Smau: è l’ora della svolta?

Uno Smau sottotono, uno Smau della svolta, uno Smau della ripresa? Che succede dietro le quinte della kermesse milanese?

24 ottobre 2002 Lo hanno definito, nel
momento della presentazione ufficiale la scorsa primavera, “lo Smau
della ripresa
“, un “claim” augurale, nella speranza che la trentanovesima edizione della manifestazione milanese si aprisse sotto auspici un po’ più rosei di quanto non stia in realtà accadendo.
In effetti, siamo forse di fronte non a uno “Smau della
ripresa”, anche in consederazione del fatto che l’uscita da tunnel nessuno
ancora l’ha vista, quanto piuttosto a uno “Smau della svolta“.

Una svolta perchè per la prima volta la manifestazione si apre con un
calo davvero sensibile del numero degli
espositori, con importanti defezioni tra le loro fila.
Anche se in questo momento le numeriche non sono state rese ufficialmente note, c’è chi parla di un calo di almeno il 30% tra le aziende presenti, e c’è chi addirittura ipotizza un -40%. Sarà importante vedere, poi, se ed eventualmente quale calo si registrerà anche sul numero dei visitatori.
Ma una
svolta anche perchè questa volta a Smau non si va solo per vedere o toccare, ma
si può anche comprare. Ed è questa la novità che ha finito per
pesare di più sulle scelte di molti vendor. Ha segnato il ritorno
di alcuni, assenti da alcuni anni, come ad esempio Cdc, e ha nello
stesso tempo segnato l’allontanamento di altri, sconcertati di
fronte all’idea di uno Smau sempre più orientato al consumer e sempre più
lontano dal business.
Se questo sarà poi vero, potremo dirlo alla fine di
questi cinque giorni. Soprattutto, sarà importante capire se siamo a un punto di
non ritorno e, se così fosse, quali potrebbero essere le possibili
alternative.

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