copyright

I negoziatori del Parlamento europeo, della Commissione e del Consiglio hanno raggiunto l’accordo sulle nuove regole UE sul copyright nell’era digitale.

L’accordo politico raggiunto è teso a adeguare le regole sul copyright all’attuale mondo digitale. Uno scenario in cui sono cambiati enormemente i canali di accesso alle opere creative e agli articoli giornalistici. In cui i contenuti sono veicolati attraverso servizi di streaming musicale, aggregatori di notizie, piattaforme di video-on-demand e di user-uploaded-content.

La proposta di regolamentazione, nelle sua prime stesure, aveva suscitato numerose polemiche e posizioni critiche. Lo scorso settembre il Parlamento europeo aveva approvato il mandato negoziale su un testo che apportava alcune modifiche.

L’ultima tappa segna dunque l’accordo raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio, o meglio, tra i rispettivi negoziatori. L’iter non è ancora concluso. L’accordo deve ora essere approvato dai rappresentanti del Consiglio, dalla commissione parlamentare per gli affari giuridici e dalla plenaria del Parlamento.

I termini dell’accordo sul copyright digitale

Nel comunicato, il Parlamento europeo spiega che: come regola generale, la condivisione di frammenti di articoli non sarà soggetta al diritto d’autore. Questo è stato uno dei punti più criticati, per il rischio di tarpare il libero scambio di link, spunti e idee su Internet.

Tuttavia, prosegue la nota, l’accordo contiene anche misure per evitare che gli aggregatori di notizie abusino di questa concessione. In base all’accordo, il cosiddetto “snippet” potrà quindi continuare ad apparire nel newsfeed di Google News, ad esempio. Oppure a essere condiviso su Facebook. A condizione, però, che il testo sia “molto breve”: si parla di “very short extract” o “individual words”.

Un’indicazione generica quale ”molto breve” potrebbe però ancora lasciare spazio a diverse interpretazioni e a contestazioni. Inoltre, l’impianto principale rimane grosso modo intatto.

L’accordo prevede anche che il caricamento di opere protette a scopo di citazione, critica, recensione, caricatura o parodia è protetto. Ciò assicurerebbe che meme e GIF continuino a essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online. Questo era un altro punto su cui si erano concentrate le più intense critiche, e l’accordo sembra voler disinnescare tali timori.

In sostanza, la posizione del Parlamento europeo è che i co-legislatori si sono impegnati a garantire che Internet rimanga uno spazio di libera espressione. I frammenti degli articoli di cronaca potranno così continuare a essere condivisi senza violare il diritto d’autore. Così come le GIF e i meme. Senza però che sia alterato lo spirito essenziale delle nuove regole sul copyright online.

Diritti d’autore al tempo di Internet

Il nucleo principale del provvedimento rimane intatto. L’intento, cioè, che le piattaforme online dei giganti del web debbano condividere con artisti e giornalisti i ricavi ottenuti dall’uso delle loro opere. Naturalmente, le realtà maggiormente interessate alle nuove regole europee del copyright online sono piattaforme quali YouTube, Facebook e Google News.

Rimane il concetto base che attribuisce ai giganti del web la responsabilità di firmare accordi di licenza equi con i titolari dei diritti.

Il testo specifica che il caricamento di opere su enciclopedie online a scopi non commerciali, come Wikipedia, o piattaforme software open source, come GitHub, sarà automaticamente escluso dalle nuove regole. Inoltre, le piattaforme start-up saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle più consolidate.

Rimane salvo anche il principio di una equa remunerazione per l’uso di un’opera di cui si detiene i diritti, per gli autori e gli editori. I quali, avranno un peso specifico maggiore, con le nuove norme, per poter ottenere accordi di licenza più equi. Vengono anche offerte maggiori possibilità per autori, artisti e creatori di contenuti, di far valere i propri diritti. Sia nei confronti delle piattaforme online che dei publisher e editori, nel caso in cui questi ultimi non facciano abbastanza.

Su questa pagina del sito del Parlamento europeo è presente una lista di domande e risposte sul tema delle nuove regole del copyright digitale.

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