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Crowdfunding, come funziona in Italia

Da una  ricerca realizzata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e coordinata da Ivana Pais, con il contributo di Tim quale sponsor dell’iniziativa ed il supporto tecnico di Starteed, arrivano dati interessanti sul mercato italiano del crowdfunding, piccolo ma comunque significativo.. La versione sintetica on-line, chiara e fruibile, è disponibile a questo indirizzo.

Composizione del mercato
Le piattaforme di crowdfunding attive al 21 ottobre 2015 sono 69, con una crescita del 68% rispetto al 2014. Altre 13 sono in fase di lancio.
All’indagine hanno risposto 51 piattaforme (il 62% del totale), delle quali 40 sono attive (il 57% delle attive mappate) e 11 sono in fase di lancio (l’85% delle piattaforme in fase di lancio mappate).
Le piattaforme crescono per differenziazione, non per imitazione.
Appena il 12% delle piattaforme si rivolge a un mercato estero (europeo, 8% o extra-europeo, 4%) fatto di privati (82%), poi Associazioni (74%) ed aziende (67%); distaccata la Pa (49%).

Sedi e lavoro
crowdfunding italiaA livello geografico, la maggior parte delle piattaforme di crowdfunding è a Milano, sede legale di 16 piattaforme e sede operativa di 18. Il Settentrione raccoglie 26 sedi legali e 33 operative, il Centro 7 e 9, il Sud 5 sedi legali e 3 sedi operative. La forma giuridica prevalente è l’Srl (21), poi si contano 7 Spa, 7 Startup innovative e 5 di varia natura.
Complessivamente, le piattaforme di crowdfunding italiane intervistate danno lavoro a 249 persone, con una media di 5,7 lavoratori per piattaforma.
Mediamente, all’interno delle piattaforme lavorano 1,5 dipendenti, 2,1 collaboratori stabili e 2,1 collaboratori occasionali.

 

Campagne: modelli e tipologie
Centomila (100.924) i progetti presentati (+108% da maggio 2014), 21 mila (21.384) pubblicati (+67% da maggio 2014) e circa 7 mila quelli finanziati, con un tasso di successo del 30% (era del 37% nel 2014, ma su numeri inferiori).
Prevalgono le campagne creative e culturali (37%) e sociali (34%), mentre quelle imprenditoriali si fermano al 20%. Per il 2016 le piattaforme prevedono una crescita delle piattaforme imprenditoriali, civiche e immobiliari.
La stima per il 2016 mostra una diminuzione dei progetti di tipo creativo e culturale (dal 37 al 34%) e sociale (dal 34 al 27%) e un aumento previsto delle campagne imprenditoriali (dal 20 al 26%), civiche (dal 6 al 9%) e immobiliari (dal 2 al 5%).
Per quanto riguarda i canali di revenue, la maggior parte (il 78%) delle piattaforme intervistate utilizza la percentuale del transato. Il 69% delle piattaforme intervistate offre anche servizi aggiuntivi, mentre il 57% delle piattaforme prevede il monitoraggio dei progetti.

Progetti piccoli, tanti finanziatori
Il valore complessivo dei progetti finanziati attraverso le piattaforme intervistate è pari a quasi 56,8 milioni di euro (+85% rispetto a maggio 2014). Per confronto, in Francia la raccolta è stata di 130 M€ in appena sei mesi.
Il 91% delle campagne finanziate, quindi circa 6.300 progetti, è nella fascia tra 1.000 e 10.000 euro. Fra i finanziatori, quelli “seriali” (che hanno finanziato più di un progetto) rappresentano mediamente il 30%. Le piattaforme attive intervistate hanno raccolto 857.331 donatori/finanziatori, per cui il totale delle donazioni ha superato il milione e centomila: suddivise nei circa 7 mila progetti viene una media di circa 160 donazioni/finanziamenti.

crowdfunding finanziamenti

 

Nuove regole, ma coordinate
Ma tutto sta per cambiare. Il 30 ottobre la Sec ha approvato il Title III del Jobs Act, che apre agli investitori non accreditati, di fatto abilitando la vera crowd. “L’attivazione sarà fatta a cavallo del nuovo anno”, spiega Claudio Bedino, Ceo di Starteed, la piattaforma di crowdfunding (anche white label) che ha co-finanziato lo studio. Si spera che il Title III spinga l’uniformazione a livello europeo. “Ma in Italia qualcosa cambierà solo se sarà aperto un mercato secondario delle start-up”, conclude Claudio, “dove allocare piccole porzioni di società per rendere liquido un mercato altrimenti bloccato”.

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