Cento di questi numeri!

Festeggiamo il traguardo con le testimonianze degli addetti ai lavori, un po’ nostalgici, molto attivi e soprattutto riconoscenti al canale

Cento candeline non ci stanno su una torta. Ma ci vorrebbero. Tutte. Perché in questi quasi dieci anni di pubblicazione Computer Dealer & Var (per gli amici Cdv e per i più pignoli Cd&V) è cresciuto e ha raggiunto una vera e propria maturità riconosciuta da molti. Poi, va detto che ci sono certe verità che non “scadono” mai. E Computer Dealer & Var negli anni lo ha dimostrato: osservatori di prezzi in caduta libera, politiche di vendita da affinare, canale indiretto come strategia vincente. C’è anche un’altra peculiarità: è questo un settore con un forte turnover, ma… nomi, cognomi e visi si amalgamano con una facilità impressionante. E così si scopre che quello che prima si considera un odiato concorrente, ora diventa padre padrone del nostro futuro cui dedicare anima e corpo le nostre giornate lavorative.



“Avevano detto”

Un po’ per gioco, un po’ per nostalgia abbiamo voluto riprendere in mano (in maniera assolutamente random) i “vecchi” numeri di questo mensile (lo sapevate che è una delle poche riviste che gli addetti ai lavori collezionano?), spulciare gli “hanno detto”, evidenziare le Cassandre che si nascondono in noi e in voi. C’è materiale su cui riflettere. Come quello offerto dal numero “Uno” di Cdv dove si indagava se i listini servissero o meno. Paolo Engheben, allora in Compaq, affermava: “Il listino è stato messo fuori gioco. L’alternativa Compaq (quella di allora, quella che doveva ancora digerire l’acquisizione Digital e quella che non avrebbe mai scommesso una lira su quello che è avvenuto nel settembre del 2001 – ndr), è far fissare i prezzi al rivenditore sulla base di un listino consigliato tenendo conto di qualità e servizi”. Era l’aprile del 1992. E Alberto Scolari, che in Digitronica è sempre stato (anche se adesso l’assetto azionario è completamente diverso), ribatteva: “Una politica di imposizione dei listini è inattuabile anche a causa delle continue azioni di disturbo attuate sul mercato”.
Insomma, questo era il clima di allora (ma non pare le cose siano un granché cambiate). Botta e risposta di due fronti che convivono, ma non sempre del tutto in sintonia.



Il futuro delle reti

Cambiamo argomento e troviamo un’altra verità: vendere la tecnologia di rete. Diceva Lelio Canossa di OpcLan (altro manager che non si è mosso dal suo incarico, ma che, anche in questo caso, ha dovuto “cedere” alle lusinghe di un grosso gruppo): “Le reti continueranno la loro crescita anche nei prossimi anni con un ritmo forse più misurato e soprattutto strizzando l’occhio anche a utenti piccoli con soluzioni entry level e ai grandi con l’integrazione nel sistema informativo aziendale”. Intuizioni! E sì che Internet era ancora di là da venire (allora era solo uno studio da laboratorio).
Sul terzo numero scopriamo che nasce Oracle Italia. A fondarla era Datamat, che ne deteneva anche un buon 20%. Il resto era controllato dalla corporation. Beh, è proprio il caso di dire che di acqua ne è passata sotto i ponti.
Ma saltiamo qualche numero e arriviamo alla primavera del 1993.
Noi titolavamo: “Adesso chi copia paga”. Le perdite erano stimate attorno ai 600 miliardi di lire e la Bsa era intenzionata a fermare ogni abuso. Le ricette erano diverse, Maurizio Bedina, allora in Microsoft, diceva: “Deve diffondersi tra i dealer il concetto di fare business con il software. Su questa base le terze parti possono diventare un formidabile strumento di educazione alla legalità”. Ma si doveva (lo si deve ancora fare) uscire dal concetto “vendo il ferro attraverso il software”. Forse ora, ma solo nel caso delle grosse applicazioni, il modello Asp cambierà qualcosa. La Novell di quello stesso anno acquisiva Wordperfect e Quattro Pro di Borland e si preparava a diventare a tutti gli effetti il grande concorrente di Microsoft. Peccato che la realtà sia ben diversa. Intanto era proprio il 1993 l’anno in cui si preparavano i merger che sarebbero avvenuti negli anni successivi. In quegli anni si guardava alla Francia come Paese di massima concentrazione dei distributori stranieri.



Alcune meteore da ricordare

Sempre di Francia e affini si parla quando nel novembre 1995 il gruppo Bull affidava tutta l’indiretta a Zenith Data Systems, contando sulla forza vendita di dieci distributori. Meteore? Sì e non è l’unica. Vi ricordate Ast? Poi si potrebbe parlare di quello che era una volta Olivetti. Cdv allora titolava “Olivetti Pc volta pagina” e da qui nasceva Piedmont. Ma era solo la prima mossa. Intanto con grande sorpresa vediamo che il canale si adatta magnificamente (più o meno, insomma) a qualsiasi decisione/scossone gli venga preparato. Distribuzione compresa. C’è una sorta di avanti a chi tocca: e prima o poi tocca a tutti. Ora, saltando qualche numero, siamo alla notizia del momento Hp e Compaq. Di sicuro ci sarà qualcuno che rimpiangerà i bei tempi all’insegna dell’accanita concorrenza.

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