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Vodafone, il 5G abilita il futuro dell’IoT e crea grandi opportunità

Vodafone è sempre in prima linea per quanto riguarda 5G e IoT. Non a caso ha investito una cifra importante nell’asta per le frequenze.

Nel contesto dell’evento Vodafone 5g Healthcare, di cui trovate un dettagliato resoconto nel nostro articolo su 01health, i manager della società inglese hanno ampiamente affrontato il tema delle possibilità offerte dalle reti di nuova generazione per il settore e-health.

Le reti 5G sono un vero abilitatore di idee, professionalità nuove e fonte di opportunità di business. Per questo Vodafone ha investito oltre 90 milioni di euro nei casi d’uso nella città di Milano, “capitale europea del 5G”. Come sottolineato da Sabrina Baggioni, 5G Program Director di Vodafone Italia, l’operatore britannico ha anche avviato un programma (finanziato con 10 milioni di euro) per accompagnare start-up e aziende nel percorso della trasformazione digitale, in particolare nell’ottica del 5G e dell’IoT.

Come ha ricordato il CEO di Vodafone Italia, Aldo Bisio, la rete 5G è la prima a essere stata studiata per abilitare non tanto comunicazione fra le persone, quanto, e soprattutto, l’internet delle cose, destinato a raggiungere e superare i 50 miliardi di device entro il 2025. Facile immaginare le ricadute sui più disparati mercati, primo fra tutti il manifatturiero. Aumento di produttività, riduzione di costi grazie a manutenzione predittiva ed edge data center sono solo una parte dei vantaggi portati in dote dalla banda ultra larga e dalla bassa latenza promessa dalle nuove reti, quantomeno in un orizzonte di medio termine.

Bisio ha indicato un mercato tutt’altro che di nicchia: quello dei gamer. Sono milioni, in Italia, gli appassionati di videogiochi. Lo stesso CEO, sorridendo, ha ammesso di giocare saltuariamente a FIFA 2020. Avere un ping (o latenza) particolarmente basso e costante offre un’esperienza di gioco di livello superiore, ed è facile immaginare che non saranno affatto poche le persone che si affretteranno a dotarsi di questo tipo di connettività.

A titolo di confronto, una ADSL nella migliore delle ipotesi fatica a scendere sotto i 30 millisecondi di latenza, laddove il 5G è atteso in un ordine di grandezza inferiore ai 10.

Sia Bisio sia il Rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta si sono soffermati su un annoso tema: lo skill shortage. Se da un lato il 5G (continua Bisio) produrrà un benefico effetto sul PIL italiano, facendolo crescere fino allo 0,4%, dall’altro metterà ancor più in evidenza i limiti del nostro Paese.

Manca un numero impressionante di risorse qualificate e il fenomeno della “fuga dei cervelli” sarà particolarmente grave negli anni a venire. Tutti i più grandi atenei al mondo, che si tratti del MIT o di Harvard, hanno da tempo avviato una rimodulazione dei percorsi di laurea per meglio rispondere alle esigenze del mercato. Tuttavia, i risultati non si vedranno se non fra molti anni. Nel frattempo, la disoccupazione giovanile nell’Unione Europea viaggia intorno al 15,6%, quella italiana supera senza problemi il 30%: segno evidente di una pericolosa frattura fra le competenze acquisite e le reali esigenze del mercato del lavoro.

Trend competenze
Il trend delle competenze negli atenei

 

 

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