Barbedwire apre in Italia

Il produttore americano di appliance di sicurezza si distingue per l’implementazione modulare delle feature software.

Per proporsi in questo momento al mercato italiano bisogna necessariamente dimostrare di avere qualche carta in più rispetto ai concorrenti. E, in effetti, Barbedwire, produttore americano di appliance di security, qualcosa di diverso ce l’ha raccontata. La struttura modulare della piattaforma software, per esempio, unita al prezzo fortemente competitivo e ad alcune feature tecnologiche innovative.



L’azienda americana ha scelto il Belpaese come sede delle operazioni nell’area Semea (Sud Europa, Medio Oriente e Africa), a dirigerla Gennaro Giachetta, vecchia volpe del mercato networking/security italiano, mentre, con Nova St per ora unico distributore, il business è completamente affidato al canale.



Inizialmente l’offerta, rivolta alle Pmi, comprenderà quattro appliance, le Dp Inspector 50W, 100, 500X e 2000X supportate dalla piattaforma comune Softblade. Da segnalare le particolarità del Dp 50W che integra un modulo Wi-Fi e un disco fisso da 20 Gb che permette, per esempio, una gestione più “diretta” dello spamming. Il cuore software è open source e si compone di una serie di feature di base da cui si parte aggiungendo moduli per il fine tuning dell’infrastruttura a seconda delle esigenze del cliente.



La struttura modulare delle feature consente al partner di canale di approcciare il cliente con un investimento iniziale ridotto, compreso tra i 995 e i 6995 dollari, ma comunque di un certo livello qualitativo, a cui, subito o in seguito, aggiungere i moduli addizionali realizzati da software house specializzate come Sophos, Cerberian, Global Hauri e Commtouch. La piattaforma, inoltre, consente l’interazione tra l’appliance di Barbedwire e quelle già presenti di altri vendor.



L’offerta base prevede, oltre al sistema operativo, le funzionalità di antivirus, antispam, url filtering, firewall, Vpn a cui si possono aggiungere i moduli aggiuntivi di intrusion detection e prevention e il vulnerability scanner. «Ma il cliente, per esempio, può chiedere anche un Url filtering più accurato, con un reporting più dettagliato – afferma Zia Iqbal, fondatore e Ceo di Barbedwire Technologies –, oppure, dopo un’analisi preventiva, si può personalizzare la piattaforma per consentire alle appliance di comunicare con altri dispositivi di rete».



Massima apertura, dunque, e buone opportunità per i partner di canale. «È nostra intenzione coinvolgere Nova St in attività di marketing, sales e anche nell’assistenza – puntualizza Giachetta –, ma anche fare in modo che il rivenditore sia capace lavorare in remoto sulle macchine del cliente, in modo da stabilire un rapporto commerciale in ottica di servizio mensile, evitando gli alti e bassi improvvisi legati agli aggiornamenti di prodotto». Partner e clienti possono contare su due call center, uno situato negli Usa e un altro, che risponde alle chiamate dall’Europa, in Pakistan.



I piani di espansione prevedono il raggiungimento di un accordo con altri distributori «con l’obbiettivo di evitare sovrapposizioni e di coprire l’intero territorio italiano» – specifica Giachetta. Il primo progetto italiano, intanto, ha coinvolto, oltre a Nova St, anche Egida, azienda di Avigliana (To) specializzata nella fornitura di servizi per la sicurezza. L’evoluzione tecnologica, infine, prevede un miglioramento delle tecnologie di controllo dei contenuti dei messaggi e-mail (antispam) e delle protezioni dagli attacchi in ottica preventiva.

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