Video analogico e video digitale

maggio 2003 La maggior parte dei dispositivi di registrazione/riproduzione come il videoregistratore VHS di casa sono dispositivi detti analogici. Ciò significa che le varie sequenze di immagini sono convertite in segnali elettrici e poi memorizzate su …

maggio 2003 La maggior parte dei dispositivi di registrazione/riproduzione
come il videoregistratore VHS di casa sono dispositivi detti analogici.
Ciò significa che le varie sequenze di immagini sono convertite in segnali
elettrici e poi memorizzate sul nastro magnetico della videocassetta.
Il vantaggio è il basso costo della procedura, lo svantaggio
è una perdita qualitativa susseguente alla registrazione
e soprattutto a seguito della rielaborazione del filmato. Se per esempio da un
film volessimo eliminare la pubblicità, paradossalmente la cosa migliore
sarebbe prendere le forbici e tagliare il nastro della videocassetta nei punti
giusti e quindi ricomporlo con nastro adesivo. Difatti questo è l’unico
modo per non perdere qualità. Passando infatti il film su un altro videoregistratore
tramite cavo Scart riusciremmo a togliere gli spot, ma avremo perso una parte
della qualità del video originale che sulla seconda cassetta sarà
più sfocato, avrà più drop-out (punti neri
e sporco che compaiono sulle vecchie pellicole).
Alla seconda elaborazione video il prodotto sarà ancora più scadente.
Questo accade per via delle dispersioni di segnale nei vari cavi di collegamento,
per la non perfetta resa dei nastri della cassetta, per la dispersione magnetica
della testina e così via.

Il formato analogico più diffuso al mondo è senza dubbio il VHS
(Video Home System): è lo standard di costruzione delle comuni videocassette
con risoluzione di 280 linee. Il SuperVHS migliora la risoluzione
dell’immagine a 400 linee ma è poco diffuso così come i
formati Video 8 e Video 8Hi di Sony. Dal lato
professionale abbiamo invece il formato Betacam ancora usato per diverse produzioni
televisive broadcast.

Nel video digitale invece l’immagine reale viene convertita in base alle
sue componenti di luminosità e colore (Luma e Chroma)
in una serie di bit (numeri 0 e 1), questi bit vengono quindi registrati producendo
un file di dati su un hard disk, un CD, un DVD o un qualsiasi altro supporto
dati.
Il processo è detto digitalizzazione e avviene prendendo
il film da una videocamera o da una scheda di acquisizione e convertendolo tramite
un programma encoder nel file di dati. Questo file di dati potrà poi
essere letto da un decoder che si occuperà di decodificare il file e
riconvertire i bit in immagini.

Il vantaggio del digitale sta quindi in una perdita qualitativa pari a zero
sia nella registrazione e, soprattutto, nella successiva rielaborazione del
film. Tale rielaborazione avverrà infatti via software senza nessun degrado
qualitativo in quanto il software per l’elaborazione video, come può
essere ad esempio Premiere o Virtual Dub,
può tagliare o modificare le varie parti del film (per esempio la pubblicità)
operando la rimozione e la ricomposizione di una semplice serie di numeri. Il
video digitale inoltre, essendo un comune file di dati, ha il vantaggio di poter
essere trasmesso attraverso linee dedicate come quelle esistenti tra le stazioni
televisive via satellite oppure attraverso il Web usando una banda larga di
connessione (ISDN, ADSL).

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