Windows open: una scelta per lo sviluppo

Pronta replica di Microsoft ai rilievi provenienti dal fronte open source. La fa il responsabile marketing italiano, Carlo Iantorno.

Non tarda ad arrivare in redazione la replica di Microsoft ai rilievi mossi ieri da Giacomo Cosenza, esponente del panorama open source italiano all’operazione di apertura del codice di Windows Server.


La fa Carlo Iantorno, Corporate Marketing di Microsoft Italia, secondo il quale «la decisione di Microsoft di rilasciare in licenza i sorgenti di Windows Server è un’ulteriore, importante risposta alla richiesta della Commissione Europea di rendere disponibili strumenti per consentire agli sviluppatori di produrre applicazioni che siano interoperabili con i protocolli di Microsoft. Prima di questa offerta, avevamo messo a disposizione migliaia di pagine di documentazione e centinaia di ore di supporto per coloro che intendevano sviluppare applicazioni cooperanti con i nostri sistemi. Con questo passo siamo sicuramente andati oltre la richiesta originale».


Iantorno vuol fare anche un po’ di storia di Microsoft, per giustificare il senso dell’operazione in questione.


«Microsoft ha mostrato negli anni di avere grande rispetto e apprezzamento per le società che producono valore aggiunto sulle nostre tecnologie, sia nel comparto software che in quello hardware e dei servizi. In Italia, abbiamo più di 24mila società che realizzano o commercializzano prodotti che usano o sono interoperabili con la nostra piattaforma. Nel loro settore del software, il valore aggiunto prodotto da queste società è più di 5 volte il fatturato della stessa Microsoft in Italia. Con le licenze introdotte nel 2005 nell’ambito del Workgroup Server Protocol Program, abbiamo lanciato un programma flessibile per mettere in condizione tutti coloro che sviluppano tecnologie interoperabili con Windows di velocizzare e semplificare i propri sviluppi, accedendo alla descrizione dei protocolli di comunicazione. Questo programma include anche modalità per gli stessi sviluppatori in area open source, che possono incorporare queste logiche nelle loro applicazioni. La disponibilità dei codici sorgenti rafforza questi obiettivi».


Quindi, come tutto questo spiega la decisone di aprire alla visione parte del codice di Windows Server?


«I nostri recenti provvedimenti – dice Iantorno – sono unicamente finalizzati a facilitare nel modo più efficace possibile gli sviluppatori di applicazioni di rete e nulla hanno a che vedere con gli altri sforzi, mirati a proteggere la proprietà intellettuale. Continuiamo naturalmente a essere fieri sostenitori del modello commerciale del software. I contenuti digitali, le applicazioni e i sistemi informatici sono il cuore dello sviluppo economico dei prossimi decenni. Svalutare il lavoro delle decine di migliaia di sviluppatori nel nostro Paese a semplice attività hobbistica sarebbe estremamente grave. La nostra società ha bisogno di grandi professionalità per affrontare le sfide che ci stanno davanti. Per questo continueremo, insieme con le altre società di software, a sostenere il valore della produzione intellettuale e a proteggerne la proprietà».

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