Bill Gates agli sviluppatori: «Guardate avanti»

L’uomo di Redmond chiude la kermesse milanese con un discorso ai professional. Poche novità.

E alla fine, Bill Gates ha parlato anche agli sviluppatori, ai tecnici, ai professional. Insomma, a tutti coloro che mettono le mani nella pasta di Redmond.


Lo ha fatto nel contesto della Microsoft Technical Conference, che si e’ tenuta ieri a Milano: una reunion ad alto contenuto di bit che ha visto partecipare oltre 3mila persone. La cui presenza è stata rilevata, caratteristica interessante, da un sistema a radio frequenza implementato da Etnoteam: i partecipanti sono stati dotati di badge Rfid con cui hanno avuto accesso alla manifestazione, alle sessioni tecniche e agli incontri con i partner Microsoft.


Tornando a Gates, il capo degli sviluppatori di Microsoft, come ama farsi chiamare da un po’ di tempo, di quei 3mila ne ha incontrati si e no un migliaio. E’ planato alla Technical Conference, infatti, alle sei de-la-tarde.


Un po’ tardi, per tutti, ormai esausti da una lunga giornata di impegni, lui compreso.


Reduce dall’aver parlato all’inaugurazione del Futurshow, agli imprenditori in Assolombarda e agli interessati all’accordo fra Microsoft e le Poste italiane, ma soprattutto nel bel mezzo di un tour europeo che la notte lo avrebbe portato a Madrid (il giorno prima, Copenaghen e Parigi), Gates ha dovuto illustrare l’indirizzo che Redmond dà allo sviluppo software.


Non sono temi nuovi, va subito detto, lontani da quell’angolarità che ebbero l’ultima volta che ci fu un contesto simile a Milano.


Sono tematiche a lunga scadenza, quindi, concentrate e da espandere nel corso del tempo.


Si parte dalla presa d’atto di cosa voglia dire il progresso dell’hardware: velocità dei processori (ma non era più importante, secondo Intel?) il passaggio da 32 a 64 bit, il multiprocessing, le reti Gigabit e, perché no, la tecnologia di riconoscimento a radio frequenza.


Di fronte a tutto questo progredire, ecco il primo messaggio, compito del software è semplificare la gestione dell’It per il cliente. Windows Server System e il framework .Net andrebbero in questa direzione (e qui Gates snocciola tutte le anime infrastrutturali della piattaforma server).


Fa notare, il capo degli sviluppatori, che un team apposito da lui voluto ha lavorato trasversalmente sul tema della riduzione della complessità, in un’ottica di approccio integrato, che alla fine di tutto deve proporre il concetto globale, olistico, di “trustworthy computing”.


A fronte di tutto questo approccio, un po’ di autocelebrazione concreta non guasta. E allora sotto a far notare come nel giro di due anni gli sviluppatori professionali di .Net abbiano sorpassato quelli di Java (rimasti al palo del 30%, mentre i primi sono passati dal 25 al 40% dei totali).


E poi il futuro, immediato e prossimo (Longhorn, Win Fx, Avalon, Indigo). Una roadmap, insomma. Che Gates invita a interpretare accendendo la lampadina, guardando avanti: il software è sempre l’elemento chiave per lo sviluppo e per approfittare delle grandi opportunità, sempre che siano colte con la volontà di interpretare i bisogni dei clienti.


Insomma, alla fine dei fatti, tutto un po’ scontato.


Ma è scusabile e volentieri. Se tutto è già stato detto, forse è anche merito nostro.

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