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FasThink, l’anello di congiunzione tra dati e sistemi informatici

Tra chi ha tantissimi dati e non ha idea di come sfruttarli, chi vorrebbe sfruttarli ma non sa quanti ne ha a disposizione e come gestirli e chi non sa neppure di avere a portata di mano una fortuna per garantire alla propria azienda un salto di qualità in termini di efficienza e competitività, il panorama di un tema molto attuale come la gestione delle informazioni è estremamente variegato e abbastanza complesso da suggerire di affidarsi a qualcuno del mestiere. «Il nostro obiettivo è aiutare le aziende sull’ultimo miglio, partendo dalla produzione o dal punto vendita interfacciandoci con i sistemi IT esistenti – afferma Marco Marella, General Manager di FasThink -. Siamo impegnati a raccogliere informazioni sul campo e trasferirle ai sistemi informatici per migliorare i processi».

Un’idea inizialmente sviluppata guardando più alla parte di integrazione e gestione, grazie all’esperienza accumulata, cresciuta nel tempo fino a sfociare in una proposta a valore aggiunto. «Abbiamo realizzato Connect Orchestrator – prosegue  Marella -. Una piattaforma in grado di orchestrare e armonizzare le tecnologie con l’infrastruttura IT presente con l’obiettivo di migliorare i processi»

Pensare in grande, a partire dalla consulenza

Per la sua natura, una soluzione destinata ad aziende medio-grandi, più propense anche a valutare la portata e le caratteristiche della tecnologia proposta. Un livello di software integrato ai sistemi MES o WMS al servizio della produzione e della logistica, ma spesso anche a un comune ERP«Siamo in grado di gestire una mole di dati importante, spesso poco sfruttata dalle aziende, perché si limitano a utilizzare solo quelli utili nell’immediato. Con il nostro aiuto però, è possibile andare oltre, creare cioè situazioni di BI più ad ampio raggio, ma anche di Intelligenza Artificiale».

Temi molto attuali e sempre più sentiti da tante aziende, in particolare nel mondo manifatturiero, ma più in generale dove si senta l’esigenza di dover intervenire su efficienza e maggiore controllo dei processi. Più ancora della presa di coscienza e della disponibilità a investire, c’è però un altro aspetto da prendere in considerazione per non sprecare tempo e denaro. «La consulenza è un fattore fondamentale, per capire cosa si possa fare, quali tecnologie introdurre. Quando ci si confronta con un cliente, il primo passo è proprio analizzarne gli obiettivi, individuare dove intervenire, come procedere, quali soluzioni adottare e studiare la complessità dell’integrazione».

Gli aspetti sui quali si gioca la vera partita  è il cambio di passo reso possibile dalla trasformazione digitale. Quello dove FasThink mette in campo il proprio potenziale. Partendo da una procedura per step, finalizzata a creare un sistema scalabile, iniziando con aree selezionate per condurre i necessari test e mettere a punto una configurazione da replicare successivamente sull’intero processo.

Spesso, il problema maggiore è proprio aiutare un cliente a chiarirsi le idee«Ci siamo trovati di fronte a richieste di adottare una soluzione di tracciabilità RFID in un reparto dove non erano mai stati utilizzati neppure dei codici a barre. Il nostro consiglio è stato prima di tutto iniziare a tracciare alcuni elementi importanti con i bar-code e ottenere così degli elementi di valutazione più affidabili per capire se fosse realmente utile spingersi oltre».

Una strategia che infonde fiducia nei clienti spesso giustamente perplessi di fronte alla prospettiva di aprire a un esterno il proprio patrimonio informativo. Poter contare su referenze di alto livello, per FasThink è uno dei migliori investimenti. «Possiamo contare su una piattaforma cresciuta negli anni grazie all’esperienza di tante installazioni, dei riscontri colti dal mercato e dalle indicazioni dei nostri clienti. Una soluzione dinamica, regolarmente aggiornata e poi messa disposizione di tutti».

fasthink

Flessibilità su misura

Importante anche lasciare la libertà di scelta sulla configurazione adottata, o quanto meno aiutare a valutare le varie opzioni. Per quanto infatti attualmente la tendenza al cloud sia la più scontata, spesso è preferibile optare invece per una infrastruttura edge. Oltre alle dovute considerazioni del caso sulla sicurezza e la visibilità dei dati, anche la latenza è un fattore da tenere in considerazione.

«È importante anche sottolineare come noi siamo in grado di installare le nostre applicazioni su server esistenti. Avere più server significa anche più costi di manutenzione e più vulnerabilità. Non sempre è giustificata la spesa di un server dedicato anche perché noi prima di trasmettere i dati li filtriamo per analizzare solo ciò che serve e contribuire a ridurre la latenza».

In linea di principio, la riflessione proposta da FasThink è lineare al punto da non lasciare dubbi circa la necessità di mettere a punto una migliore strategia di gestione dei dati. Come spesso capita però, la realtà offre scenari molto diversi. «Se guardiamo alla produzione, non è raro trovarsi di fronte a organizzazioni ancora piuttosto arretrate. Oggi si investe moltissimo sulla parte a contatto con il cliente, per esempio il negozio nel mondo retail, ma molto meno su temi come tracciabilità e logistica».

Uno degli ostacoli principali per superare questa situazione è trovare l’interlocutore giusto all’interno di un’azienda. Con il reparto IT raramente chiamato in causa a livello decisionale, anche solo perché troppo impegnato a garantire la disponibilità dei servizi, bisogna cercare altrove. «Figure come il responsabile di produzione, della qualità o di uno stabilimento sono le più disponibili e le più propense a sbloccare un progetto, i primi a poterne valutare i benefici. Poi ovviamente ci si scontra ai livelli superiori, dove priorità e investimenti vengono decisi».

I fatti al momento danno ampiamente ragione alla strategia di FasThink. Negli ultimi anni la crescita, rigorosamente organica, è stabilmente a doppia cifra. Questo non impedisce però di mantenere alto il livello di attenzione alla ricerca di nuovi mercati. Tra i più interessanti, con i primi risconti, il mondo del farmaceutico, interessato a intervenire su una logistica tra le più complesse.

A completare il quadro favorevole al progetto dell’azienda, anche il progressivo spostamento di peso dei ricavi, da un hardware dai margini in continua contrazione, alle maggiori opportunità offerte dal software. «Se all’inizio potevamo offrire un 30% di software predefinito e completare il resto con la personalizzazione, oggi possiamo proporre una piattaforma già pronta per l’80% delle funzionalità – conclude Marella -. È un vantaggio anche per il cliente, perché è più facile da implementare e si tratta di applicazioni ampiamente testate, consolidate e convalidate».

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