Chi passerà a Windows 8?

La fascia dell’enterprise non pare avere molta fretta. E tra i CIO si parla, sempre più spesso, di adozione selettiva.

Sembra un tuffo nel passato. In un passato non così remoto, visto che in fondo stiamo parlando di tre anni fa.
Allora, al momento del lancio di Windows 7, molti tra gli analisti, Gartner in primis, guardavano con una certa diffidenza all’arrivo del nuovo sistema operativo di Microsoft, raccomandando prudenza, cautela e soprattutto nessuna fretta nella fase di adozione.
Pochi trimestri dopo la cautela cominciava a trasformarsi in urgenza, ma la crisi aveva nel frattempo imposto freni non più tecnologici bensì economici a un percorso di adozione che – a guardare i consuntivi di oggi – sembra in realtà essere proseguito fluidamente, senza scossoni né impennate.

E ora siamo daccapo.
Il lancio di Windows 8, atteso per la fine di questa settimana, sembra accompagnato da un po’ di scetticismo sia da parte di alcuni analisti, sia da parte delle imprese.

Il nuovo sistema operativo, in sintesi estrema, viene di fatto ”accusato” di voler accontentare un po’ tutti (una nuova interfaccia, le tile, il touch, le App), finendo per non rispondere di fatto alle esigenze di nessuno se non dell’utenza consumer.
Ed è questa chiave di lettura che ne anticipa il rilascio che sembrerebbe spaventare le aziende, soprattutto quelle che ancora non hanno saputo o voluto recidere il cordone ombelicale che le lega a Xp.

In realtà, anche in casa Microsoft la svolta consumer del sistema operativo sembra non solo evidente, ma anche consapevole.
Windows 8 nasce da una ponderata riflessione di come l’utilizzo della tecnologia stia cambiando, per questo non stupiscono le dichiarazioni, riportate questa mattina da Reuters, di Ron Markezich, alla guida dell’Enterprise & Partner Group di Microsoft.
Markezich sostiene, infatti, che nel momento in cui i confini tra consumer ed enterprise si fanno sempre più labili, il vantaggio per i client business sta proprio nell’opportunità di non dover scendere a compromessi tra tablet e pc, come invece avviene oggi.

Ma al di là delle intenzioni, restano i fatti.
Un’azienda come Volkswagen, che lo scorso anno ha spostato 60.000 pc a Windows 7, difficilmente intraprenderà a breve un nuovo percorso di migrazione, e come lei faranno altri.
Certo, normalmente ci vogliono almeno 12 mesi prima che un percorso di adozione del nuovo sistema operativo prenda il via all’interno delle organizzazioni più grandi.
Questa volta, tuttavia, sembrano esserci nuove resistenze.
Gartner, ad esempio, si dice convinta che adozioni diffuse nelle grandi aziende rappresenteranno una minoranza, e attesta il tasso di adozione nel comparto enterprise non oltre il 20%. 
Sul fronte dei CIO, evidentemente attenti a non caricarsi di oneri eccessivi per migrazioni non ritenute al momento necessarie, ferma restando la richiesta di downgrade di nuove macchine a Windows 7, prende piede l’idea di una adozione selettiva, che porta a identificare chi, all’interno dell’azienda, ha esigenze di mobilità tali da rendere ipotizzabile, se non addirittura auspicabile, l’utilizzo di un device con caratteristiche particolari.
E potrebbero essere proprio le caratteristiche di manageability dei dispositivi a cuore Windows 8 che potrebbero conquistare il favore degli It manager, aprendo il passo a una adozione più consistente e diffusa, se pur diluita nel tempo.

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