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L’evoluzione dei Data Center nel contesto energetico attuale

Stefano Cevenini, Product Manager Power Quality e Data Center Segment Marketing Manager di Eaton Italia, affronta il tema del delicato equilibrio fra controllo dei consumi energetici e necessità di elaborazione dei data center

Per il settore dei dati, lo sconvolgimento causato dalla pandemia ha costituito un elemento di spinta per la digitalizzazione. Pur trattandosi di un processo già in essere (la maggior parte della tecnologia necessaria per affrontare la crisi, infatti, esisteva già, grazie ai data center e all’infrastruttura delle telecomunicazioni), la crisi ha certamente avuto un ruolo di catalizzatore.

La pandemia ha portato alla rapida adozione di nuove tecnologie e ha accelerato sviluppi che erano già in corso. Non solo: si tratta di un cambiamento irreversibile, in quanto le reazioni innescate negli ultimi due anni non potranno essere cancellate. La maggiore dipendenza dai data center (e dall’ampliamento dell’infrastruttura per le telecomunicazioni ad essi collegata) si confermerà dunque anche per il futuro.

Non mancano, tuttavia, le conseguenze. Se negli ultimi decenni i livelli di domanda nei confronti dei data center (che pure hanno iniziato a elaborare una quantità di dati maggiore) sono rimasti costanti, oggi la situazione è cambiata. L’economia e la società attuali hanno premuto l’acceleratore sui dati, proprio nel momento in cui sarebbe stato necessario frenare il consumo di energia per combattere il cambiamento climatico. Non esistono megabit senza megawatt: alla luce del costante aumento della richiesta e della produzione di dati, anche i consumi energetici crescono.

I data center in un mondo in cui l’energia si trasforma

Come si può, quindi, far convivere elementi apparentemente contrastanti in termini di consumo energetico e obiettivi climatici?

La “quadratura del cerchio” caratterizzerà l’industria dell’energia e dei data center nei prossimi cinque anni. Non solo: oggi l’elettrificazione sta coinvolgendo anche altri settori industriali, i trasporti, i sistemi di riscaldamento/raffreddamento domestici e commerciali. E poiché la domanda di energia elettrica è destinata ad aumentare, gli operatori dei data center dovranno affrontare sfide difficili per accedere alla nuova, ridotta produzione di energia.

La soluzione consiste nell’aumentare la produzione di energia rinnovabile, non solo per soddisfare la nuova domanda, ma anche per sostituire l’attuale produzione basata su fonti fossili. Non è quindi solo il settore dei data center a dover affrontare nuove sfide: gli stessi operatori della rete vengono messi alla prova, poiché viene chiesto loro di “fare una magia”, aumentando la fornitura di energia e dismettendo allo stesso tempo le centrali elettriche alimentate da combustibili fossili.

Questo potrà tradursi in un’ulteriore pressione sugli utenti finali commerciali. I governi, che stanno definendo le regole e tracciando la direzione da seguire per i mercati dell’energia, si troveranno a prendere decisioni complesse e con conseguenze significative su come produrre e gestire l’energia, nonché su come impostare le priorità per il consumo energetico. Dublino, ad esempio, è diventata uno dei più importanti data hub in Europa: i data center assorbono al momento oltre l’11% della capacità di rete dell’Irlanda, con il rischio che questi consumi crescano ancora, e sono stati anche lanciati appelli politici per limitare il sorgere di nuovi data center. Considerando tutti gli stakeholder, la panoramica per il settore dell’energia e dei data center è molto complessa e richiede che vengano sancite nuove politiche e strategie. Sarebbe ingenuo considerare quello dell’Irlanda un caso isolato: al contrario si tratta forse solo del primo a riscontrare le attuali tendenze nel concreto.

Una capacità limitata comporta un’importante supervisione

I grandi player nel settore dei data center – dalle big tech ai fornitori di servizi, fino ai proprietari degli edifici – sono da sempre abituati ad avere accesso all’energia di cui hanno bisogno in qualsiasi momento. Le fonti energetiche coinvolte sono molte, e per questo il ruolo dei dati verrà preso attentamente in esame. Se il settore può compensare la domanda esistente in location differenti, non può tuttavia evitare le conseguenze generate da una generale maggiore richiesta di energia.

In questo senso la vera sfida per i data center non sarà più l’efficienza, ma la sostenibilità. Nuove metriche, nuovi approcci alla progettazione e al funzionamento dei data center saranno oggetto di un’analisi più approfondita, così come lo sarà l’energia consumata dall’intera infrastruttura per le telecomunicazioni, il cui fabbisogno è spesso di gran lunga superiore a quello del settore dei data center.

Noi facciamo affidamento sui dati, i dati fanno affidamento sull’energia ed è per questo che emergerà presto un divario tra obiettivi climatici ed esigenze quotidiane. Da un lato questo può apparire come una crisi. Dall’altro, sarà questo gap ad attrarre importanti investimenti e innovazioni. Dal punto di vista della rete, questo divario permetterà a nuove imprese private e a quelle già esistenti di produrre l’energia rinnovabile di cui abbiamo tanto bisogno.

L’opportunità di mercato per conciliare dati ed energia

Il mercato della fornitura energetica apre le porte a nuovi approcci e a nuovi modelli. Dal punto di vista dei data center, questo rafforzerà le ragioni economiche per un nuovo rapporto con l’energia, non solo dal punto di vista dei consumatori, ma anche dei siti che supportano la rete con servizi di accumulo e produzione dell’energia stessa.

I dati e l’energia si riallineeranno e in alcuni casi questo si tradurrà presto anche in una prossimità fisica. Economia e politica iniziano ad andare di pari passo ed è quindi opportuno che i data center non solo offrano una risposta in termini di frequenza, ma si muovano anche verso una fornitura flessibile diretta alla rete. La logica del Sector Coupling potrebbe quindi diventare uno dei principali trend del 2022 anche per il settore dei data center.

Entro la fine del 2022 e oltre, i punti di contatto tra dati ed energia verranno completamente riprogettati e, auspicabilmente, unificati. Assisteremo alla continua crescita di aziende strutturate che faranno dei data center parte integrante della soluzione per il passaggio alle rinnovabili.

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