Gli switch applicativi di Foundry

Rinnovati i ServerIron con capacità di intelligence del traffico.

Sono sempre più numerose le aziende che basano il loro successo sulla disponibilità e sull’efficienza dei servizi online offerti ai clienti. La tecnologia che ne consente l’erogazione fa la differenza fra un sistema lento e uno veloce, o fra un sito sempre disponibile e uno non accessibile perché sotto attacco da parte di malintenzionati. Senza trascurare la componente dei costi, sia di acquisto della tecnologia sia di gestione, che in tempi di budget ristretti è fondamentale.

In quest’ottica si sta muovendo Foundry Networks, specialista di infrastrutture di rete che lega il proprio nome ai sistemi robusti e affidabili utilizzati prevalentemente dai service provider, ma anche dalle aziende più esigenti.

Il vendor ha recentemente presentato una nuova gamma di switch applicativi, della serie ServerIron, con l’obiettivo di fornire ai clienti un’offerta più completa per le esigenze attuali del data center.

Si tratta di apparati che operano a livello 4-7 della pila Osi, ovvero che “interpretano” il contenuto dei pacchetti di dati che vi transitano, in modo da capire di che tipo di traffico si tratta, ed effettuano il load balancing all’interno delle server farm, indirizzando le applicazioni verso la macchina più scarica in quel momento. Inoltre, uniscono funzioni di sicurezza avanzata, come il firewall, e di accelerazione Ssl, la crittografia più utilizzata nel Web, per esempio nell’e-commerce per inviare i dati della carta di credito.

Secondo Lorenzo Cristiano, Regional Sales Director Mediterranean, «I nuovi ServerIron sono apparati che permettono di avere tempi di risposta più veloci, creando una barriera contro gli hacker e contro gli attacchi dall’interno, senza che i server si nemmeno si accorgano di quello che sta succedendo. Inoltre, consentono di proteggere gli investimenti del data data center, perché ogni server, anche vecchio, viene utilizzato al massimo».

Il lancio della nuova gamma di switch di livello 7 (in realtà un ritorno di Foundry in un mercato in cui l’azienda era già presente in passato) è in linea con la peculiare strategia che contraddistingue il vendor americano rispetto agli altri concorrenti nel mercato delle reti. Spiega Dietmar Holderle, Vice president Continental Europe: «Siamo da sempre focalizzati su switching e routing, aree nelle quali guidiamo lo sviluppo tecnologico, non attraverso acquisizioni ma investendo dal 10 al 15% del fatturato in ricerca. Le performance sono per noi fondamentali: proponiamo gli apparati più veloci sul mercato, in termini di Cps (Connessioni Per Secondo gestite). Non siamo invece presenti nelle aree applicative, per esempio nel VoIp». I nuovi switch possono essere utilizzati in modo flessibile a seconda delle esigenze, ad esempio per il load balancing o l’accelerazione Ssl, e dispongono tutti di caratteristiche di ridondanza, modularità, sostituzione a caldo dei componenti e via dicendo. Sono disponibili in versione stackable e chassis, a partire dal modello entry level ServerIron 4G, fino al modello più grande Server Iron 850 Plus.

I mercati di riferimento per i nuovi prodotti, secondo quanto affermato da Cristiano, sono prima di tutto le società di hosting e i grandi data center, ma anche banche, università e medie aziende innovative. «Da un anno e mezzo a questa parte – afferma il manager – vediamo in Italia un crescente interesse a investire anche in apparati ad elevate performance. I nostri switch non si rompono mai, a differenza delle appliance proposte da altri concorrenti e i clienti sono molto soddisfatti». Fra questi, Cristiano cita Unicredit, che ha scelto Foundry proprio sulla base delle performance.

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