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Amazon Business Exchange, fra trasformazione digitale e procurement

In una veste totalmente online si è tenuta l’edizione 2020 di Amazon Business Exchange, nel quale la trasformazione digitale come fattore chiave per l’e-procurement è stato un argomento chiave.

Ad aprire la kermesse è stato Todd Heimes, Director, Amazon Business International. Il manager ha evidenziato siano stati numerosi i brillanti esempi di utilizzo delle nuove modalità di lavorare, digitalizzando processi ormai superati. Questo risultato è stato possibile solo grazie alla agilità che la trasformazione digitale e Amazon Business possono offrire.

Le aziende che in passato hanno fatto forti investimenti in questo senso stanno oggi godendo dei frutti di quanto fatto in passato. Per le realtà che ancora devono fare step evolutivo, c’è ancora tempo per cambiare strategia.

Amazon Business, ha continuato Heimes, è pronta ad assistere i partner, accompagnandoli verso un futuro più efficiente e – di conseguenza – più profittevole.

La società americana ha aggiunto al proprio marketplace oltre 75 milioni di articoli venduti da partite IVA rispetto alla edizione 2019 di Amazon Business Exchange. Numeri che da soli fanno ben capire quale forza dirompente possa assistere chi si affida ad Amazon Business

Peraltro il business model di Amazon Business è particolarmente flessibile, e questo permette ai clienti business di integrare facilmente (e con precisione) l’esperienza di acquisto nel proprio procurement. Una piattaforma agile e in grado di adattarsi tanto ad una Pmi o a un professionista, quanto alle esigenze di una large enterprise.

Senza scordare un settore strategico nel nostro paese, quello della Pubblica Amministrazione (scuole, uffici pubblici, strutture sanitarie e molto altro)

Nabil De Marco, Director, Amazon Business Europe si è confrontato con Maik Müller Head of Global  Transaction Center Procurement & IT KWS Berlin GmbH e Yolanda Blazquez Muñoz Procurement Processes & Operations Director Telefónica sul tema della trasformazione digitale durante la pandemia Covid-19.

Entrambi gli speaker hanno condiviso esperienze molto simili: le difficoltà iniziali, legate a complessità nella comunicazione e alla ragionevole preoccupazione per la situazione sanitaria.

Ma anche e soprattutto la forza di volontà nel superare il difficile periodo attraverso processi di trasformazione digitale strutturati ed efficace. Lo scenario disegnato dai due manager è per molti versi analogo a quello italiano.
Sentire parlare di resistenze al cambiamento da parte della forza lavoro, abituata da molti anni a processi e modi di lavorare tradizionali, non è una novità nel nostro paese.

Tuttavia, come ha sottolineato Maik Müller, una volta superate le prime asperità gli utenti si sono resi conto dei vantaggi pratici e si sono dimostrati entusiasti del nuovo modo di lavorare.

La semplificazione è per entrambi i manager la chiave della trasformazione digitale: una vision condivisa anche da Amazon, ha chiosato De Marco.

Questo permette anche il vero sfruttamento dei dati, anche grazie a tecnologie di machine learning e intelligenza artificiale.

È apparso evidente, nei discorsi dei manager, un sincero entusiasmo per l’opportunità di collaborare con Amazon Business nel processo di digital transformation: il lavoro di sinergia con i partner strategici è essenziale, e permette di ottenere un ROI significativamente più rapido.

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Cosa può fare di buono Alexa per lo shopping

Raggiungere i clienti con ogni strumento, mettendo loro a disposizione il ventaglio più ampio possibile di strumenti è indispensabile per le organizzazioni moderne.
Un percorso ben evidenziato da Yoelle Maarek, Vice President, Research and Science, Alexa Shopping.

La manager ha indicato negli assistenti vocali la tecnologia più promettente. Del resto, tutti i più grandi brand del settore IT sono impegnati in questo segmento: Google, Microsoft, Apple e ovviamente Amazon. Gli assistenti vocali ci seguono e assistono ovunque, sottolinea Maarek: auto, casa, ufficio, mentre camminiamo.

Viviamo in un futuro tecnologico che è già presente e che Amazon ha abbracciato appieno. È quella che la società definisce “customer obsessed science”, il cui scopo è ottimizzare la soddisfazione del cliente nel lungo periodo, partendo dalle sue attuali esigenze e continua guidando lo sviluppo tecnologico per gestire e anche prevedere le nuove richieste.

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Alexa Shopping è un esempio di questo sforzo, che porta l’esperienza di acquisto ad un livello di interazione superiore rispetto alla tradizionale interfaccia web. L’esperienza di navigazione e transazione viene quindi svincolata dallo stromento classico fatto di monitor e mouse, ma si usa la voce.

La nostra voce ci accompagna fin dalla nascita, ed è istintivo per ognuno di noi usarla in ogni momento della nostra vita. La tecnologia di ASR (automatic speech recognition) è oggi vicina alla perfezione, e Maarek ha sottolineato quanto sia sofisticata la gestione degli input e output.

Questo consente lo sfruttamento dello Shopping-Aware ASR. Uno strumento in cui si vede con chiarezza l’ossessione di Amazon per soddisfare il cliente: arrivare a comprendere un colmando come «Alexa, ordina il MIO latte» implica che l’assistente vocale è in grado di identificare la voce di ogni membro della famiglia (o del gruppo di persone) e quindi può verificare il precedente acquisto di quella specifica persona per effettuare un riassortimento.

Una tecnologia molto utile anche in ambienti lavorativi, in cui il risparmio di tempo grazie all’ e-procurement è sicuramente il benvenuto, senza considerare la rarefazione degli ambienti lavorativi: ogni casa, ogni singolo lavoratore può quindi diventare una centrale di acquisti.

In questa chiave Alexa rende il procurement semplice per chiunque, agevolando lo smart working e rimuovendo un elemento di rigidità negli acquisti centralizzati.

Grazie a tecnologie predittive, inoltre, l’assistente vocale può avvertire un utente che – sulla base dei suoi standard di acquisto – è possibile che sia il caso di riassortire un determinato prodotto. Facile intuirne potenziale ed utilità tanto in una casa quanto in un ufficio, evitando rotture di stock e interruzione della attività produttiva.

Gerardo Di Filippo, Head of Amazon Business Italy, ha ricordato come Amazon Business sia al fianco di tutte le attività italiane, siano esse in smart working o  – ad esempio il manifatturiero – in presenza.

La capacità di consegnare velocemente (anche presso le abitazioni di dipendenti) è abilitata dal servizio Business Prime, recentemente lanciato in Italia e Spagna. La grande semplificazione dei processi di e-procurement è di importanza vitale per tutte le Pmi italiane, che soprattutto durante il lockdown si sono trovate in oggettiva difficoltà negli approvvigionamenti. A

mazon Business non ha mai smesso di investire in Italia, e questo ha permesso alla società di affiancare partner e clienti anche durante le settimane più difficili e caotiche di inizio 2020.

Amazon Business ha anche affiancato Bending Spoons (i creatori della app Immuni) permettendo ai loro dipendenti di effettuare acquisti dal proprio domicilio, senza dover rallentare lo sviluppo critico delle app.

Di Filippo ha infine ricordato la centralità del tema della sostenibilità ambientale. Amazon Business si impegna ad arrivare ad emissioni 0 entro il 2040, ben 10 anni prima del time plan previsto dal Protocollo di Parigi.

Entro il 2030 le consegne verranno effettuate solo tramite veicoli elettrici, a riprova del vero impegno della società nella sostenibilità ambientale.

Amazon Business Exchange Awards 2020

In chiusura, sono stati assegnati gli Amazon Business Exchange Awards 2020: le società che hanno eccelso nella trasformazione digitale per quanto riguarda l’e-procurement sono state HC-One, Airbus, Telefónica e Zalando.

I premi hanno lo scopo di identificare i leader e le organizzazioni che stanno guidando il cambiamento nel procurement e abbracciano la trasformazione digitale lavorando su diversi aspetti, dalla semplificazione degli acquisti e il supporto ai team per consentire modalità di lavoro più moderne e risparmiare sui costi, alla rimozione delle barriere e alla creazione di ambienti inclusivi all’interno dei processi di acquisto.

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