Vodafone: bene l’Italia ma profondo rosso per la corporation

Piani di potenziamento in vista, soprattutto con un forte focus sulla convergenza fisso-mobile.

Un anno nel quale si comincia a sentire forte il peso dei servizi di terza
generazione.
Questa è la definizione che Pietro Guindani, amministratore
delegato di Vodafone Italia, ha scelto per l’esercizio fiscale 2006, chiuso il
31 marzo scorso.
Un anno nel corso del quale la società, in Italia, ha messo
a segno un incremento del 6,9% nel numero dei clienti, che hanno toccato quota
24.056.000.
Crescono del 2% i ricavi totali, che toccano 8.324 milioni di
euro, mentre la crescita dei ricavi da servizi e’ del 5,2%, sostenuta
principalmente dalla crescita dei ricavi da dati e multimedia.


Importante la crescita di telefoni e le connect card Umts, passati, nel
giro di un anno, da 665.000 a 2.928.000.
I ricavi da traffico voce hanno
registrato una crescita del 3,2% attestandosi a 6.624 milioni di euro.


Positivo l’andamento dei ricavi da dati e multimedia aumentati
complessivamente del 16,5% a 1.332 milioni di euro. I ricavi da messaggistica
crescono del 12,9% a 1.145 milioni di euro. I ricavi dati esclusa la
messaggistica registrano un +45.2% grazie ai servizi Umts, alla crescita dei
clienti Vodafone live! a quota 5.330.000 e all’incremento dell’utilizzo delle
Vodafone Mobile Connect Card.

Considerando gli effetti straordinari
dell’aumento dei costi per l’utilizzo del marchio Vodafone e della riduzione
delle tariffe di interconnessione, l’Ebitda è rimasto sostanzialmente stabile
attestandosi a 4.334 milioni di euro. L’EbitT (utile prima degli oneri
finanziari e tasse) è diminuito dell’1,3% attestandosi a 3.197 milioni di euro.

Infine l’Arpu (ricavo medio mensile per cliente) a livello organico e’
stabile a 29,5 euro nel periodo fino al 31 marzo 2006


Se dunque per l’Italia l’esercizio si chiude con dati sostanzialmente
positivi, altrettanto non si può dire per la corporation.
Un allarmato
Finacial Times parla di rosso record e delle peridte più forti mai registrate da
una società europea.
L’anno si è infatti concluso con una perdita ante-tasse
di 14,85 miliardi di sterline (raddoppiate rispetto allo scorso esercizio) su un
fatturato in crescita del 10% a 29,35 miliardi di sterline.

Il chief
executive della società Arun Sarin ha giustificato le performance negative sia
con problemi legati alle crescenti pressioni su prezzi e tariffe, sia con gli
investimenti necessari a sostenere i piani di espasnione del gruppo.

Nondimeno ha annunciato un piano di riorganizzazione e potenziamento,
focalizzato in gran parte sullo sviluppo della convergenza
fisso-mobile.

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