Bill Gates “super guest star” del Futurshow

Primo appuntamento della giornata milanese del chairman e chief software architect di Microsoft. Che dice: “Europa e Usa sono in ritardo rispetto all’Asia”

“Salve amici del futuro, al Futurshow quelli che guardano al passato e
parlano di tradizione non li vogliamo”
. Alessandro Cecchi Paone, nuovo
maitre a penser della tecnologia, non lesina la retorica nella giornata di
presentazione della prima edizione del Futurshow milanese. Ti aspettimisure di sicurezza imponenti e poi quando arrivi scopri che i
filtri sono un po’ all’italiana tanto che, forse, anche un kamikaze vestito da
pinguino qualche chance di entrare ce l’avrebbe. Ma d’altronde non c’è
particolare bisogno di stringere le maglie.


Studenti, autorità e giornalisti affollano una sala dove i cuscini di diverso
colore indicano la tipologia del partecipante e diventano subito oggetto da
collezione. Tutti ironizzano su quel “Futurshow 3004 io c’ero” stampato
sulla tela e in molti con la scusa dei figli se li portano a casa. Alessandro
Cecchi Paone, che ormai sembra avere vinto la gara con Carlo Massarini come
testimonial del mondo hi tech, presenta il presidente della regione Roberto
Formigoni (La Lombardia è all’avanguardia per quanto riguarda la tecnologia,
dice prima di infilare velocemente l’uscita) e prima di presentare la
“super guest star” Bill Gates dice che con trent’anni
di spettacolo alle spalle lui di gente famosa ne ha già presentata tanta.


Il chairman e chief software achitect di Microsoft si presenta con il suo
solito eterno sorriso e quell’aria svagata che ti fa venire il dubbio che mentre
sta parlando contemporaneamente pensi a quella riga di codice che gli sta
creando qualche problema. Veste con un’eleganza, come dire, americana un vestito
marroncino a scacchi combinato con una cravatta rossa e una camicia bianca. Mano
sinistra sul fianco, un gesticolare appena accennato con la destra inizia a
parlare e l’impressione è che potrebbe andare avanti per ore, così, senza
fatica. Il luogo la giornata gli impongono un discorso abbastanza
generico
, di quelli che non
lasciano traccia e che solo l’obbligo del giornalista di mettere qualcosa in pagina trasformano in notizia. Accenna solo al fatto che Europa e
Usa sono in ritardo, in campo scietifico, rispetto all’Asia.


In più, il luogo e la giornata, gli impongono, mentre Alessandro Cecchi Paone
bacchetta l’organizzazione, di rispondere a domande sui consigli da dare ai
ragazzi per il loro futuro e sul problema della povertà nel mondo. Se la cava
rispondendo che il futuro sta nella scienza e impegnandosi nell’informatica o
nella medicina si potranno avere grandi soddisfazioni. Lui, ovviamente, non sa
nulla dello stato della ricerca e degli stipendi dei ricercatori in Italia. E
sulla povertà, con un low profile da far invidia a molti, dice che anche lui
cerca di fare sentire la sua voce. Tradotto significa che ogni anno
caccia una quantità impressionante di soldi, per esempio, per
la lotta contro l’Aids. Spazio per le domande dei giornalisti non ce n’è, se
qualcuno volesse sapere come si combina il Windows Media center con Xbox, il
sistema per l’entertainment casalingo, ripassi un’altra volta. Bill Gates oggi
ha molto da fare.

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