Continua il periodo negativo per Fujitsu

Dopo gli attacchi terroristici che hanno colpito gli Stati uniti lo scorso 11 settembre, il produttore giapponese ha di nuovo ribassato le proprie previsioni finanziarie

Non si arresta l’emorragia che ha colpito Fujitsu.


Dopo aver annunciato risultati negativi anche per il secondo trimestre
il produttore giapponese ha prontamente rivisto per la seconda volta le proprie
previsioni finanziarie.

Nei tre mesi precedenti al 30 settembre scorso,
la società ha registrato perdite pari a 118,6 miliardi di yen, circa 969 milioni
di dollari, o 60,29 yen per azione.

Un risultato estremamente negativo
se comparato ai 30,5 miliardi di yen in termini di profitto, o 15,4 yen per
azione, riportati nello stesso periodo di un anno fa.

Per tutta
risposta, Fujitsu ha annunciato l’intenzione di lasciare a casa altri 4.500
dipendenti, 4mila dei quali provenienti dagli stabilimenti d’oltreoceano, e i
rimanenti 500 “nostrani”.

A quanto pare, la ristrutturazione approntata
nel corso dei primi sei mesi di quest’anno non è bastata a mettere a posto le
cose, mentre gli attacchi terroristici che hanno colpito gli Stati Uniti lo
scorso 11 settembre hanno intensificato il clima di crisi. Clima che tra l’altro
continua a interessare il mercato dei semiconduttori e dei chip utilizzati nelle
memorie delle apparecchiature cellulari.

Ciò nonostante, i risultati
riportati per il secondo quorter hanno superato le aspettative del mercato, ma
questo soprattutto in virtù del fatto che i costi originariamente annunciati da
Fujitsu per la prima parte della propria ristrutturazione sono stati inferiori
al previsto.

Quanto avvenuto a New York ha portato la società a rivedere
le proprie previsioni per l’intero anno 2001 e ad annunciare perdite nette del
gruppo per 310 miliardi di yen e di 5,2 milioni di miliardi in termini di
vendite.

Solo lo scorso giugno, queste stesse previsioni parlavano di
perdite per 220 miliardi di yen e di 5,4 milioni di miliardi in meno per quanto
riguarda le vendite.


 

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