Giongo: Innovare sì, ma al momento giusto

Concreta ma con una forte attenzione al nuovo, alle possibilità che le tecnologie possono offrire. Con questo approccio, Gisella Giongo guida la direzione Ict del gruppo Il Sole 24 Ore: «Pur nel pragmatismo, mi affascina pensare agli enormi passi in av …

Concreta ma con una forte attenzione al nuovo, alle possibilità che le tecnologie possono offrire. Con questo approccio, Gisella Giongo guida la direzione Ict del gruppo Il Sole 24 Ore: «Pur nel pragmatismo, mi affascina pensare agli enormi passi in avanti compiuti dall’Information technology e all’interessante scenario evolutivo che ci si prospetta, che dovrebbe essere studiato e approfondito al meglio, ritagliando il tempo necessario all’interno della normale gestione d’azienda, per individuare la migliore strada da seguire».

Per maturare le decisioni, importante è anche lo scambio di esperienze e idee, fermo restando la difficoltà di districarsi tra prospettive ricche di innovazione che «a volte – spiega Giongo -, si dimostrano troppo in anticipo sui tempi. In molti casi, infatti, non ci si deve limitare a valutare se la tecnologia è potenzialmente valida, bensì comprendere il momento più adatto per introdurla in azienda». E per concretizzare il giusto approccio serve anche il supporto dei fornitori. «Perché non sempre le strutture It hanno la forza per portare avanti iniziative in autonomia. Meglio far leva su un partner di fiducia, tenendo conto dell’impatto negativo che l’adozione di una soluzione o di un sistema potrebbe provocare».

Riemerge, così, il lato pragmatico di una Cio abituata a sperimentare, che snocciola la sua ricetta: «Testare per far emergere le criticità e dimensionare l’investimento, continuando a guardarsi intorno per non rischiare di chiudersi in un ambito limitato visto che un’azienda, soprattutto se leader nel suo campo, su alcuni aspetti non può arrivare troppo in ritardo». Anche perché, per affrontare i nuovi progetti si parte dalla definizione dei requisiti, descritti e dimensionati in termini di tempi e costi, che a loro volta devono essere definiti e condivisi. «Naturalmente, la scelta del fornitore dipende dal tipo di servizio sul quale ci si orienta. Noi, ad esempio, vantiamo un legame consolidato con grandi player di mercato con cui mettiamo in pratica rapporti mensili di avanzamento, ma è chiaro che per applicazioni di “frontiera” è meglio rivolgersi a piccole aziende dinamiche sulle quali, oltretutto, si riesce ad avere un contatto diretto con ritorni immediati a costi inferiori. Tuttavia, la continuità del rapporto aiuta su molti fronti, ad esempio andando a coprire carenze che a volte, all’interno delle strutture It, possono manifestarsi. Parimenti, è d’ausilio sugli aspetti economici, tenendo conto che anche i fornitori non devono adagiarsi, visto che sono valutati in base ai risultati che consentono di raggiungere».

Il coinvolgimento di tutti gli attori rappresenta un fattore necessario per definire i vari aspetti di un progetto «che vanno formalizzati, per farli rispettare – sottolinea Giongo -. A un’attività di analisi di dettaglio iniziale devono seguire step intermedi, utili per valutare l’insorgere di aspetti non presenti in prima battuta e individuare i correttivi del caso. Chiaramente, poi, il rischio di errore è maggiore quando si affrontano grandi progetti ma, fondamentalmente, bisogna saper governare il processo fin dall’origine, mettersi in gioco e organizzare incontri tra gli attori coinvolti, perché, soprattutto nella nostra attività, se ci si confronta si possono individuare percorsi diversi per superare gli inconvenienti».

Questa la prassi seguita da Giongo, che conta nel suo team circa quaranta persone. Una squadra numerosa, per la quale la manager richiede un percorso formativo e di crescita. «Si tratta di un tema molto importante ma, allo stesso tempo, per certi aspetti un cruccio, perché avendo come cardine il consolidamento, diventa difficile inserire persone nuove o far seguire a quelle già presenti un percorso adeguato, con la conseguenza che, talvolta, il rapporto interpersonale ne risente». Forte della sua esperienza ventennale al Sole 24 Ore, Giongo (che nel quotidiano finanziario è entrata, ai tempi, come sistemista) è, però, riuscita a stabilire una consuetudine di rapporto, basata su una presenza costante e sulla responsabilizzazione del singolo. «Il coordinamento è importante – evidenzia -, per rispettare gli obiettivi, far capire l’importanza del lavoro, smorzare le tensioni e fare squadra».

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