A Ict Trade l’Ict diventa industriale

Il convegno inaugurale della manifestazione di Ferrara affronta la nuova era del mondo Ict. Ma evidenzia anche i limiti del Sistema Italia.

A Ict Trade 2012 Si torna a parlare di un tema che aveva acceso il dibattito in occasione della decima edizione della manifestazione.
Il convegno inaugurale del tradizionale evento dedicato al Sistema d’Offerta della Digital Technology, che si terrà come di consueto presso Ferrara Fiere l’8 e il 9 maggio prossimi, si intitolerà ”L’ICT come Industria, nell’Agenda Digitale italiana” e si svolgerà dalle 14.30 alle 19.30 presso l’Auditorium della Fiera stessa.

Lo scorso anno, infatti, sempre nel corso del convegno di apertura, la riflessione si era indirizzata verso una sorta di ”celebrazione” dell’“inizio della fine” del cinquantennio dell’It artigianale, al quale si dovrebbe sostituire una nuova fase industriale della Digital Technology.
Una previsione che sta trovando concreta realizzazione nella realtà del mercato attuale, nel quale continuano la pressione sul pricing e la commoditizzazione dei prodotti, nel quale si contraggono ricavi e marginalità dei servizi tradizionali e nel quale la caccia all’ottimizzazione è la prassi.
In questo contesto, l’affermazione del Cloud Computing è la conferma del fatto che l’attenzione si sposti dal possesso alla fruizione, dai Capex agli Opex, dagli sviluppi alle parametrizzazioni, dall’acquisto al servizio: e l’ICT si orienta decisamente verso un modello “post – industriale”, con sempre minore attenzione per le Tecnologie, peraltro indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi.

È un cambiamento imposto anche dal clima di recessione, nel quale non è possibile né pensabile recuperare fatturati e margini con le regole in uso, né mantenere le posizioni con modelli che si stanno dimostrando logori ed inadeguati.
Non c’è ottimismo in questa visione: la decisa ripresa non è all’orizzonte.
Tuttavia, il passaggio non solo impone un cambiamento su tutti gli attori del Sistema di Offerta, che dovranno trovare collocazioni e valori aggiunti diversi da quelli conosciuti, ma consente l’emergere di realtà di successo nell’Ict italiana, per le quali la crescita è reale e consistente.

C’è però un ulteriore problema, e di questo si parlerà a Ferrara: il Sistema Italia non è capace di fare squadra, di investire organicamente, di replicare sistematicamente casi di successo, di trarre insegnamento dai suoi vantaggi competitivi.
Il contesto è quello nel quale ciascuno gioca la sua partita, senza fare leva su elementi atti a portare le imprese a spendere di più, oltre che meglio.

Secondo Sirmi, che organizza come ogni anno la manifestazione, se solo si colmasse per il 50% il gap di spesa media per IT delle imprese italiane rispetto a quelle europee si riuscirebbe a generare un business addizionale di oltre 6 miliardi di euro l’anno, del quale potrebbero beneficiare player capaci di dare reale Valore Aggiunto al Sistema Italia, non investitori che guardano solo alle Borse internazionali come strumento di moltiplicazione dei propri profitti.

Per questo, ed è qui che Ict Trade gioca la sua sfida, l’obiettivo per il Paese, e non solo per gli operatori del comparto, sarà fare in modo che le agende digitali di cui tanto si parla non siano solo raccolte senza semina, ma opportunità di generare ricadute realmente positive sul Paese.

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