Le società quotate potranno condividere informazioni sensibili sui social network, purché dichiarino in anticipo quali canali utilizzeranno.
Nell’era dei new media e dei social network è di fatto impensabile che le aziende ne restino lontane, anche quando si tratta di comunicazioni sensibili e strategiche.
Per questo motivo, con una decisione che è senza dubbio segno dei tempi, la Sec (Securities and Exchange Commission) ha stabilito che le società quotate possono comunicare via Facebook, Twitter o altri social network dati salient delle loro attività, a condizione che esplicitino agli investitori quali saranno i canali utilizzati.
La necessità di risolvere con una regola chiara e inequivocabile la questione si è presentata per la Sec dopo che lo scorso mese di luglio un post del Ceo di Netflix sulla sua pagina personale di Facebook veniva ripreso da tutti i media nazionali, prima ancora che la comunicazione ufficiale arrivasse agli investitori.
Eppure, le regole parlano chiaro: ogni comunicazione strategica deve arrivare simultaneamente a tutti gli investiori.
Non deve, cioè, esserci da parte della società quotata, una scelta selettiva dei canali informative.
Resta difficile, tuttavia, dare un’aura di selettività a un social network: ecco perché invece che assumere un atteggiamento sanzionatorio, la Sec ha preferito prendere atto del mutamento dei tempi e adeguarsi.
Del resto, l’immediatezza dei social network rende di fatto obsoleti alcuni metodi di comunicazione più tradizionali ed è chiaro che sono gli stessi investitori che si affidano sempre più spesso agli stream social che ai lanci di agenzia.