliamo un approccio open cloud perché garantisce coerenza operativa e tecnica tra cloud pubblici e data center privati ​​e una gestione efficace di infrastrutture, applicazioni e dati all’interno dell’organizzazione stessa.

L’approccio multi-cloud fornisce l’ambiente di sviluppo più semplice e aperto per i clienti, permettendo loro di accedere e spostare i propri dati tra vari cloud. Inoltre, i nostri clienti possono utilizzare soluzioni specifiche per settore, per beneficiare della nostra esperienza in AI e ML.

Cito ad esempio Kubernetes, il sistema open source per eseguire il deployment, scalare e gestire applicazioni containerizzate ovunque e Anthos, la nostra piattaforma di modernizzazione delle applicazioni, che offre alta disponibilità, scalabilità, protezione dei dati e sicurezza dei servizi. Anthos democratizza l’accesso alle moderne tecnologie come i container e il service mesh, in modo da poter modernizzare le applicazioni esistenti e costruirne di nuove senza dover ricominciare da capo. Con il modello di sicurezza zero-trust implementato di default, Anthos consente inoltre di fornire servizi IT affidabili e di controllare e automatizzare le operazioni IT senza interruzioni.

Dopo Cop26 si è capito che la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oramai riguarda non solo tutti i Paesi ma anche tutte le aziende. Qual è la vostra strategia riguardo questi temi?

Google è stata la prima grande azienda a diventare carbon neutral nel 2007, e dal 2017 abbiamo compensato il nostro uso di energia con il 100% di energia rinnovabile. L’anno scorso abbiamo fissato l’obiettivo di operare in tutti i nostri data center e campus con energia carbon-free 24 ore su 24, 7 giorni su 7, entro il 2030. Ciò significa che entro la fine del decennio, miriamo a far sì che ogni ricerca, ogni e-mail e ogni visualizzazione su YouTube avvengano senza alcuna emissione di carbonio. Stiamo facendo grandi progressi – nel 2020 abbiamo raggiunto il 67% di energia carbon-free su base oraria in tutti i nostri data center, rispetto al 61% del 2019. Cinque dei nostri data center, compresi quelli in Danimarca e Finlandia, utilizzano quasi il 90% di energia carbon-free.

Oltre alle aziende, sempre più persone sono interessate a sapere cosa possono fare per il pianeta. Ecco perché ci siamo impegnati ad aiutare 1 miliardo di persone a fare scelte più sostenibili entro il 2022 attraverso i nostri prodotti e servizi. Abbiamo recentemente lanciato “Carbon Footprint”, uno strumento che aiuta le aziende di ogni dimensione a valutare le proprie emissioni di carbonio legate all’ utilizzo di Google Cloud Platform. Queste nuove informazioni aiuteranno le aziende ad essere più sostenibili. Inoltre abbiamo integrato la sostenibilità nel progetto “Unattended Project Recommender”, uno strumento che consente di stimare le emissioni di carbonio lorde risparmiate attraverso la rimozione delle risorse inattive.

Google Cloud è il cloud più pulito del settore e supporta i propri clienti nella riduzione della loro impronta di carbonio. Decarbonizzando l’approvvigionamento energetico, Google non solo ha contribuito a rendere verde la rete elettrica delle aree in cui opera, ma ha anche consentito il risparmio di notevoli costi energetici, una maggiore fiducia da parte degli utenti e dei clienti, e ha creato nuove opportunità.

Un altro aspetto molto importante per Google Cloud è rappresentato dalla democratizzazione dell’analisi dei dati. Questo processo deve avvenire attraverso un avvicinamento della tecnologia agli utenti, non viceversa. Per questo motivo abbiamo sviluppato degli strumenti intuitivi che permettono ai nostri clienti di comprendere meglio i loro dati e automatizzare i processi in modo più smart, con AI e modelli di ML più intelligenti per collaborare nella catena del valore.

L’idea ICT del 2022

Se doveste proporre un unico investimento (prodotto, soluzione, metodologia) a un’azienda italiana, una scelta capace di produrre da subito un beneficio a livello di efficienza e competitività, su cosa verterebbe il vostro consiglio?

Stiamo assistendo ad una crescita costante di interesse e di adozione dei servizi cloud da parte delle aziende e crediamo che questo trend rimarrà invariato anche nel 2022. Il Cloud Computing è universalmente riconosciuto come la tecnologia più efficace per permettere alle aziende di evolvere nel loro percorso di digitalizzazione. Questo è dovuto non solo ai vantaggi immediati derivanti dall’uso di questa tecnologia, ma anche al fatto che il cloud è un servizio abilitante che permette di accedere a funzionalità indispensabili legate all’analisi dei dati. Le organizzazioni che scelgono di avvalersi di servizi in cloud affidabili, come quelli offerti da Google Cloud, ottengono vantaggi competitivi, tra cui la possibilità di prendere decisioni più informate grazie all’analisi dei dati e una riduzione dei costi infrastrutturali e dei tempi di sviluppo di un determinato prodotto.

Siamo convinti che un cloud aperto possa soddisfare le esigenze di aziende diverse, e permetta a tutti di abbracciare questa tecnologia offrendo flessibilità, apertura e possibilità di scelta. La nostra filosofia open cloud si basa infatti sulla convinzione che i clienti debbano avere autonomia e controllo sulla propria infrastruttura: offrire ai clienti la possibilità di creare, migrare e distribuire le proprie applicazioni in più ambienti, sia in cloud sia on-premise, consente loro di evitare eventuali lock-in e permette un’innovazione più rapida, in tutti gli ambienti.

Siamo orgogliosi dell’impegno profuso per promuovere un cloud aperto, e questo impegno sostiene e guida i contributi che forniamo alle comunità open source e open data, così come l’approccio che seguiamo nella creazione di nuove soluzioni tecnologiche.

L’open source gioca un ruolo chiave in un cloud aperto. Molte aziende devono gestire carichi di lavoro di importanza critica o dati sensibili che hanno dei “survivability requirements” nel caso in cui un provider fosse costretto a sospendere o terminare i servizi cloud a causa di cambiamenti nelle politiche nazionali. Per poter spostare i carichi di lavoro su altri cloud è importante che questi vengano sviluppati utilizzando tecnologie open source e open standard.

Grazie all’adozione delle nostre soluzioni di cloud computing inoltre le aziende possono beneficiare di un approccio data driven, potenziato dal valore aggiunto offerto dal ML e dall’AI e che pone la gestione del dato al centro della digital transformation. Le nostre soluzioni, come BigQuery, utilizzano la gestione dei dati e la loro analisi per creare insight di business di valore, supportare i clienti a capire meglio le esigenze dei loro utenti finali e, con la nostra analisi predittiva e in tempo reale, per generare opportunità per migliorare i loro prodotti.

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