Secondo quanto riportato dal sito statunitense Recode, è atteso per mercoledì un incontro, che si svolgerà nella Trump Tower di Manhattan, al quale il neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha invitato un ristretto numero di top executive del mondo tecnologico d’OltreOceano.
Larry Page, Tim Cook, Chuck Robbins, Sheryl Sanders, Ginni Rometty, Brian Krzanich, Satya Nadella e Safra Catz, in rappresentanza di Alphabet, Apple, Cisco, Facebook, Ibm, Intel, Microsoft e Oracle sarebbero nella stretta rosa degli invitati, che dovrebbe includere anche Elon Musk di Tesla e persino Jeff Bezos di Amazon, non certo tenero con Trump durante la campagna presidenziale, ricambiato per altro dallo stesso presidente.
Donald Trump deve ricucire con le community dell’Ict
Va detto che, per lo meno in questa fase, non sono arrivate conferme né in merito alla lista degli invitati né delle adesioni. Quel che è certo è che Trump ha bisogno di ricucire un rapporto con la comunità high tech statunitense, verso la quale si è mostrato in più di una occasione ostile (ne abbiamo scritto in questo articolo all’indomani delle elezioni presidenziali) e che non solo lo ha ricambiato con un forte sostegno alla sua avversaria Hillary Clinton, ma che negli otto anni della presidenza Obama ha mostrato chiaro e forte supporto al presidente uscente.
La posizione di Meg Whitman
Recode fa anche una lista di grandi assenti, qualcuno perché non si trova negli Stati Uniti al momento, nel caso dei Ceo di Uber o di Airbnb, qualcuno non si capisce se non invitato o se abbia declinato l’invito: Netflix, Salesforce, Slack, Dropbox, Twitter non sono previsti, non lo è Marc Andreessen e anche Meg Whitman, Ceo di HPE e fiera oppositrice di Trump, non si presenterà alla Trump Tower. Per la Whitman, che da repubblicana durante la campagna definì Trump un disonesto demagogo schierandosi apertamente per Hillary, sarebbe effettivamente un po’ difficile fare marcia indietro.
