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Dalla computer vision di Konica Minolta nasce vera innovazione

Il potenziale esprimibile attraverso una telecamera, con relativi accessori, è al momento probabilmente una delle migliori dimostrazioni di cosa sia oggi realmente possibile ottenere in combinazione con l’intelligenza artificiale.

Si parla di vera innovazione, intesa come una serie di potenziali applicazioni in grado di migliorare già da oggi diversi aspetti della vita quotidiana, dalla sicurezza sotto ogni punto di vista alla logistica, dalla tutela dell’ambiente fino alla manutenzione predittiva di macchinari, andando addirittura oltre Industria 4.0. Applicazioni in ambito computer vision tutte da scoprire e valorizzare, meglio ancora se con la garanzia di chi nel settore può vantare un’esperienza ultrasecolare. «La nostra storia inizia addirittura nel 1873 con un piccolo negozio di prodotti fotografici a Tokyo – ricorda Davide Raggi, Product Manager IMS di Konica Minolta -. Era naturalmente un mondo molto diverso, dove ancora non era stata inventata neppure la lampadina. Un secolo e mezzo dopo siamo diventati un’azienda da circa quarantamila dipendenti con business diversificati».

Se della fotografia, uno dei punti forti storici di Konica Minolta, oggi è rimasto praticamente solo il ricordo, nel mondo della stampa per ufficio il marchio è sicuramente tra i più affermati. Per proseguire la storia però, i successi di oggi non bastano, è necessario guardare al futuro sempre in ottica di innovazione, alla ricerca di nuove opportunità.

«Anche se a malincuore, abbandonare la fotografia nel 2007 con l’arrivo di iPhone è stata un’ottima intuizione – prosegue Raggi -. Ci siamo dedicati ad altri settori, dove i risultati sono decisamente incoraggianti».

In particolare, a colpire nell’attuale Konica Minolta è proprio questa capacità di accettare la fine di un’era per aprirne subito un’altra senza esitazione. Per esempio, l’impegno nel mondo della Sanità porterà presto a una importante rivoluzione sul modo di effettuare delle radiografie. «Oltre ad aver inventato il pulsossimetro, a breve lanceremo il primo sistema di radiografia digitale dinamico. Il paziente potrà muoversi durante l’esame, e questo permetterà anche di studiare meglio eventuali problemi legati ai movimenti».

Il potenziale della video analisi

La reale percezione di come e quanto possa cambiare in meglio il quotidiano su larga scala, e non solo in situazioni particolari, è legata alle tante applicazioni della video analisi, o computer vision. Prima dei dettagli tecnici, scoprendo alcuni dei contesti dove questo si può applicare. «Più di telecamere, parliamo di computer con ottiche e sensori utili a interpretare e comprendere situazioni impossibili da inquadrare con il solo potere dell’occhio umano».

A partire da quello forse più classico e diffuso, la videosorveglianza. In questo caso, applicare sistemi di deep learning a un sistema di videocamere significa prima di tutto aumentare la possibilità di riconoscere i falsi positivi. Dall’animale domestico all’oggetto che cade all’interno di un locale o un magazzino, fino al bidone spostato dal vento all’interno di un cortile, la capacità di allertare solo in caso di effettivo bisogno significa aumentare la sicurezza.

È il primo dei tre livelli individuati da Konica Minolta per inquadrare la video analisi. Abbinando a una classica videocamera la tecnologia termica, si può per esempio portare a un livello superiore la difesa perimetrale. Dove un’ottica, soprattutto di notte, non può arrivare, rilevare il calore di un soggetto in movimento rivela informazioni preziose.

«Un altro esempio secondo me molto interessante è la protezione del territorio. Sfruttando la termografia si può rilevare un aumento di temperature di un’area prima che si sviluppi un incendio esteso, senza aspettare di dover vedere del fumo. All’interno di un impianto industriale, significa guadagnare secondi preziosi per evitare ingenti danni, eventualmente fissando dei limiti di temperatura al di sopra dei quali indagare».

Sul fronte sociale, la tecnologia Konica Minolta è in grado di studiare i movimenti delle persone in uno spazio pubblico. Riconoscere cioè gesti bruschi o sospetti utili a prevedere reati, come lo spaccio, o anche solo il pericolo di risse o semplici vandalismi.

In un contesto decisamente più tranquillo, analizzare i flussi all’interno di negozi e grandi magazzini. Sia per scopi di marketing, capire cosa attiri l’attenzione dei clienti, sia per individuare eventuali strettoie e ottimizzare i flussi modificando la disposizione degli arredi

Sicurezza a un livello superiore

A un livello successivo si inizia a parlare di sicurezza, e qui il ruolo dell’intelligenza artificiale aumenta di importanza. Qua entra in gioco la capacità di proteggere una persona semplicemente affidandogli un sistema di computer vision. Un contributo potenzialmente importante prima di tutto alla sicurezza sul lavoro. Per esempio, un software in grado di contare il numero di persone all’interno di una stessa area, rivelatosi molto utile durante il periodo Covid, risulta sempre valido in caso di superfici con una portata limitala.

Davide Raggi konica minolta
Davide Raggi

Tornando all’abbinamento con la termografia, è possibile tenere sotto controllo la temperatura della zona di lavoro di una persona vicino a un macchinario a rischio, come può essere un forno, o un materiale. Aumenti improvvisi di una soglia prefissata e considerati indice di anomalie permettono di allertare per tempo una persona a mantenere le distanze.

In modo non molto diverso dal traffico sulle strade, nella logistica si può vigilare sui movimenti dei mezzi all’interno di un magazzino per evitare incidenti, evitando i rischi di punti ciechi in prossimità degli incroci tra scaffali.

«In un futuro neppure troppo lontano, saremo anche in grado di riconoscere se una persona all’interno di un’area tutelata è protetta in modo adeguato. Se indossa correttamente il camice, ma addirittura capire se sui guanti indossati ci possano essere dei buchi».

L’ottimizzazione porta a risparmi sicuri

Al terzo livello, per complessità dell’applicazione, la computer vision può garantire un grande supporto prima di tutto alla logistica, o più in generale a ottimizzare una produzione. All’ingresso di un interporto, una soluzione Konica Minolta può leggere le targhe in entrata e in uscita senza dover occupare del personale dedicato per autorizzare il transito o meno. In più, riconoscere anche il codice di un container trasportato per controllare il contenuto e seguirne il percorso.

In un magazzino invece, diventa possibile scansionare fino a venti codici a barre in simultanea e gestirli di conseguenza.

All’interno di un impianto industriale con forni, ottimizzazione significa poter azionare un sistema di raffreddamento solo dove e quando serva, senza alterare le condizioni delle zone invece a regola, riducendo anche i costi per l’energia.

Infine, diversi Comuni hanno già apprezzato la possibilità di analizzare il traffico in prossimità dei semafori o incroci. Oltre a ottimizzarne i tempi, studiare anche le dinamiche di eventuali incidenti, per tipologia di veicolo.

Tanti progetti, tutti affascinanti, molto diversi tra loro per finalità e campo di applicazione. La migliore dimostrazione del vero potenziale dell’intelligenza artificiale oltre gli argomenti più mediatici. Al tempo stesso però, progetti molto impegnativi e complessi, anche solo perché ricchi di innovazione. «Non ci limitiamo a proporre telecamere, software e tutto quanto possa servire. Seguiamo da vicino i nostri partner e li aiutiamo a accompagnare un cliente in tutto il percorso».

Nello specifico, si parte dalla progettualità, mettendo i partner in grado di curarla in prima persona, a diretto contatto con il cliente finale. «Li aiutiamo a mantenere le competenze sempre aggiornate – conclude Raggi -, con un ricco programma di formazione e consulenze necessarie a permettere loro di agire in autonomia. Non si parla più di semplici sistemi di videosorveglianza, la parte di integrazione è quella veramente in grado di fare la differenza».

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