Bt Albacom: nome nuovo, nella continuità

Presentati il nuovo branding per la società, dopo l’acquisizione da parte della britannica Bt, e risultati d’esercizio. Nuovo focus sulle pmi.

Quattro mesi dopo la formalizzazione dell’accordo di acquisizione da parte
di Bt, Albacom cambia nome.
Come a suo
tempo promesso, di Albacom non si perde traccia, né, visto che la scelta di configura come definitiva, si perderà nei prossimi anni.
Perché il nome scelto (“Davanti a una bottiglia di Brunello ci abbiamo messo due secondi, senza bisogno di convocare una società specializzata”, ricorda François Barrault, presidente di Bt International) è
davvero un segno di continuità: Bt Albacom.

La presentazione del nuovo branding è per Bt Albacom anche l’occasione per l’annuncio ufficiale degli ultimi dati di esercizio.
Dopo un 2004 in lieve recessione, il 2005 si è chiuso il 31 marzo scorso con ricavi per 664 milioni di euro, in crescita del 4,1%. Per il margine operativo si parla invece di un incremento del 150% rispetto al precedente esercizio, fino a toccare i 40 milioni di euro, alla soglia del 6% dei ricavi.
Note positive anche per quanto concerne la
situazione patrimoniale: nel corso dell’esercizio Albacom è riuscita a ridurre
del 57% il debito finanziario.


Nel commentare questi risultati, l’amministratore delegato della società Corrado Sciolla sottolinea come ”nel corso dell’esercizio il peso degli ex azionisti Bnl, Eni e Mediaset nella composizione del fatturato è sceso sotto il 25%, segno che il mercato captive sta gradualmente perdendo la sua preponderanza rispetto al passato. Per altro abbiamo in pipeline 18 trattative con altrettanti grandi clienti, anche in questo caso con un netto miglioramento sul 2004”.
E per l’esercizio in corso, la società
conta di chiudere il 2006 il prossimo 31 marzo con un incremento del 10% sui
ricavi, che potrebbero così raggiungere i 725 milioni di euro, mentre per quanto
riguarda il margine operativo si parla di un incremento del 50% a circa 60
milioni di euro.


E veniamo alle strategie di medio
periodo, fermo restando il rinnovo su base quinquennale dei contratti con Bnl,
Eni e Mediaset, Bt Albacom ha tre focus primari: full outsourcing, VoIp su Vpn,
e piccole e medie imprese.

”Abbiamo dato vita a una business unit dedicata al mercato Sme – racconta Sciolla -, segmento nel quale rientrano le aziende con una spesa tlc superiore ai 40.000 euro l’anno. Per questo comparto, che seguiamo con una rete indiretta presente capillarmente sul territorio,
abbiamo ampliato notevolmente l’offerta, aggiungendo ai servizi voce anche Adls, voce su Ip e reti integrate”
.

Niente di nuovo invece in merito ad alcune delle indiscrezioni che recentemente sono circolate relativamente alla presenza di Bt in Italia.
Nessuna intenzione, nelle parole di Barrault, di aumentare la partecipazione in I.Net: il tetto resta all’attuale 55%.
Nessuna nuova nemmeno sul fronte Atlanet: ”Certo se fosse in vendita prenderemmo in considerazione un’ipotesi di acquisizione, viste le evidenti sinergie – sono le parole di Sciolla – ma fino ad ora non v’è nulla di concreto”.
Per quanto concerne H3g, i colloqui per una collaborazione che porti alla creazione di una offerta integrata fisso-mobile sono in corso, ma l’ipotesi di un accordo di operatore mobile virtuale sembra al momento meno praticabile di un più tradizionale wholesale.
Quanto alle possibili cause nei confronti di Telecom per abuso di posizione dominante, analogamente a quanto già fatto da Fastweb, le premesse ci sono, ma né Sciolla né Barrault hanno voluto sbilanciarsi.
Così come poco i due manager hanno voluto rivelare su Blue Phone. Il servizio, che rappresenta una applicazione concreta di convergenza fisso-mobile, verrà lanciato tra qualche settimana nel Regno Unito.
In Italia non si vedrà prima di 12 mesi e in ogni caso non prima che abbia trovato un contesto applicativo business.
Partner?
Se e quando sarà, H3g,
ovviamente.

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