
Ibm vende i pc ma ci riprova con il thin cliet. E intanto Propero virtualizza settemila pc tedeschi
Scomparso il pc, in casa Ibm rinasce il thin client. Ceduto a Lenovo il
business dei personal computer, ad Armonk non hanno scordato il tema e lo stanno
personalizzando sulla scorta dell’utility computing. È infatti allo
studio (stiamo parlando di un progetto in beta che prenderà corpo
definitivamente nel primo trimestre del prossimo anno) l’idea di un pc
mediato da un server. In pratica, si tratta della riedizione del
concetto di architettura client server in cui, sulla linea del fronte utente c’è
un dispositivo di tipo thin client e nel backoffice c’è un server su cui
risiedono le applicazioni. La novità architetturale è rappresentata dalla
presenza della virtualizzazione e dall’accessibilità via Ip (Internet protocol).
La tecnologia di base dell’Ibm Virtualized Hosted Client
Infrastructure (questo il nome della soluzione) è costituita da server
BladeCenter (i sistemi a “lama”) con a bordo il software di
virtualizzazione Esx Server di VmWare, che consente di far girare più sistemi
operativi e, quindi, di far funzionare differenti ambienti, su una stessa
macchina, e il software di Citrix che permette ai client di accedere ai
programmi residenti sui server. In realtà, i sistemi BladeCenter, che possono
contenere fino a 14 server biprocessore, sono stati concepiti per far girare le
applicazioni server. Ma in Ibm sono convinti che, in epoca di
ottimizzazione delle infrastrutture It e di grid computing, ci siano
spazio e risorse sufficienti per “emulare” il lavoro contemporaneo di
una quindicina di pc su ogni server blade. Una somma aritmetica porta a dire che
su uno chassis BladeCenter al pieno delle proprie capacità possono alloggiare
virtualmente, in contemporanea alle applicazioni server, anche duecento client.
Al momento non è previsto altro dal punto di vista
commerciale. Si sa che Ibm sta testando la tecnologia e che gli strumenti
deputati per fruirne dovrebbero essere i tradizionali thin client. Della
virtualizzazione del desktop aziendale si stanno occupando anche start up, o
presunte tali, che riescono a proporre l’argomento strappando contratti
“pesanti”. È il caso di Propero, società inglese nata
nel 2000 che da poco ha aperto una sede a New York e che è anche partner di Ibm.
Propero ha concluso un contratto con la banca di investimento tedesca Dresdner
Kleinwort Wasserstein per la virtualizzazione di tutti i suoi desktop
mondiali, che sono 7.000. Un bel lavoro, quindi, che inizierà a
febbraio 2006 con la sede americana di Dresdner, su 1.500 utenti, e si
concluderà su tutti entro l’anno.
Il sistema fornito da Propero, in teoria, consente di
accedere a qualsiasi applicazione aziendale, con qualsiasi computer e da
qualsiasi punto. Una versione, quindi, delle tre “any” introdotte
concettualmente da Sun un lustro fa, riveduta e corretta in ambito di gestione
delle infrastrutture. Ma anche del “my desktop” accessibile da
qualsiasi punto dell’azienda che, nello stesso periodo, preparava Microsoft. Il
tutto oggi è maturato grazie alla virtualizzazione software. Fulcro dell’offerta
è la creazione di un punto di gestione unificata per le applicazioni aziendali,
che consenta di risparmiare 600 di quegli 800 dollari che,
secondo Propero, ogni grande azienda spende all’anno per gestire il pc e le
applicazioni utilizzati da ogni impiegato.
La soluzione si chiama WorkSpace e consiste di tre
componenti: l’Analyzer si occupa di stabilire quali applicazioni attribuire a un
utente, in base all’utilizzo che ne fa, il Manager virtualizza l’infrastruttura
applicativa portando i software all’utente (che li richiama in maniera
personalizzata) e il Server consente di gestire centralmente le operazioni,
incluse quelle di sicurezza e di gestione della banda. In un’ottica analoga si
muove Softricity, società americana distribuita in Italia da Ready Informatica,
che propone una tecnologia di virtualizzazione delle applicazioni.
L’offerta è costituita dal ZeroTouch, che offre un accesso
universale al software con assegnazione in modalità self service, integrato con
la piattaforma SoftGrid per la virtualizzazione delle applicazioni.
Insieme, le due soluzioni costituiscono il Softricity
Desktop, un ambiente di distribuzione e di gestione del software che
punta a dare accesso a qualsiasi applicazione via browser da qualsiasi punto, a
stabilire in tempo reale se le applicazioni devono essere eseguite localmente
sul desktop oppure sui terminal server (a seconda delle condizioni in cui si
connette l’utente) e ad assegnare agli utenti le nuove applicazioni nel momento
in cui servono.