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L’Abc del digital marketing in quindici termini

Across è una multinazionale del digital marketing nata a Torino otto anni fa. Ora è presente in una quindicina di paesi, lavora con oltre duecento partner e basa il proprio lavoro nel marketing digitale sulla lead generation multicanale.

La società, in sostanza, genera contatti per i propri clienti attraverso strategie integrate di marketing. Tra i servizi principali gestiti dall’azienda ci sono il Direct Email Marketing, il Native Advertising, le campagne display e Pay Per Click di Search Engine Marketing e le azioni di social advertising.

Con un intervento a firma di Lucia Sternativo, Project Manager di Across, ha inteso fare luce sui false friends del digital marketing, ossia sull’effetto confusione che spesso si genera mischiando termini inglesi con la pratica quotidiana.

Lucia Sternativo, project manager di Across

Noi abbiamo selezionato le parti interessanti a nostro giudizio per una fruizione del tema del digital marketing valida erga omnes, aggiungendo un termine non citato da Sternativo, ma comunque importante da tenere a mente. E cominciamo proprio da quello: il native advertising, facendoci aiutare, nello spirito dell’iniziativa, che è quello della maggiore chiarezza possibile, da Wikipedia.

Il native advertising, o pubblicità nativa, è una forma di advertising su web sotto forma di contenuto, che punta a generare interesse negli utenti assumendo l’aspetto dei contenuti del sito sul quale è ospitata. Una comunicazione che non altera l’esperienza dell’utente sia nell’aspetto che nel contenuto espresso.

La newsletter è uno strumento utile per ricevere comunicazioni, essere informati sulle novità, ottenere sconti. Dal punto di vista del marketing la newsletter è un ottimo modo per fidelizzare l’utente, perché chi la riceve ha già mostrato interesse verso il brand iscrivendosi volontariamente.

Le Dem, Direct Email Marketing, sono comunicazioni tramite posta elettronica di natura commerciale, che e spesso contengono le cosiddetyte Call to Action, ossia azioni generate da un click che fanno arrivare l’utente su una pagina dedicata a un’azione specifica, generalmente di richiesta di informazioni (tramite un form) o addirittura di acquisto di un bene o servizio.

Lo spam è l’invio indiscriminato della stessa email, spesso relativa a contenuto pubblicitario, a molti indirizzi. Non va confusa con lo scam, ossia le comunicazioni online inviate via mail, da sistemi automatizzati, con intenti fraudolenti, vera e propria frode online per ingannare attraverso meccanismi di social engineering.

Il Seo, Search Engine Optimization, è una tecnica che mira a realizzare il posizionamento “organico” di un contenuto su web, ossia fa “salire” un sito nelle pagine di ricerca Google e degli altri motori di ricerca attraverso uno studio della struttura del codice e delle parole utilizzate nel sito.

Il Sem, Search Engine Marketing, invece, è una tecnica che di marketing le keyword e gli spazi pubblicitari attraverso campagne di sponsorizzazione mirate.

L’Url, Uniform Resource Locator, è una sequenza di caratteri che identifica univocamente l’indirizzo di una risorsa in internet: un’immagine, un video o un sito web. Più semplicemente è ciò che digitiamo nel browser quando cerchiamo una pagina o un file.

Il link, invece, è un collegamento ipertestuale, che lega una parola, un’immagine o una grafica ad una seconda risorsa allocata altrove, consentendo un rapido accesso a quest’ultima con un semplice click. Ragione per cui, secondo Sternativo, è possibile dire che un link è formato da un URL ma non è vero il contrario.

Passiamo a due termini essenziali per il mercato del web marketing con parecchi punti in comune, ma che indicano due attività online ben distinte.

Si descrive come lead generation quel processo di raccolta dati degli utenti, interessati ad un certo prodotto/servizio, tramite form presenti su landing page create ad hoc.

E con landing page, si intente è una pagina web specificamente strutturata che il visitatore raggiunge dopo aver cliccato un link fornito con una Dem, o una pubblicità.

Il lead nurturing è il passo seguente alla lead generation, in quanto descrive il percorso successivo: l’obiettivo è di fidelizzare l’utente, creando un rapporto diretto, ossia “nutrendo” il contatto (da qui nurturing) attraverso una comunicazione che non ha direttamente a che fare con la vendita, ma che mira apparentemente alla cosiddetta brand awareness, la conoscenza del marchio, spesso proponendo sconti o contenuti.

Esistono poi due termini che descrivono la fruizione di contenuti online, che ormai avviene sempre più da dispositivi mobile.

Il design responsive indica che un sito web si adatta alla dimensione dello schermo, rimanendo sempre leggibile.

Il design adaptive prevede che vengano caricate diverse versioni dello stesso sito su un server, che riconosce da quale dispositivo arriva la richiesta e gli manda la versione dedicata. Si adotta questa tecnica pert migliorare la user experience.

Infine, i social. I social media sono l’insieme di applicazioni basate sul web e costruite sui paradigmi 2.0 e che permettono lo scambio e la creazione di contenuti generati dagli utenti.

Il termine social network, invece, descrive la relazione che si instaura tra persone appartenenti a una stessa rete di contatti. Al riguardo Sternativo sottolinea come sia un termine che esiste ben prima dell’avvento di Facebook.

2 COMMENTI

  1. Ad oggi, 2021, bisogna ammettere che i Social Media, nell’ ambito della visibilità – sia per quanto riguarda le sponsorizzazioni a pagamento che per una realtà imprenditoriale in generale – possono essere paragonati tranquillamente (in termini di produttività e pubblicità), a dei motori di ricerca veri e propri.

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