Dai server all’infrastruttura: il passaggio generazionale di Hp

A colloquio con Giampiero Savorelli, alla guida della divisione Iss di Hp. Dalla Converged Infrastructure ai vantaggi reali per i Cio.

Non si tratta semplicemente di nuovi prodotti e di nuove funzionalità. Gli annunci estivi di Hp in materia di server, storage, networking e gestione dell’alimentazione hanno introdotto un nuovo approccio alla gestione degli ambienti It.

Spiega Giampiero Savorelli, Manager della Business Unit Iss di Hp Italia: ”Il primo evidente vantaggio nella nostra nuovo proposizione sta nel ritorno dell’investimento”.
Savorelli si riferisce in modo specifico ai nuovi Blade ProLiant G7, che offrono una serie di innovazioni che consentono di velocizzare la distribuzione delle applicazioni, utilizzare le risorse It in modo più efficiente e ottenere un migliore ritorno sull’investimento.
”Sul mercato sono ancora presenti centinaia di migliaia di server di generazione precedente. Con i nuovi G7 parliamo di un ritorno dell’investimento misurabile già nell’arco di un mese. Se con la nuova macchina si va a sostituire un server analogo di generazione precedente, andiamo a incidere significativamente sia sul costo di acquisto, sia sull’immobilizzo, sia sulla riduzione costi operativi. Sono aspetti fondamentali: un mese è un traguardo importante soprattutto se parametrato ai tre-quattro mesi prima indicati come tipici”.

I nuovi ProLiant, insieme alle nuove soluzioni per la Converged Infrastructure di Hp, si inseriscono in una visione omogenea di consolidamento del data center, che punta sì al risparmio fisico ed economico, ma che non vuole trascurare né l’efficienza, né la capacità di calcolo.
”Rispetto alle generazioni precedenti, parliamo di un rapporto di consolidamento di 20 a 1, che sale addirittura a un rapporto 23 a 1 nel caso di macchine Amd. Concretamente, questo significa che si vendono meno server fisici per rispondere alle capacità richieste dal cliente, con evidenti benefici in termini di riduzione dei costi, di power % cooling, vale a dire proprio sui temi sui quali più si concentra l’attenzione dei clienti”.

Hp dà la misura concreta dei risparmi, quantificando nel 97% la riduzione dei costi energetici e nel 95% nei costi di licenze, considerato che insieme ai server vengono acquisiti anche software, gestione e amministrazione.

Hp tiene a sottolineare come tutti gli annunci si inseriscano in una visione completa, integrata e aggiornata con le ultime tecnologie introdotte sul mercato.
”Parliamo di una gamma di offerta completa: il portafoglio oggi include 26 famiglie di prodotti, con diversi processori e form factor. Ci sono gli x86, segmento in sofferenza lo scorso anno, ma in ripresa in questo 2010 e sul quale Hp investe circa 1 miliardo di dollari in Ricerca & Sviluppo. Ci sono gli smart grid. Ci sono i tool per la misurazione dei consumi energetici. Ci sono i Blade System Matrix”.
In questo caso, ad esempio, parliamo di server e storage in una unica enclosure, integrati con il software che consente di semplificare il provisioning delle applicazioni, utilizzando le risorse fisiche all’interno del blade e servendosi di un pool di risorse virtuali.
Si tratta di una soluzione che consente di risparmiare le settimane o i mesi di lavoro necessari a implementare e distribuire manualmente nuove applicazioni e servizi all’interno delle aziende.
”Attraverso il software di orchestration è possibile realizzare in pochi minuti una struttura Exchange per il cliente. Il software genera automaticamente le risorse che devono essere allocate per quella determinata applicazione. Tutto questo con risparmi di costi e tempi nel provisioning”.
Il che, tradotto in termini cari ai Cio, significa spostare il focus dal Capex all’Opex. Ovvero all’obiettivo reale dei nuovi investimenti in infrastruttura.

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