E Ibm ringrazia Palmisano

Ottima anche la trimestrale di Big Blue, grazie soprattutto ai frutti delle acquisizioni promosse da Sam Palmisano: la divisione consulting di PricewaterhouseCoopers e Rational Software

16 gennaio 2004 Se ieri Intel ha in qualche modo
attribuito il merito delle buone performance della sua ultima trimestrale anche
alla lungimiranza di Craig Barrett, che ha promosso investimenti per il rinnovo
tecnologico degli impianti di produzione proprio negli anni della crisi, oggi
tocca a Ibm dare a Cesare, ovvero Sam
Palmisano
, quel che di Cesare è.

Nell’ultima trimestrale
dell’anno, chiusa alla fine di decembre, Ibm è infatti riuscita a mettere a
segno un incremento del 41% negli utili, portandoli a 2,7
miliardi di dollari,
pari a 1,55 dollari ad azione, a fronte di un
incremento del 9,4% nel fatturato, che ha raggiunto quota 25,9
miliardi
.
Ovviamente la parte del leone l’ha fatta il comparto
servizi, che ha messo a segno 17,3 miliardi di dollari in contratti, alcuni dei
quali di respiro molto ampio.

Ed è proprio questa la lungimiranza
riconosciuta a Sam Palmisano, primo sponsor e artefice dell’acquisizione, ormai
datata 2002, della divisione consulting di
PricewaterhouseCoopers, e di quella, datata invece 2003, di
Rational Software.
Grazie a queste due operazioni, Ibm è
riuscita nel trimestre in esame ad aumentare dell’8,3% a 11 miliardi di
dollari il fatturato derivante dalla vendita e dall’installazione di sistemi e a
registrare un incremento del 12% nell’area software, portandola a 4,3
miliardi
.
Gli investimenti fatti in una fase recessiva
dell’economia, avrebbe dichiarato lo stesso Sam Palmisano, costituiscono la base
del rilancio e della ripresa di Ibm.
E’ più che ottimista Palmisano, al punto
da dichiarare che la crisi dell’It è finita e che il comparto è pronto per un
nuovo ciclo di crescita. Il 2003 è stato l’anno della stabilizzazione, ma il
2004 si configura già come l’anno della ricrescita.

Per l’intero
esercizio
fiscale, Ibm ha messo a segno un fatturato di 89,1
miliardi di dollari, in crescita del 10% rispetto agli 81,2 miliardi
dell’esercizio 2002
, mentre l’utile annuo è passato da 3,6 a 7,6
miliardi di dollari, pari a 4,40 dollari per azione.

Complessivamente, le
vendite di hardware sono cresciute del 12%, con buoni risultati
derivanti principalmente dalla divisione sistemi, cresciuta del
18%
. Bene anche la divisione Psg, cresciuta del 16% a 3,5
miliardi di dollari
con un profitto di 9 milioni.
Nell’ambito della
divisione, più che buono l’andamento della linea ThinkPad, cresciuta del
35%
, mentre i desktop sono scivolati del 6%.
La società è riuscita,
in questo caso, a sfruttare a proprio favore la debolezza del dollaro,
soprattutto sul mercato europeo.

Perdono invece terreno l’area
processori
, ovvero le attività di Ibm Microelectronics, e
Global Financing, che perde il 12% rispetto all’anno
precedente.

Nessuna anticipazione è invece stata data
per il primo trimestre appena iniziato, fatto salvo il naturale
ottimismo dettato dalle circostante.

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