Ibm vara un fondo per la riqualificazione

Annunciato da Sam Palmisano un fondo di 25 milioni di dollari per il training di dipendenti e partner. Un incentivo alle nuove professioni ma anche un incoraggiamento rispetto ai timori legati alla crescita del mercato del lavoro nei paesi esteri.

2 marzo 2004 Si chiama Human Capital Alliance ed è
un fondo di 25 milioni di dollari che Ibm ha
deciso di destinare nell’arco dei prossimi due anni al training dei propri
dipendenti.
Una risposta al bisogno di costante aggiornamento, ma anche una sorta di rassicurazione rispetto ai timori crescenti, derivanti dal continuo ricorso a forza lavoro offshore.
Decisa la posizione del Ceo Sam Palmisano,
che nel corso del discorso di apertura dell’annuale PartnerWorld ha
ufficializzato l’iniziativa. “Non è etico – avrebbe dichiarato –
nutrire sentimenti ostili nei confronti di Paesi che cercano di elevare lo
standard di vita delle loro popolazioni. Nel contempo però, è giusto
riqualificare la forza lavoro esistente, perché sia in grado di muoversi verso
nuove aree tecnologiche e verso nuove competenze
”.
C’è anche un po’ di
polemica nelle parole di Palmisano, almeno per come vengono riportate dalla
stampa statunitense. Il fondo è una alternativa a quanto viene attualmente
proposto dai programmi governativi, che esistono, questo è vero, ma di fatto
propongono incentivazioni per qualificazioni che non esistono o che non sono
attualmente richieste.
Questo fondo – avrebbe dichiarato – è
per il lavoro del futuro
”.
Il fondo, che sarà destinato tanto ai
dipendenti tanto ai partner Ibm, avrà l’obiettivo di creare un pool di
professionisti nelle aree a maggiore richiesta: architetti, esperti Linux,
professionisti specializzati negli standard aperti. Con un focus particolare non
alla tecnologia in quanto tale, ma all’uso che le aziende e le persone fanno di
essa.

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