Wi-Fi a rischio di invecchiamento precoce

Le attuali limitazioni della tecnologia wireless e le modifiche che i costruttori hanno già apportato potrebbero rendere presto obsoleti diversi prodotti oggi disponibili sul mercato. Una volta ancora, è la sicurezza la principale fonte di preoccupazioni.

3 marzo 2003 Per quanto ancora giovane, il Wi-Fi da già l’impressione di essere una tecnologia adulta e pronta a invadere luoghi pubblici e aziende. Allo stesso tempo, però, in qualche caso già rischia l’obsolescenza. Ancora in debito di prestazioni soddisfacenti per le aziende, questo “standard” potrebbe, in effetti, frammentarsi e rendere desueti alcuni dei prodotti oggi disponibili. Wi-Fi è già più di un nome: è una vera e propria certificazione. Dipendendo dalla Wi-Fi Alliance, esso è associato a oltre 600 prodotti basati su protocolli 802.11b e a. Tuttavia, diversi costruttori lo giudicano insufficiente e vi aggiungono propri sviluppi, per tentare di donare a Wi-Fi una sembianza più professionale. Cisco, ad esempio, conta presto di implementare sui propri prodotti wireless il “fast roaming”, che permetterà di passare molti più rapidamente da un punto di connessione Wi-Fi a un altro e agevolerà l’uso di applicazioni di telefonia su Ip.


Il vero punto critico, comunque, risulta essere ancora la sicurezza. Su una rete wireless, il Wi-Fi oggi fa leva sul protocollo Wep (Wired Equivalent Privacy), che diversi esperti giudicano troppo leggero. Nel corso dell’anno, la Wi-Fi Alliance dovrebbe, dunque, proporre un nuovo protocollo di criptatura, chiamato Wpa (Wi-Fi Protected Access). All’inizio del 2004, inoltre, una nuova declinazione che risponde al nome di 802.11i dovrebbe rafforzare la “blindatura” del Wi-Fi. Per aziende come la stessa Cisco, Symbol o Proxim, tuttavia, sembra già troppo tardi, tant’è che ognuna di esse propone già versioni proprietarie di questi futuri standard di sicurezza. La conseguenza, ovviamente, è una certa difficoltà di interoperabilità. Una rete a base di schede d’accesso e dispositivi realizzati da un medesimo costruttore, infatti, sarà senz’altro sicura, ma, qualora occorresse interagire con prodotti di un altro vendor, diverse funzionalità avanzate non saranno più disponibili, abbassando così il livello di sicurezza del Wi-Fi delle imprese a quello dei singoli individui.


La risposta di Cisco a questo problema si chiama Ccx, che sta per Cisco Compatible Extensions. Si tratta di una certificazione proprietaria, che promette la compatibilità fra strumenti Ccx di altri costruttori e certe estensioni di Cisco, in particolare nel settore della sicurezza. L’azienda sta già preparando una versione 2, che includerà altre estensioni. Allo stesso tempo, è stata annunciata una lista di partner per questo programma, nel quale però non rientrano, com’è prevedibile, i principali concorrenti. Non è da Ccx, dunque, che presumibilmente avremo un Wi-Fi standard.


Gli analisti del Giga Group, comunque, consigliano l’utilizzo degli sviluppi proprietari. Ai loro occhi, infatti, il Wep è terribilmente insufficiente e l’implementazione del Wpa non si giustifica che per quelle aziende che devono basare la propria sicurezza su Wep. E anche qui non ci sarebbe garanzia di sicurezza, poiché Giga Group giudica Wpa particolarmente vulnerabile ad attacchi di tipo “denial of service” (tra i più comuni). Questo protocollo, inoltre, potrebbe incidere negativamente sulle performance di una rete Wi-Fi, specie se le schede non effettuano la cifratura nell’hardware. Il consiglio del consulente è di attendere la certificazione 802.11i, che dovrebbe effettivamente permettere di disporre di reti Wi-Fi sicure e basate su un vero standard.


Il fatto è che l’onda Wi-Fi non è tanto semplice da fermare. Secondo il Clusit, per esempio, come già successe con i modem fantasma agli albori di Internet, si potrebbe assistere allo sviluppo di piccole reti Wi-Fi quasi clandestine nelle imprese. Inoltre, c’è il pericolo delle attivazioni indotte, visto che un numero crescente di prodotti dispone di risorse Wi-Fi che possono essere attivate senza che gli utenti nemmeno lo sappiano. In questa fase ancora transitoria, alle imprese è richiesta soprattutto una certa attenzione. Se si va nella direzione del Wi-Fi, allora occorre curarsi di attivare il Wep, che, malgrado le debolezze già evidenziate, è comunque difficile da oltrepassare almeno per gli hacker comuni. Così, si ha il tempo di scegliere la tecnologia migliore.

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