Garante Privacy: gli algoritmi non sono neutrali

La relazione annuale del Garante della Privacy mostra una piena consapevolezza del quadro generale e dei compiti nazionali ed internazionali per un riequilibrio del sistema.

L’attenzione su Prism richiamata da Antonello Soro e l’allarme sociale lanciato da Laura Boldrini hanno orientato la presentazione della Relazione 2012 del Garante della Privacy. A nostro avviso, gli elementi salienti sono stati strutturali. Il Garante è perfettamente addentro ai processi di mutazione impressi alla società dalla tecnologia. Inoltre il Governo italiano e gli apparati legislativi -nazionali ed internazionali- sembrano essere bene integrati.
Ma andiamo con ordine. L’elenco delle azioni svolte nel corso dell’ultimo anno può essere sintetizzato su quattro punti: Prism, monopolisti di Internet (Google, Skype, Facebook), big data (telefonici/provider/database) e biometria (sensori, internet delle cose e Google Glass). La tassonomia è una nostra proposta e gli argomenti sono spesso intrecciati tra loro.


2014, l’Europa riprende il controllo

Antonello Soro, Presidente del Garante, ha fatto un riferimento a Prism nella parte conclusiva della Relazione. Il riferimento è stato esplicitato parlando a braccio, fuori dal testo ufficiale. “Anche se è nato per lottare contro il terrorismo, Prism” è molto preoccupante; “il rapporto tra sicurezza e privacy è una cifra non eludibile della nostra modernità”, ma si può tenerla sotto controllo: un’azione europea congiunta supererà le resistenze dei singoli Paesi e delle grandi corporazioni con la revisione complessiva delle norme in tema di protezione dei dati che dovrebbe vedere la luce all’inizio del 2014”.


Boldrini: sul Web serve consapevolezza

Come i quasi monopolisti della rete stiano imponendo il loro modo di vivere in barba a leggi e consuetudini, con effetti spesso disastrosi, è stato affrontato da Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati, nel suo intervento d’apertura.
“Chi raccoglie i dati ha un potere che limita la libertà dei più deboli”, ha detto Boldrini. “Concedere l’uso di dati personali è oggi comune per tutti noi, ma l’argomento è già trattato nella Carta Costituzionale, alle voci riservatezza, domicilio e corrispondenza”.
Il diritto alla riservatezza va contemperato con il diritto/dovere di cronaca, facendo attenzione all’inviluppo tra pubblico, privato e pettegolezzo.
La terribile storia di Carolina, quattordicenne suicida per il cyber-bullismo, “è un fatto non isolato bensì culturale”, che riguarda “tutti i ragazzi esposti al web”, per i quali serve una nuova consapevolezza nell’uso di questi strumenti.


I quasi-monopoli della Rete

Un termine non impiegato nella relazione ma da noi usato è big data. Abbiamo ritenuto opportuno raccogliere sotto questo cappello l’intricata questione dei vari tipi di dato ai quali si fa riferimento e che confluiscono in un multi-strutturato set di elementi. Tra i tanti punti toccati nella relazione passiamo dalle basi di dati sull’utente per telemarketing, dalle intercettazioni telefoniche agli spostamenti registrati dalle scatole nere per autoveicoli, dai dati biometrici dall’internet delle cose, dalle smart cities ai Google Glasses.
Allo stesso modo, con confine sottile, si passa ad Internet come la intendiamo oggi. “Vorrei evitare che si pensasse che il Garante abbia qualcosa” contro “soggetti di grandi dimensioni, i cosiddetti over the top come Google, Facebook, Amazon”, ma non può essere ignorato il loro potere, né “le asimmetrie normative rispetto alle imprese europee”. In questo scenario è stato avviato il procedimento nei confronti di Google per la gestione opaca delle nuove regole privacy nell’incrocio dei dati.


Neutralità ed Agenda digitale

“Gli algoritmi non sono neutrali”, ha detto Soro, riferendosi sia ai dati personali raccolti e pubblicati, sia a quali di questi elementi vengano poi effettivamente presentati e quali invece resticon celati. Algoritmi più strutture dati uguale programmi, recitava una definizione molto in voga alcuni decenni fa. E il software è la tecnologia dominante del nostro tempo, amplificata dalla Rete. Per sua natura, la tecnologia anticipa la normativa specifica, nella speranza che il principio sia già stato considerato nelle Carte.
Alla “sinergia tra efficienza dell’azione amministrativa e protezione dei dati personali (..) deve ispirarsi anche l’attuazione dell’Agenda digitale, che solo in tale prospettiva potrà davvero rappresentare una fondamentale sfida di innovazione e sviluppo per il Paese”, ha inoltre detto il Presidente del Garante.
In conclusione, oggi le carte ci sono e il legislatore ha compreso il suo compito. Non resta che attendere la revisione complessiva delle norme, annunciata per l’inizio del 2014.

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