Power and Vision per i primi 50 anni di Rittal

La “family company”, oggi presente con oltre 60 filiali in tutto il mondo, ha compiuto cinquant’anni. Ecco le tappe salienti di un percorso che, in ambito It e con l’avvento del cloud, parla sempre di più di efficienza all’interno dei datacenter.

Al suo “primo cinquantennio”, sono davvero tante le tappe che raccontano la storia di Rittal per quella che è. Guidata da un motto “Power and Vision” condiviso in tutte le country del mondo in cui la più grande delle sette società che fanno capo a Friedhelm Loh Group è presente, la family company di cui parla Marco Villa, in qualità di amministratore delegato di Rittal Italia, è oggi un colosso di 11mila dipendenti, 12 siti produttivi, oltre 60 filiali sparse in tre Continenti, e una quota compresa tra il 5 e il 6% dei 2,2 miliardi di euro di fatturato investita in ricerca e sviluppo.

Ma non solo. A essere particolarmente apprezzati nel racconto a ritroso di un “successo” iniziato nel 1961 «dalla felice intuizione del capostipite della famiglia Loh, che pensò bene di standardizzare alcuni dei contenitori di apparecchiature elettriche creando un catalogo con le principali misure utilizzate all’epoca» sono i «valori di una realtà padronale che ha saputo mettere a frutto i plus tipici di una multinazionale». Così, se il 1971 segna l’anno di apertura della prima filiale inaugurata al di fuori dal territorio tedesco, e più precisamente in Svezia, è il 1982 a essere caratterizzato da due eventi chiave.

«Da una parte – racconta Villa – l’espansione negli Stati Uniti, dall’altra l’apertura verso il mondo della distribuzione elettrica a un anno dall’acquisizione del brand Csm, e della relativa apertura alla produzione e commercializzazione di cestelli rack per il contenimento elettrico». Il 1988 è, invece, l’anno in cui Rittal «conquista la rete proponendosi al mondo It con armadi e contenitori dedicati al networking» per inaugurare, nove anni più tardi, il primo stabilimento produttivo in Cina a cui, nel 2004, se ne sarebbe aggiunto un secondo «all’interno del quale operano oggi 1.500 dipendenti».

E a livello di prodotti? Già all’avanguardia nel 1979, con un impianto di verniciatura attento alle problematiche “green”, è del 1985 la produzione del milionesimo armadio Ps4000 «rimasto in commercio fino a pochi anni fa», anche se è il Ts8 il “prodotto simbolo” dell’azienda che, a oggi, ha superato i 7,7 milioni di unità prodotte. «Già nel 2002, però, l’era del freddo evolve nell’era della climatizzazione che Rittal interpreta con TopTherm», mentre nel 2004, l’offerta RimatriX5 realizza un impianto chiavi in mano per datacenter, il vero business su cui si concentra, attualmente, l’offerta Rittal in ambito It.

Un’offerta che, anche in Italia, il produttore porta avanti forte «non di soli prodotti – specifica Massimo Pedrina, direttore commerciale di Rittal Italia – ma di un sistema di soluzioni e servizi di pre e post vendita che vanno dalla progettazione alla consulenza, dalla selezione all’installazione di prodotti tecnologicamente all’avanguardia». Non senza un ulteriore investimento che, per tutto il 2011, muove verso giornate formative e nuovi strumenti a supporto di una logistica strategicamente centralizzata nel magazzino di Vignate (Mi) e di una rete di channel partner attualmente composta da 24 società sul territorio.

«Si tratta – conclude Pedrina – di realtà che, attive prevalentemente nel mercato dell’automazione e delle telecomunicazioni, devono fungere anche da punti di consulenza per i clienti forti dei 4 product specialist messi a loro disposizione dalla nostra sede e del Sales Support Office formato da un gruppo di specialisti tecnici e gestionali». Perché, come ricorda Edgardo Porta, direttore marketing di Rittal Italia: «Sui mercati dell’automazione industriale, dell’energia, delle macchine utensili, delle opere pubbliche e dei trasporti, le dinamiche cambiano continuamente e non possono mancare competenze nelle aree green, security e datacenter per un Roi misurabile sempre più in termini di efficienza energetica».

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