Gli Erp vanno ad attaccare il mondo dell’Eai

Gli specialisti del settore stanno facendo evolvere i propri modelli e sistemi per aprirsi ad altre funzioni dell’impresa. La sfida dell’integrazione può essere raccolta grazie all’irruzione delle tecnologie legate ai Web service.

 


L’era dei sistemi di Enterprise resource planning monolitici sembra ormai definitivamente superata. La parametrizzazione degli Erp non è più sufficiente a rispondere alle esigenze di interoperabilità richieste oggi dai sistemi informativi. L’emergere di nuovi modelli applicativi (scambi B2B, processi interfunzionali) spinge in favore di una maggiore apertura complessiva dell’impresa. Questa evoluzione è stata già apparentemente metabolizzata dai produttori di Erp, ormai consci di non poter più convincere gli utenti a scelte basate sul "tutto integrato". La presa di coscienza è dettata sia da un ritorno verso il cuore nevralgico della gestione d’impresa sia da un bisogno di apertura verso le altre funzioni dell’azienda, soprattutto il Crm e la gestione della supply chain.

Esempi di apertura


Per aprirsi, i costruttori stanno approfittando dell’opportunità offerta dalle architetture orientate ai servizi. Sap appare il produttore emblema di questa evoluzione. Come evidenziato sullo scorso numero di Linea Edp, lo sforzo di uscire dalla propria immagine tradizionale, poggia sull’architettura Esa (Enterprise Service Architecture), di cui NetWeaver costituisce il fondamento tecnico. I vari oggetti specializzati del sistema Sap sono diventati componenti interoperabili, con l’idea di sostituire uno standard alla nozione proprietaria di Bapi. Ma anche PeopleSoft sta lavorando nella stessa direzione, tant’è che i già esistenti componenti specializzati possono ormai essere visti come servizi Web. Così, con una semplice query Soap, gli sviluppatori possono richiamare le procedure funzionali installate nel cuore dell’Erp.


L’evoluzione fin qui descritta, tuttavia, non è sufficiente per inserire l’Erp nelle catene applicative eterogenee. In effetti, non si tengono in conto né i problemi di concordanza tra modelli e dati (cioè il modo in cui sono presentati gli oggetti specializzati) né l’orchestrazione dei processi, ovvero la messa in “musica” di servizi multipli per realizzare un’elaborazione specializzata. Questo giustifica il fatto che gli Erp vendor si stiano attrezzando per offrire anche motori di integrazione applicativa (Eai). La citata PeopleSoft, per esempio, propone il proprio Integration Broker, sul quale si fondano tutti gli scambi fra i componenti dell’offerta. Stessa cosa per Sap, che con NetWeaver dispone di una soluzione di integrazione aperta e funzionale.

La risposta degli specialisti


Chiaramente, gli specialisti di Eai non stanno a guardare e contrattaccano, denunciando come le soluzioni sopra indicate possano adattarsi unicamente a progetti semplici d’integrazione e siano carenti soprattutto sul fronte B2B, laddove l’integrazione sta crescendo in complessità, implicando, fra l’altro, limiti legati alla sicurezza degli scambi e all’orchestrazione dei processi distribuiti. Questi produttori, di fatto, tirano acqua al loro mulino, rivendicando competenze esclusive nel caso di progetti d’integrazione complessi, che comprendano Scm, Crm, e-commerce e così via. L’evoluzione degli Erp verso i servizi Web dovrebbe, tuttavia, contribuire a semplificare i progetti elaborati, a maggior ragione quando si saranno radicati gli standard in materia di sicurezza. A questo stadio, occorrerà anche regolare il problema della coerenza degli oggetti specializzati. Sap ha affermato di essere in fase di preparazione, con l’aggiunta a NetWeaver di un database universale di oggetti specializzati. Più in generale, i vendor di Erp dispongono di un vantaggio indiscutibile: la comprensione dei processi funzionali.

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