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Dassault Systèmes: 2022, un virtual twin per una visione di lungo periodo

L’intervista a Guido Porro di Dassault Systèmes.
A distanza di un anno dal varo a livello europeo del recovery plan, che in Italia ha portato al PNRR, 01net realizza un’inchiesta, basata su un ciclo di interviste con le principali società che operano in Italia nell’ICT sulla loro strategia per la digitalizzazione delle aziende italiane nel 2022.
Parliamo con loro di quattro temi cardine della trasformazione digitale: resilienza, cybersecurity, cloud, sostenibilità ambientale e sociale e le risposte consentono di costruire la mappa di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
E c’è un tema in più, il quinto: con spirito consulenziale, chiediamo di fornire agli imprenditori italiani un’idea in più, capace di produrre valore immediato sul piano dell’efficienza e della competitività.

Per Dassault Systèmes ci ha risposto l’amministratore delegato, Guido Porro.

Un anno dopo il Recovery Plan, a che punto siamo con la reale trasformazione del Paese: con quali soluzioni, competenze e servizi partecipate alle missioni del PNRR che coinvolgono il digitale?

Pensiamo che il Recovery Plan abbia identificato un chiaro trend di politica industriale. Ha contribuito a definire con chiarezza e certezza – in termini di obiettivi, settori industriali su cui investire e certezza dell’investimento – le aree di sviluppo e innovazione, andando senza dubbio a rinforzare un clima di fiducia e ottimismo. Questo sia nelle aziende di sistema – che hanno fatto propria la necessità di integrarne i punti fondamentali – quanto in quelle appartenenti alla catena del valore, o supply chain – che cominciano oggi a combinare, dal punto di vista dell’innovazione, tutti i prerequisiti necessari, per poi sviluppare quelle stesse tematiche di investimento implicite appunto nel Recovery Plan.
Avviene tutto ciò nell’ambito per esempio delle infrastrutture, o in quello della catena di sviluppo e innovazione dell’idrogeno, nel campo della Space Economy, o in quello della digitalizzazione della piccola-media impresa. Questo quindi è molto positivo e dà misura di un effetto di attesa positiva, che potrei definire una “profezia” che si autorealizza in termini positivi di trasformazione del Paese.

Con le nostre soluzioni, con le nostre competenze, con i servizi che direttamente o tramite i nostri partner locali strutturiamo, all’interno sia della grande impresa che della piccola e media, siamo perfettamente inseriti in questo contesto. Abbiamo più di 15.000 clienti in Italia, e una gran parte di questi sta già adottando, secondo una logica di democratizzazione delle tecnologie, tramite il cloud, soluzioni che fino a qualche tempo fa erano appannaggio delle grandi realtà. Questa democratizzazione degli strumenti tecnologici, unita alla disponibilità di grandi centri di ricerca, è estremamente interessante per noi, che intendiamo favorire la partecipazione dei suddetti settori al PNRR, con le nostre soluzioni basate sul cloud.

Il 2021 è stato l’anno in cui il tema della cybersecurity è atterrato in tutte le imprese. Quali prospettive concrete vi siete dati per il 2022?

La cybersecurity è un tema tecnologico, ma al contempo culturale e di processo. Cybersecurity innanzitutto parte da una cultura della certezza della sicurezza, che ciascun operatore, di fronte ad un video, deve mettere in campo. Per facilitare tale cultura della sicurezza è necessario per le aziende strutturare processi interni supportati dalla tecnologia. La nostra piattaforma 3DEexperience, che deriva da un ambito industriale –Aerospaziale e Difesa – in cui la cybersecurity sposa da sempre le necessità di proteggere la proprietà intellettuale e di assicurare una qualità del risultato finale di eccellenza, rispecchia esattamente il tema e lo applica anche a settori industriali che fino ad ora non avevano mostrato necessità di requisiti di sicurezza informatica particolarmente elevati.
Questo ci pone in una situazione di favore nei confronti del mercato italiano, che ha bisogno di processi e soluzioni che offrano un flusso di informazioni sicuro, ma al contempo equilibrato, per non essere costrette ad inserire in uno schema estremamente rigido la creatività all’interno dell’azienda. I processi interni devono essere controllati in modo tale che il dato venga sempre sottoposto ad un alto livello di accertamento della fruizione, quello appunto tipico, ad esempio, del settore Aerospaziale e Difesa. Ecco perché, anche grazie a questa esperienza e competenza, ci sentiamo di poter dare un contributo significativo nel mondo della cybersecurity.

Componente fondamentale della trasformazione digitale è il cloud. Quali sono le scelte che dovranno compiere le aziende italiane nel 2022?

Le aziende italiane, soprattutto le medie e le piccole, dovranno fare nel 2022 una scelta in termini di innovazione, facendo leva sul passato, ossia su un patrimonio fatto di contenuto informativo, ma anche di competenze e di sistemi interni, già a loro disposizione. La maggior parte delle imprese italiane, specie quelle del mondo della manifattura e dell’ingegneria, hanno a disposizione un tesoro che fino ad ora è stato utilizzato solo in parte. Parliamo soprattutto del CAD, il Computer-Aided Design, basato sul cloud, e quindi della possibilità di utilizzare la modellazione 3D e di andare oltre, secondo una logica di integrazione, verso tutti i processi aziendali, grazie al virtual twin. Il 3D può essere utilizzato per creare dei prodotti virtuali da mostrare in fiere virtuali; per connettere l’ingegneria con la parte di manufacturing secondo una logica di ottimizzazione del ciclo di produzione; per garantire che le persone che lavorano sul campo abbiano tutte le informazioni necessarie per adottare strategie di pianificazione particolarmente innovative in termini di manutenzione e servizio, eccetera.
Il tema fondamentale per le imprese nel 2022 sarà quindi, a nostro parere, la capacità di sfruttare questa eredità e di fare tesoro del passato. Ciò significa che non occorre partire da zero, o partire da una visione dell’innovazione che sconfessi il passato, ma anzi proprio da una che ne sappia cogliere il meglio. Il 3D è già presente e lungamente adottato in moltissime imprese italiane, per questo lo riteniamo un ottimo punto di partenza per continuare il processo di trasformazione digitale, che può favorire ad esempio l’evoluzione verso lo sviluppo del virtual twin anche al di fuori dell’ambito dell’ingegneria pura, quindi in quello dei servizi, del marketing, o a livello finanziario, del pricing di prodotto, e molti altri.

Dopo il Cop26 si è capito che la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oramai riguarda non solo tutti i Paesi ma anche tutte le aziende. Qual è la vostra strategia riguardo questi temi?

Sentiamo una fortissima responsabilità nei confronti di questi temi, intorno ai quali abbiamo preso impegni precisi, e ci siamo incaricati di un doppio ruolo.
Il primo assicura che le nostre stesse operazioni interne siano sostenibili. Decliniamo la nostra strategia di sostenibilità sotto forma di questi tre semplici principi: sperimentare il cambiamento (incorporando i principi in tutto ciò che facciamo e comunichiamo), armonizzare il nostro portfolio prodotti (impegnandoci a fornire ai nostri clienti strumenti e ispirazione per innovare, a loro volta, in modo sostenibile), collaborare con gli stakeholder (siamo motivati nel lavorare in partnership con clienti, dipendenti e tutti i nostri interlocutori ai fini di raggiungere questi risultati).

Abbiamo adottato una precisa metodologia di misurazione delle attività in termini di sostenibilità ambientale e sociale, basata su KPI dettagliati. Tra i tanti fattori presi in considerazione, ad esempio, citiamo le emissioni di CO2 pro-capite, il numero di donne che ricoprono ruoli Executive in azienda, e la percentuale di dipendenti che hanno completato training su Ethics and Compliance. Non solo abbiamo stabilito una strategia interna per ridurre le emissioni, con l’obiettivo di raggiungere il Net Zero entro il 2040, ma le nostre stesse soluzioni aiutano i clienti a migliorare la propria impronta ecologica. La piattaforma 3DExperience e le esperienze dei gemelli virtuali consentono, infatti, ai clienti di testare e migliorare le loro idee innovative senza rischi, ottimizzando il processo di creazione del valore per ridurre le emissioni e i rifiuti – in questo risiede il nostro secondo ruolo.

La tecnologia virtuale è per natura sostenibile e l’approccio multiscala, multidisciplinare, olistico e inclusivo all’innovazione, che le piattaforme virtuali come la nostra 3DExperience e le esperienze dei gemelli virtuali forniscono, offre alle imprese uno strumento per armonizzare prodotto, natura e vita, reinventando un’economia più sostenibile. Nel prossimo decennio, le organizzazioni si impegneranno per creare e adottare modalità di produzione e processi più puliti, attraverso iniziative e protocolli di sostegno, a partire dagli stabilimenti. Questi includono sicuramente l’analisi delle emissioni di gas serra e l’istituzione di cambiamenti per mitigare il loro effetto, come la creazione di modelli di produzione più snelli, e l’adozione di un approccio circolare alle risorse.
Ci siamo anche posti l’obiettivo di integrare entro il 2022 il Software di Life Cycle Analysis all’interno della nostra piattaforma, con lo scopo di permettere ai nostri clienti di monitorare loro stessi il footprint ecologico dei prodotti che sviluppano, e contribuire a decisioni collettive per preservare le risorse grazie ad un consumo più responsabile delle materie prime e dell’acqua.

L’idea ICT del 2022 di Dassault Systèmes

Se doveste proporre un unico investimento (prodotto, soluzione, metodologia) a un’azienda italiana, una scelta capace di produrre da subito un beneficio a livello di efficienza e competitività, su cosa verterebbe il vostro consiglio?

Il nostro consiglio è di partire coi piedi per terra, ma con una visione di lungo periodo, ossia di seguire una logica di quick win partendo da alcune aree, ad esempio adottando l’esperienza del virtual twin in ambito manufacturing con un’ambizione più grande che porti ad applicarlo in seguito anche in ambito marketing, finanziario, eccetera.

L’approccio che suggeriamo di seguire è quello di una scelta di piattaforma.

Questo perché una piattaforma predispone un ambiente di collaborazione che dà la possibilità alle persone di essere estremamente creative e che non le limita ai cosiddetti “muri cinesi”, i limiti che si creano per natura all’interno delle aziende sia secondo le logiche dell’organizzazione pre-silos, che anche talvolta secondo quella dei sistemi informativi (che trattano le tematiche di digitalizzazione in modo estremamente compartimentalizzato).

Il tema della piattaforma si allinea perfettamente allo spirito di imprenditorialità e creatività tipico dell’azienda italiana. Ecco perché suggerisco alle nostre imprese, dove la creatività poco si sposa con approcci parcellizzati e iper strutturati, di partire con alcuni verticali significativi utilizzando la tecnologia del virtual twin, facendo leva fin da subito su una precisa scelta di piattaforma, ossia su una visione di ampia integrazione dei processi, anche dal punto di vista della digitalizzazione.

La nostra 3DExperience platform consente esattamente quell’agilità nell’elaborazione di processi in loop, e non semplicemente lineari, particolarmente richiesta oggi, favorendo una vista, una visione e un controllo – che definisco positivamente caotico e creativo – su tutto l’ambito delle scelte e delle decisioni che avvengono all’interno dell’azienda durante il ciclo di produzione e che permette di mettere in contatto l’ingegnere di produzione con l’ingegnere di design, quest’ultimo con il finanziario sul costing, il costing e pricing a loro volta con le tematiche di marketing e così via…
Questa complessa integrazione orizzontale supera i confini interni per favorire una logica di efficace collaborazione anche verso l’esterno.

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