Bt Albacom: obiettivo Mvno

La società presenta nuovi servizi di convergenza fisso mobile indirizzati al mondo delle imprese e fa domanda per essere ammessa a operare com Mobile Virtual Network Operator.

La notizia arriva quasi a margine della conferenza nel corso della quale sono
stati presentati non solo i dati di bilancio, ma anche le prime sperimentazioni
di convergenza fisso mobile attuate in casa Eni.

L’amministratore
delegato di Bt Albacom Corrado Sciolla  ha confermato che entro la
fine del mese di giugno la società da lui guidata presenterà la domanda per
essere ammessa ad operare in qualità di Mvno (Mobile Virtual Network Operator)
sul territorio italiano.
Una richiesta che la società ha del resto già
presentato anche in altri Paesi, Spagna inclusa.

La decisione di essere
ammesso come Mvno (dunque in grado di utilizzare in affitto le reti di Tim,
Vodafone, Wind e 3) nasce dall’aver constatato la difficoltà di formalizzare
accordi di tipo wholesale per i servizi convergenti fisso-mobile.

Che poi
sono l’ultima frontiera per Bt Albacom. E non solo per lei.

E non a caso
Corrado Sciolla ha tratteggiato i punti salienti delle proposte di cui più si
parla in queste ultime settimane, a partire da Vodafone Casa, con un approccio
più tariffario che tecnologico e di fatto indirizzata al mercato consumer,
passando per Telecom, e la soluzione Unica, basata su Uma (Unlicensed
Mobile Access) e fortemente giocata sul mobile, fino ad arrivare alla proposta
di Bt, che parte invece dal fisso.

L’approccio Bt per la convergenza
fisso-mobile è indirizzato in modo chiaro al mercato delle imprese, alle quali
la società di fatto offre la possibilità di estendere i servizi di rete fissa
utilizzando laddove presente Wi.Fi, e dunque appoggiandosi alle Vpn oppure alle
reti Gsm/Umts utilizzando terminali di nuova generazione dual mode.


Per le aziende, oltre a un evidente risparmio in termini di costi,
l’opportunità concreta sta nel poter estendere tutti i servizi aziendali,
inclusi short number, rubrica, messaggistica, su un unico dispositivo e su
un’unica piattaforma
“, ha spiegato Sciolla.

Rispetto alla
proposta Telecom, ha precisato, la differenza sta nel tipo di protocollo (Sip
invece di Uma) e nell’interfaccia unica che dunque facilita la convergenza dei
servizi.

Tecnicamente la convergenza è già realtà, e Bt Albacom la sta
sperimentando in alcune sedi Eni a Roma e Milano. I nodi da sciogliere
riguardano da un lato la disponibilità di terminali dual-mode (al momento si
parla di Nokia e Samsung) e dall’altro la tariffazione. Fino a quando Bt Albacom
non raggiungerà un accordo di tipo wholesale con qualche operatore o non verrà
accreditata come Mvno non si potrà parlare di tariffazione unica.

Nessuno
sbilanciamento sui tempi.
L’apertura commerciale del servizio è prevista per
la fine dell’estate, mentre per gli eventuali accordi non ci sono al momento
ipotesi ufficiali.

Per quanto riguarda infine l’anno fiscale chiuso lo
scorso 31 marzo, i ricavi si sono attestati a 753,3 milioni di euro, in crescita
del 13,4% sull’anno precedente, mentre l’Ebit ha toccato i 62,3 milioni di euro,
in crescita del 53%. In queste non cifre non sono compresi i risultati di
Atlanet Spa, acquisita alla fine dello scorso anno e ora completamente integrata
nella struttura Bt Albacom.



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