Se il timore è quello di essere priva di adeguate tutele a fronte di non improbabili chiamate in causa per violazioni sulla proprietà intellettuale, la soluzione è una sola: comprare i brevetti là dove ce ne sono in abbondanza.
Dopo Google, che ha fatto dell’acquisizione di brevetti una vera e propria strategia e una “assicurazione” nei confronti di possibili cause legali, anche Facebook ha deciso di percorrere la stessa strada, acquisendo a sua volta 750 brevetti da Ibm.
Un vero e proprio ombrello, per mettersi al riparo da possibili accuse di violazione di proprietà intellettuale su tecnologie che vanno dal software al networking.
Con questa operazione, la momento non confermata e in ogni caso non corredata di valutazioni di ordine economico, Facebook di fatto raddoppia il proprio portafoglio brevetti, che al momento è composto da 56 brevetti rilasciati e 503 domande presentate negli Stati Uniti.
La società si sarebbe in effetti resa conto di essere priva di una protezione importante, ora che player come Yahoo, tanto per citare il caso più recente, sembrano ben intenzionati ad affilare le armi avanzando ipotesi di violazione della proprietà intellettuale relativamente ad alcune funzionalità critiche del sito.
In particolare Yahoo avrebbe presentato reclamo in merito ad alcuni brevetti che interessano la privacy, l’advertising e la condivisione delle informazioni.