La società di ricerca rinnova le sue perplessità sul mercato dei personal computer. E indica la strada da percorrere
Mercato difficile quello dei pc. Dove i volumi crescono anche in doppia
cifra, ma i margini sono bassissimi. Non è storia di oggi. Da tempo ogni volta
che si parlava qualche rivenditore ti raccontavano che con il “ferro” non ci si campava. Per vivere accanto
ai pc bisognava vendere i servizi. La faccenda però nel frattempo è peggiorata e
Gartner, una delle principali società di ricerca a livello mondiale, ha lanciato
un nuovo allarme. Non è la prima volta. Qualche tempo fa, poco prima della
vendita dei pc Ibm a Lenovo aveva affermato che il mercato dei personal computer
era troppo affollato. In tre dovevano andarsene. Da allora
nulla è cambiato, per questo recentemente Brian Gammage, vicepresidente di
Gartner ha dichiarato di aspettarsi in tempi brevi l’uscita di altri due
attori.
Perché con margini da prefisso
telefonico
si va poco lontano.
”Nella media – spiega Gammage – i produttori di pc lavorano oggi a un margine dello 0,8%. L’utile operativo di Hp (il rapporto tra fatturato e profitto) nel 2004 era quasi dello 0,9% ed è arrivato al 2,3%. Acer non arriva al 2%, mentre il 13% di Lenovo nel 2004 si spiega con il fatto che quei margini arrivano soprattutto dal mercato cinese che vale però solo il 2% del totale”. Difficile che la performance si ripeta in
futuro. Completamente differente è il caso di Dell che,
grazie al suo modello di business
che prevede la vendita diretta senza utilizzare i rivenditori come intermediari, viaggia con il 6% di margine.
Le previsioni per il futuro non sono
incoraggianti. Secondo il vicepresidente di Gartner a fronte di un aumento dei
volumi dell’8% fino al 2009 il giro d’affari non crescerà.
In tutto questo c’è qualcuno che
invece continua a macinare utili. Si tratta di Intel e Microsoft che per ogni pc
venduto portano a casa 125 dollari la prima e 65 la seconda. E
per loro i margini ci sono. Da una parte quindi c’è una selezione naturale fra
gli operatori, mentre dall’altra, almeno secondo Gartner, si viaggia alla grande
visto che per Intel e Microsoft l’aumento dei volumi coincide con l’aumento del
fatturato.
Il pc in pratica deve reinventarsi il
futuro anche perché, finita la corsa alla potenza sempre più elevata
dei chip, oggi le macchine che abbiamo in casa o in ufficio possono durare più a
lungo. Secondo Gammage il mercato è di sostituzione e i benefici marginali che
gli utenti hanno dall’acquisto di un nuovo pc sono sempre minori. E allora la
strada che Gartner intravede porta dritta verso la virtualizzazione. E’
una strada difficile
, pericolosa, ma anche con qualche opportunità per i produttori di hardware anche se non è ancora del tutto chiaro da dove arriveranno i benefici.
Per virtualizzazione si intende
lo sfruttamento delle risorse a disposizione con, tanto per fare un esempio, un
server che utilizza due sistemi operativi. Il grid è un altro esempio di
virtualizzazione con l’utilizzo delle capacità di calcolo divisa su un gran
numero di pc che lavorano come fosse uno solo.
Questa, che viene definita una distruptive
technology, rappresenta per Gartner la via di uscita. Una strada un po’
radicale che metterebbe in crisi i produttori di hardware alla ricerca delle
opportunità (ci sarebbe meno bisogno di cambiare le macchine) e avrebbe qualche
riflesso anche sugli altri attori del mercato. Troppi i player in difficoltà.
Eppure qualcosa si sta muovendo.
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