Come estrarre valore dagli hot data

Freddi, caldi o al calor bianco, nel nuovo mondo degli oggetti connessi la gestione dei dati torna centrale. Per Teradata il vantaggio competitivo torna alla business intelligence, che al lato strategico ora associa quello operativo.

Dopo decenni di tranquilli dati strutturati, il panorama del datawarehousing e della Business intelligence si sta modificando molto rapidamente, richiedendo un profondo cambiamento dell’approccio alla gestione degli asset aziendali.

Una prima ondata di social media ha gonfiato improvvisamente i sistemi di storage richiedendo nuovi tipi di analisi; subito dopo, l’internet delle cose promette di ripetere molto rapidamente il processo, facendo esplodere la quantità di dati non strutturati.
Forse è necessario ripensare ai flussi e alla struttura.

Certo nuovi sistemi di memorizzazione fisica e logica, e nuovi schemi di analisi, promettono vantaggi competitivi alle aziende che meglio si attrezzeranno.
È un settore ancora in fase di sviluppo, quindi è meglio parlarne con tecnici di provata esperienza.

Abbiamo intervistato Stephen Brobst, Cto di Teradata, in occasione della tappa romana del roadshow europeo dell’azienda di datawarehouse.
Siamo in una fase di transizione dall’era degli exabyte, basata sulle fredde transazioni, all’era degli zettabyte, che promette interazione: nella sua prima presentazione al roadshow Brobst propone questo nuovo avvento, mettendo la data di non ritorno all’inizio del 2011.

«Negli ultimi anni le nuove tipologie di dato sono aumentate enormemente, dai blog a Facebook, così come i tipi di dato, includendo audio e video – apre Brobst – ma adesso i tag Rfid e la localizzazione promettono di aumentare l’ordine di grandezza della mole di dati ancora di più».

Nello sviluppare soluzioni opportune, Teradata mantiene lineare la scalabilità dei dati. D’altronde l’expertise è molto forte già nei classici dati strutturati, spesso raccolti con l’aiuto di partnership forti con altri operatori del settore, sia specifici (Sas, Sap) sia in coopetition (Ibm, Oracle).

Identikit dei nuovi dati

Principalmente si tratta di materiale non strutturato e di nuovo tipo che contiene informazioni di grande valore, che andrebbero estratte correttamente.
Un esempio è il nuovo tipo di dato per la gestione della modifica di posizione di un dispositivo nel tempo, un approccio che questa azienda di Bi usa spesso nella descrizione delle sue soluzioni.
La classificazione dei dati secondo un approccio a più livelli, per riferirsi sempre a quelli più caldi, viene definita Multi-temperature data management, almeno da Teradata.

Ma è anche un problema di prestazioni. «Storicamente la velocità di elaborazione dei chip è cresciuta molto di più della velocità di trasferimento verso le memorie di massa, quindi il problema attuale è l’I/O», continua il Cto, spiegando che le soluzioni oggi disponibili sono compressione dei dati e memorie di massa allo stato solido. La compressione è molto importante: «oggi viene usata ad un fattore 50/60%, ma in un prossimo futuro si spera di raggiungere il 95%», un numero non sempre interpretato correttamente, perché equivale a ridurre di 8 volte lo spazio richiesto e quindi aumentare di altrettante volte la velocità di trasferimento dei dati utili.

Energia operativa in tempo reale
È curioso notare come nonostante le rivoluzioni informatiche, l’analisi dei dati sia spesso rimasta a 40 anni fa. «C’è un grande movimento mondiale verso il settore energetico, un mondo rimasto fermo molto a lungo – spiega Brobst -. Nel tempo l’energia non diventerà più economica e l’impiego di smart grid è quasi inutile se non si analizzano i dati dei misuratori domestici per evitare i picchi di richiesta».

Oltre che come valore in sé, il nuovo approccio al settore elettrico è anche una potente metafora di come la business intelligence sia essenziale con i nuovi dati.
«Per molto tempo l’analisi dei dati è rimasta confinata al piano strategico – ammicca il Cto – ma con i nuovi strumenti, per gran parte in real time, i vantaggi sono oggi anche nell’area operativa».

Spesso una metodologia rigorosa non è più al passo con i tempi, perché richiede troppo tempo; anche Teradata punta sull’agilità, un termine recentemente entrato nel lessico informatico. È un altro sintomo della trasformazione richiesta alla struttura del business per chi voglia competere ad alto livello.

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