A distanza di circa tre anni dal lancio del Cloud Signature Consortium, Adobe fa il punto sulla firma digitale. E non solo su di essa: sui servizi basati su cloud per la firma digitale e sugli standard open necessari. Lo fa con un post sul proprio blog a firma di John Jolliffe, strategic development lead per Adobe Document Cloud in Europa.

Per l’azienda, i servizi cloud e la firma digitale vanno di pari passo. Entrambi sono fattori essenziali per le aziende e le organizzazioni governative. Fattori decisivi per abilitare flussi di lavoro paperless e una efficace trasformazione digitale. E naturalmente fattori, entrambi, in cui Adobe è tra le aziende più attive e di riferimento del settore.

Il Cloud Signature Consortium è un consorzio composto da aziende leader del settore e da organizzazioni, enti ed esperti del mondo accademico. Realtà e specialisti impegnati insieme nella creazione di un nuovo standard aperto per le firme digitali. Adobe ha lanciato nel 2016 il consorzio, che da quella data ha compiuto un bel po’ di progressi.

Negli ultimi 18 mesi, spiega Jolliffe, il Cloud Signature Consortium ha visto raddoppiare le dimensioni. L’associazione not-for-profit ora può contare sui maggiori Trust Service Provider tra i suoi membri.

Firma digitale per la trasformazione

Non solo il mercato, ma anche i legislatori sono al lavoro per supportare la trasformazione digitale, sottolinea John Jolliffe. Nel 2016, il Regolamento eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature) UE ha dato impulso alle firme digitali e all’identificazione elettronica. Le organizzazioni con sede negli Stati Uniti che operano nel proprio Paese hanno l’ESIGN Act a proteggere gli accordi firmati digitalmente.

Il ritmo veloce della trasformazione digitale e il contesto normativo in evoluzione determinano, secondo Adobe, l’urgente necessità di uno standard tecnologico interoperabile. Uno standard per le firme che per l’appunto il Cloud Signature Consortium sta sviluppando.

Adobe SignL’approccio basato su standard open offre diversi vantaggi, è la convinzione di Adobe. Le organizzazioni che desiderano utilizzare firme digitali cloud come parte della loro trasformazione digitale possono scegliere da un elenco crescente di Trust Service Provider. Ciò, nativamente all’interno di Adobe Sign.

Gli utenti, dal canto loro, possono firmare con firme digitali in modo più facile e sicuro, anche in movimento. Il tutto, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti locali che normano (o stanno regolando) un determinato Paese o settore. Gli utenti e le aziende che usano Adobe Sign possono utilizzare ID digitali trusted dall’European Union Trust List (EUTL) e dall’Adobe Approved Trust List (AATL).

Cosa bolle in pentola

Secondo Adobe, il 2019 sarà un anno di crescita e consolidamento per il Cloud Signature Consortium. La versione 1 delle cloud signature API specification è stata già pubblicata. Adobe si aspetta dunque di assistere a un aumento significativo del numero di aziende che implementano concretamente tali specifiche.

Cloud Signature ConsortiumL’azienda si aspetta anche una crescita delle membership del consorzio. Con il coinvolgimento di player che desiderano contribuire a modellare le future iterazioni dello standard. Ciò, sia nell’aspetto tecnico del lavoro che definisce le API, sia per altri servizi trust.

Adobe è consapevole che il successo dipende sia dall’efficacia tecnica che dall’adozione da parte dell’industria. Pertanto il Cloud Signature Consortium lavorerà a stretto contatto con gli organismi di standardizzazione di tutto il mondo. Allo scopo di rendere la firma digitale basata su cloud una piattaforma comune, come è avvenuto per i PDF.

Maggiori informazioni sulle attività del Cloud Signature Consortium sono disponibili sul sito del consorzio, a questo link.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome