Responsabilità sociale di impresa, in inglese CSR: è la sfida del momento (e del futuro) con cui dovranno fare i conti tutte le organizzazioni, e il mondo It non fa certo eccezione. Intervistiamo per voi i leader di settore, svelandone strategie, impostazioni e focus d’azione. La tecnologia al servizio di società più eque ed inclusive non è uno slogan privo di contenuti, ma un obbiettivo concreto.
Del resto le aspettative dei cittadini sono elevate e impossibili da ignorare: una ricerca del World Economic Forum realizzata assieme ad Ipsos ha svelato che l’86% delle persone intervistate vorrebbe miglioramenti significativi in termini di inclusività ed equità sociale.
01net ha quindi deciso di intervistare le aziende più prestigiose del mercato It, chiedendo loro in che modo è cambiato il loro modello di business per accogliere queste importanti istanze.
Ha risposto alle nostre domande Franco Iorio, Amministratore Unico di Timenet.
La Corporate Social Responsibility sta determinando importanti cambiamenti nel modo di operare e produrre delle organizzazioni. Etica e profittabilità sono ancora temi opposti, oppure possono convivere con successo?
Stiamo vivendo un’epoca in cui il profitto sta diventando etico e mi domando se è una contraddizione oppure una nuova prospettiva. Penso che l’esistenza di un’impresa debba essere sostenuta dal profitto e l’etica dell’imprenditore debba portare a garantire a tutti i suoi interlocutori la massima affidabilità e sicurezza. Insomma, etica come promessa di trasparenza ed equità.
A me piace aggiungere il concetto di “restituzione” ossia che l’impresa possa restituire un pezzo del profitto, che essa ha saputo realizzare, in favore della comunità.
Questo sotto l’aspetto prettamente economico cui ritengo che si debba aggiungere anche la sostenibilità del progetto d’impresa ed elevare la sostenibilità verso l’ambiente. In breve, cambiare metodi di produzione e fonti di energia.
Oggi ci rendiamo conto che con la globalizzazione abbiamo favorito delle aberrazioni che non sono più sostenibili?
Altro tema è l’approccio alla globalizzazione che deve passare necessariamente attraverso delle scelte politiche. Faccio un piccolo banale esempio senza togliere valore a nessuno, avete mai notato che nei nostri supermercati troviamo anche le pere prodotte in Cile? Pensare che quella frutta ha fatto un lungo viaggio per arrivare sulla nostra tavola, quella frutta avrà tante qualità ma di sicuro non quella di essere “sostenibile” rispetto all’ambiente.
Oggi ci rendiamo conto che con la globalizzazione abbiamo favorito delle aberrazioni che non sono più sostenibili?
Essere inclusivi e aperti ad ogni tipo di minoranza: un’affermazione che, in passato, è stata più dichiarazione di principio che concreta realtà. Quali sono le vostre policy da questo punto di vista?
Noi abbiamo posizioni di lavoro aperte e nella selezione guardiamo solo a due parametri: 1° le doti umane delle persone; 2° le competenze tecniche o le potenzialità tecniche della persona.
Ogni altra caratteristica non è elemento di valutazione o criterio di scelta. In altre parole la nostra policy è aperta a persone per bene senza distinzione di alcun tipo.
Parlare di responsabilità sociale sarebbe impossibile senza riflettere sull’integrazione con le comunità in cui le società operano. Che progetti avete per il nostro Paese?
Noi rappresentiamo una goccia che può generare un riverbero su tutto ciò che la circonda.
Noi rappresentiamo una goccia che può generare un riverbero su tutto ciò che la circonda. Partiamo da noi stessi e dalle persone che lavorano con noi mediante azioni di welfare, mediante un premio di risultato destinando una fetta di profitto a favore dei nostri collaboratori.
Da diversi anni poi abbiamo favorito il sostegno a varie iniziative culturali del nostro territorio e anche ad alcune di respiro nazionale. Spaziamo dai beni culturali al sostegno al terzo settore.
Abbiamo deciso di non fare infrastruttura di rete proprietaria ma di usufruire di quella implementata da altri proprio per ridurre i costi ambientali che con la sovrapposizione delle reti telematiche sono a mio avviso uno spreco di risorse. Per tale ragione siamo sostenitori della rete unica nazionale che deve essere a disposizione degli OLO per dare a tutti la stessa possibilità di operare senza lo spreco degli scavi doppi talvolta anche tripli.
Il welfare aziendale, molto sviluppato nelle nazioni del nord Europa, ha fatto fatica ad affermarsi in modo organico in Italia. Nelle vesti di leader It, in che modo agevolate la vostra forza lavoro?
Da tre anni abbiamo introdotto la frutta fresca in azienda, abbiamo ingaggiato il fruttivendolo di zona che ha prodotti di qualità e a km ridotto per farci portare due volte la settimana frutta fresca offerta dall’azienda. Da due anni le macchinette del caffè erogano bevande calde come appunto caffè e the gratuitamente. Ancora più concretamente da tre anni abbiamo stanziato ogni anno un importo a favore di ogni dipendente da spendere per beni e servizi tramite una piattaforma welfare.
Servizi che riguardano la sfera della famiglia, della cultura e della salute. Dalle spese mediche, alla spesa, i viaggi e i libri di scuola.
Il benessere a tutto tondo sul posto di lavoro è contemporaneamente fonte di benessere per il singolo e motore per la produttività che deve essere una conseguenza ed un obiettivo da non perdere di vista.
Lavoriamo molto sul clima aziendale e favoriamo rapporti informali e distesi. Il gioco è un valore importante e che cerco in prima persona di portare tra i corridoi senza perdere di vista la concretezza e l’operatività.
La possibilità d’interfacciarsi con qualunque livello aziendale in modo amichevole, giocoso e con fiducia penso sia un grande valore, forse non economico, ma comunque un grande valore.
Il benessere a tutto tondo sul posto di lavoro è contemporaneamente fonte di benessere per il singolo e motore per la produttività che deve essere una conseguenza ed un obiettivo da non perdere di vista.
In ultimo, impossibile non parlare di sostenibilità ambientale, anche alla luce della COP26 e della fortissima sensibilità sulle tematiche da parte dell’opinione pubblica. Come avete progettato la vostra roadmap per ridurre la vostra impronta ecologica?
Per noi la massima e più efficace azione che possiamo fare e che stiamo pianificando è quella di operare in uffici a basso impatto ambientale.
La nostra futura sede che è in fase di progettazione avrà proprio questa caratteristica fondamentale. Quindi un edificio con elevatissima efficienza termica per gli accorgimenti tecnologici e di struttura edile che adotteremo, una elevata quota di produzione di energia elettrica tramite l’impianto fotovoltaico, pensiline con tetto fotovoltaico per alimentare le colonnine di ricarica per le auto dei dipendenti e quelle aziendali.