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Droni: la sicurezza è possibile?

L’utilizzo degli Apr per le esigenze di forze dell’ordine, forze armate e protezione civile in Italia è il titolo della Roma Drone Conference del 23 marzo, come sempre presso la romana Link Campus University, che all’argomento ha dedicato un centro studi.
Sono giorni, questi, nei quali il terrorismo mostra la pericolosità di ciò che può arrivare senza farsi annunciare. Nel crimine i droni sono usati per portare droga o denaro oltre frontiera, oppure armi o comunicazioni in istituti di pena: non si è ancora verificato un impiego per agenti chimici o esplosivo, ma le forze dell’ordine non lo considerano certo impossibile.
Il contraltare è rappresentato per fortuna dai casi d’uso positivi, che al momento già danno risultati eccellenti.

Analisi dell’incendio

Un esempio molto esplicativo è l’impiego che ne fa il Corpo forestale dello Stato nell’investigazione successiva ad un incendio. L’intero processo cerca di determinare il punto d’origine delle fiamme, per poi svolgere una vera indagine sui 500 mq circostanti, onde determinare la natura dell’incendio, quindi le cause e gli eventuali piromani.
Ora, poiché in Italia si verificano oltre 5mila incendi l’anno -quasi tutti dolosi- e la determinazione dell’origine riguarda aree alle volte enormi, il tempo richiesto per l’indagine è molto lungo e non può riguardare tutti gli incendi.
Con i droni la situazione è cambiata radicalmente. Un velivolo con equipaggiamento standard sorvola l’area, acquisendo immagini, posizioni ed altre informazioni. Il totale degli elementi viene immesso in un software sviluppato dall’Università Federico II di Napoli, il cui algoritmo determina il punto d’origine e circoscrive l’area da repertare. In questo modo si risparmia l’80% del tempo necessario finora.

Controllo di obiettivi sensibili

Un altro esempio viene dall’Aeronautica, relativo al controllo di aree a rischio o obiettivi sensibili. In questo caso l’obiettivo è l’acquisizione di quante più fonti possibili, per identificare persone o comportamenti sospetti prima che succedano fatti negativi, o anche a posteriori. Riprendere un evento con più droni, quindi da più punti di vista, rende molto più agevole la messa in sicurezza dell’area. Ovviamente richiede anche più personale: i video da controllare sono tanti quanti le telecamere attive.

Sistemi antidrone

Molti altri esempi spiegano bene i grandi vantaggi derivanti dall’uso dei droni, ma anche come mai si stiano sviluppando soluzioni anti-drone. Come la contraerea fu necessaria per gli aerei, quindi, si può agire in vari modi. Gli olandesi hanno addestrato alcune aquile ad occuparsi di droni sospetti, ma si possono usare anche altre tecniche. La più semplice è l’attacco alle telecomunicazioni: oggi i multicotteri possono essere forzati a scendere usando uno jammer che ne blocchi le comunicazioni, nel qual caso si abilita la discesa automatica a terra della gran parte dei modelli commerciali ad architettura proprietaria. Quelli con software open source, però, possono essere programmati per far fronte anche a questi tentativi di difesa.
Come già fu per l’avvento di internet, le forze di polizia e gli eserciti stanno fronteggiando un improvviso aumento di quantità e qualità degli attacchi. In genere, dopo qualche mese la situazione torna sotto controllo. Per i droni, la partita è ancora aperta.

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