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DevOps ed editoria, un futuro nel segno dell’edge computing

Durante la pandemia la velocità d’azione si è dimostrata fondamentale anche per le aziende del settore mondiale dell’editoria: chi ha saputo adeguare i propri servizi digitali ha raccolto lettori e ricavi, in un certo senso applicando nei fatti la convergenza che sottende al modello metodologico DevOps, ossia quella fra sviluppo applicativo e operation.

Sono esempi a livello globale il Financial Times, che ha riconfigurato il suo paywall per offrire una copertura gratuita delle news collegata al Covid-19, o The Atlantic, che ha creato un repository con tutti i dati relativi al suo COVID Tracking Project.

Il mondo DevOps, infatti, è nato quando si è fatta sempre più chiara la necessità di collaborazione e comunicazione tra i team di sviluppo e quelli di operation.

In combinazione con servizi e applicazioni cloud based, investimenti mirati in strumenti e processi di DevOps aiutano gli editori a innovare, ad aumentare la loro agilità e allo stesso tempo a monitorare in tempo reale il settore.

Giusto un anno fa Forrester Research ricordava che il termine DevOps veniva associato a progetti all’avanguardia, ma padroneggiare il panorama tecnologico DevOps non significa solamente innovare più rapidamente, ma anche costruire la capacità di fornire continuamente esperienze che i clienti apprezzano e portano a risultati concreti in termini di business.

Storicamente sono i settori della finanza e del commercio ad aver guidato l’adozione della metodologia DevOps, ma ora l’industria dei media sta recuperando terreno.

Sempre secondo Forrester, la percentuale di sviluppatori che gravitano a tempo pieno attorno al mondo media che utilizzano la metodologia DevOps con Agile è aumentata del 56% nel 2019, mentre la percentuale dei responsabili delle infrastrutture che implementano e aggiornano DevOps è aumentata di un terzo, con tassi di crescita non riscontrabili in altri settori verticali.

Il costante aumento di diffusione dei microservizi, per esempio, è stato in gran parte dovuto a quei team di DevOps che hanno preso la progettazione e l’infrastruttura di applicazioni monolitiche e le hanno suddivise in unità più piccole e autonome, in modo da poter modificarle, testare e distribuire in modo indipendente.

Portare alcuni dei microservizi all’edge aumenta ulteriormente l’agilità riducendo la latenza delle chiamate dall’origine, gestendo la complessità dei dati e consentendo l’innovazione dei prodotti.

Secondo una riflessione resa pubblica da Akamai, che ha una propria proposta metodologica in ambito DevOps, per il mondo dei media DevOps rappresenta la strada per ottenere differenti risultati.

Il primo, forse scontato, è l’aumento dell’agilità. Ora più che mai, gli editori si contendono l’attenzione con piattaforme tecnologiche cloud native (come Google o Facebook) che spesso eludono istintivamente il rigore editoriale che le case editrici invece mantengono. Se un team di DevOps riconfigura rapidamente l’infrastruttura, implementando dinamiche agili, l’intero processo di pubblicazione si accelera e il settore diventa più attraente per i talenti emergenti nel mondo degli sviluppatori.

Il secondo è un aumento di automazione. Nel settore editoriale i budget si sono ridotti negli ultimi 20 anni e la crisi pubblicitaria del 2020 ha aumentato significativamente la pressione finanziaria esistente. L’automazione dei processi può portare alla riduzione di costi, o a costi di servizio più bassi, con la conseguenza che non viene tolto budget dalle redazioni, dai redattori o dalla produzione.

Il terzo è la costruzione di un prodotto migliore. La maggior parte degli editori sta guardando ad altri media o ad altre opportunità di guadagno per assicurarsi un futuro migliore, e molte di queste opzioni, come i servizi in abbonamento, i contenuti broadcast o le affiliazioni all’e-commerce, richiederanno nuove soluzioni tecnologiche. Anche le aziende che hanno già integrato gli abbonamenti tra le loro opzioni, devono trovare nuovi ganci per impedire che gli abbonati non rinnovino. I team di DevOps saranno in prima linea nello sviluppo, nel test, nell’implementazione e nel monitoraggio di questi nuovi servizi.

In questo contesto l’edge computing è la tecnologia abilitante per i DevOps e i microservizi, in quanto consente di eseguire i servizi di siti web e applicazioni più vicino ai clienti.

Operare ai margini del cloud riduce la latenza e i colli di bottiglia della rete che possono derivare dall’affidarsi a una posizione centrale per tutte le richieste.

Akamai supporta gli editori che abbracciano i DevOps, EdgeWorkers per esempio è un servizio di calcolo serverless, altamente personalizzabile, che permette agli sviluppatori di utilizzare JavaScript per eseguire applicazioni e modifiche al sito veloci, gestite da ambienti e strumenti DevOps esistenti, direttamente nella piattaforma Akamai.

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