152mila assunzioni entro fine marzo, il 34% di persone con meno di 30 anni

All’incremento di 60mila assunzioni programmate rispetto all’ultimo trimestre 2011 si contrappongono però 227.500 uscite di personale dipendente. In particolare sofferenza le Pmi al Sud.

Tra gennaio e marzo di quest’anno, le entrate di personale dipendente programmate da oltre 107mila imprese italiane, che legano il rinnovamento o l’espansione della base occupazionale all’andamento della domanda estera e alla realizzazione di nuovi prodotti o servizi, supereranno quota 150mila, con un saldo positivo di circa 60mila entrate in più rispetto al trimestre precedente.

Lo prevede il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e il ministero del Lavoro che, introdotto per la prima volta in questo primo trimestre 2012 un ulteriore elemento di conoscenza, stima intorno alle 227.500 unità le uscite di personale dipendente attese nel medesimo periodo.

Il che, al di là dei primi euforismi, confermerebbe un saldo occupazionale negativo di oltre 75.500 unità, equivalenti a un calo dei dipendenti nell’industria e nei servizi dello 0,7%.

Si assume per sostituire dipendenti in uscita
Come se non bastasse, a guardarle meglio, quelle rilevate sarebbero, in larga parte, riattivazioni di contratti in scadenza a fine 2011 o assunzioni in sostituzione di analoghe figure che avevano interrotto, anche solo temporaneamente, il proprio rapporto lavorativo.

Il 44% delle imprese che assumeranno lo faranno, innanzitutto, per rispondere alla necessità di sostituire dipendenti in uscita, temporanea o meno, per riattivare contratti in scadenza o per prevedere una stabilizzazione del lavoratore rispetto a una precedente forma contrattuale “atipica”.

Per un 12% delle imprese, le assunzioni saranno, invece, legate esclusivamente ad attività o lavorazioni stagionali. Non trascurabile, tuttavia, risulterebbe la quota di imprese che avrebbe programmato assunzioni per far fronte a un picco di domanda. Tanto che, delle quasi 152.100 entrate programmate, 125.700 saranno a carattere non stagionale e 26.400 stagionale, ossia 2.300 in meno di quanto previsto a fine 2011.

In sofferenza le piccole imprese e il Sud Italia
Ancora una volta, stando all’analisi condotta, la sofferenza toccherebbe soprattutto l’occupazione nelle piccole imprese, investendo in maniera più consistente il Mezzogiorno e interessando soprattutto, ma non esclusivamente, i contratti a tempo determinato, tanto che l’appello del presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, tornerebbe a riguardare “un credito accessibile” per ridare slancio all’occupazione e agli investimenti.

Non a caso, a livello dimensionale, il primato delle entrate è previsto andrà alle imprese con meno di 50 dipendenti, che avrebbero messo in cantiere di effettuare quasi 93mila assunzioni entro fine marzo. Altre 43.800 nuovi posti di lavoro si dovranno alle imprese con almeno 250 dipendenti, mentre sotto tono risulterebbe la domanda proveniente dalle aziende con 50-249 dipendenti, che prevedono di assumere 15.600 unità.

Rilanciare la filiera delle costruzioni
Per dare impulso ai consumi e attrarre flussi internazionali si è, inoltre, tornati a parlare di turismo, mentre per rilanciare la filiera delle costruzioni, nella quale Excelsior ha segnalato una più significativa perdita di posti di lavoro, occorrerebbe puntare su investimenti diffusi nella green economy e nelle infrastrutture fondamentali.

Non a caso, delle 152mila entrate previste, una quota in sensibile aumento rispetto ai trimestri precedenti interesserà le figure di alto profilo, delle quali si prevedono complessivamente 34mila assunzioni, mentre più modesto si profila l’incremento delle professioni non qualificate, la cui domanda rappresenterà il 13,4% del totale. Tra le professioni high skill, le richieste più consistenti riguarderanno i tecnici amministrativi, finanziari e bancari, gli informatici e i tecnici del marketing, vendite e distribuzione commerciale.

Si assumono under 30 ma poco qualificati
Nei primi tre mesi di quest’anno, oltre 52mila assunzioni, pari al 34,2% del totale, sarebbero esplicitamente orientate verso giovani al di sotto dei 30 anni ai quali, tuttavia, le imprese offriranno possibilità di lavoro soprattutto nelle professioni a minor contenuto tecnico-scientifico, come commessi di negozio e nella grande distribuzione, cuochi, camerieri e altre professioni turistiche, personale di segreteria, addetti alla gestione dei magazzini e, non da ultimo, come operai, in particolar modo nelle costruzioni e nelle attività metalmeccaniche.

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