Home Digitale Vem Sistemi: RPA, IA e cloud, la catena vincente del 2022

Vem Sistemi: RPA, IA e cloud, la catena vincente del 2022

L’intervista a Marco Bubani di Vem Sistemi.
A distanza di un anno dal varo a livello europeo del recovery plan, che in Italia ha portato al PNRR, 01net realizza un’inchiesta, basata su un ciclo di interviste con le principali società che operano in Italia nell’ICT sulla loro strategia per la digitalizzazione delle aziende italiane nel 2022.
Parliamo con loro di quattro temi cardine della trasformazione digitale: resilienza, cybersecurity, cloud, sostenibilità ambientale e sociale e le risposte consentono di costruire la mappa di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
E c’è un tema in più, il quinto: con spirito consulenziale, chiediamo di fornire agli imprenditori italiani un’idea in più, capace di produrre valore immediato sul piano dell’efficienza e della competitività.

Per Vem Sistemi ci ha risposto il Direttore innovazione, e AD di mydev, Marco Bubani.

Un anno dopo il Recovery Plan, a che punto siamo con la reale trasformazione del Paese: con quali soluzioni, competenze e servizi partecipate alle missioni del PNRR che coinvolgono il digitale?

Il core business del gruppo Vem sono le infrastrutture digitali: Reti, Data Center, CyberSecurity, sistemi di Collaboration. I quasi 50 miliardi destinati dal PNRR a Digitalizzazione, Innovazione Competitività, Cultura e Turismo che incidono per circa il 20% del valore complessivo del piano, saranno dedicati proprio al potenziamento di queste infrastrutture. Certamente molti investimenti saranno destinati alla modernizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione del sistema paese ma ci attendiamo anche importati ricadute a sostegno della digitalizzazione delle imprese, soprattutto le PMI, area sulla quale il gruppo è focalizzato. Sono previste inoltre misure di potenziamento del programma di Transizione 4.0 che incentivano progetti innovativi di efficientamento dei processi produttivi, sfruttando abilitatori digitali come intelligenza artificiale, Intenet delle cose, cloud, blockchain eccetera. Su queste direttrici il team di innovazione del gruppo sta investendo per individuare soluzioni o piattaforme che possano supportare un determinato verticale di mercato. Oggi siamo impegnati in progetti legati al farming di precisione, al supporto del workplace management, al monitoraggio delle infrastrutture ICT ed alla cyber security in ambienti critici e produttivi. Un’altra importante considerazione da fare è che le tecnologie digitali oggi sono pervasive e trasversali. Per questi motivi ci attendiamo ulteriori ricadute anche da altri capitoli del PNRR come per esempio quello relativo alla Rivoluzione e Transizione Ecologica. Per esempio per incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, la raccolta dati dalla rete e la loro trasformazione in informazioni utili sarà di fondamentale importanza.

Il 2021 è stato l’anno in cui il tema della cybersecurity è atterrato in tutte le imprese. Quali prospettive concrete vi siete dati per il 2022?

Siamo da sempre particolarmente attivi e sensibili al tema della cybersecurity. Vem Sistemi ha adottato da oltre 10 anni un approccio organico alla sicurezza, prima specializzando team di tipo consulenziale e tecnologico che si occupassero di quelle fasi definite di assessment e prevenzione. Dall’analisi del rischio cyber alla realizzazione di infrastrutture tecnologiche volte a prevenire situazioni critiche. Nel 2013 poi, in anticipo rispetto al mercato, abbiamo fondato Certego, società focalizzata su altre due aree che si sono rivelate poi di fondamentale importanza per contrastare l’evolversi delle minacce informatiche e le organizzazioni dedite al cyber crime. Le fasi di Detection e Response. In sostanza, le soluzioni di prevenzione che dobbiamo mettere in campo per proteggere i nostri asset intangibili non sono più sufficienti. È necessario dotarsi di servizi che siano un mix di tecnologia e competenze, in grado di rilevare la presenza di attività anomale e di bloccarle prima che queste provochino impatti. Nel 2022 investiremo per potenziare tutte le aree della cybersecurity. Per esempio i nostri clienti sono sempre più internazionali e richiedono coperture del servizio h24 per cui avremo security analyst distribuiti sui vari fusi orari del globo. Stiamo lavorando per aumentare il grado di automazioni delle tattiche di risposta agli attacchi. Pensiamo che tecniche come AI e ML possano supportare maggiormente gli analisti di security nell’individuare situazioni anomale. Vogliamo verticalizzare i servizi anche in ambienti particolari come quello della fabbrica o delle infrastrutture critiche.

Componente fondamentale della trasformazione digitale è il cloud. Quali sono le scelte che dovranno compiere le aziende italiane nel 2022?

Gli Osservatori del Polimi dedicati al tema del cloud indicano che ormai moltissime aziende italiane hanno già scelto di adottare questo paradigma e quelle che non lo hanno ancora fatto certamente lo hanno in agenda. La crescita di adozione di queste tecnologie supera il 30% anno su anno con un volume che si avvicina ai 4 miliardi. Molte aziende hanno ormai all’interno dei loro piani di investimento il concetto di Cloud First o addirittura di Cloud Only anche se non credo che la trasformazione sarà totale. Lo scenario più probabile è quello di situazioni miste dove i servizi digitali saranno in parte in campo ed in parte in cloud e le soluzioni tecnologiche renderanno questa situazione ibrida sempre più integrata ed automatizzata aprendo a scenari Cloud Neutral dove sarà possibile spostare carichi di lavoro IT dal proprio Data Center a diversi fornitori di servizi cloud in modo dinamico. In questo contesto, il Data Center delle aziende cambierà. Si ridurrà in termini di dimensioni ma sarà sempre più specializzato nell’ospitare solo i servizi che necessitano prossimità al processo e con un alto grado di efficienza energetica. Le aziende, per gestire queste trasformazioni, dovranno affrontare due tematiche: una culturale che vede l’ICT sempre più vicino a servizi come la fornitura di energia o altre facility con canoni spesso non costanti ma legati ai consumi e quindi non facilmente inseriti a priori nel budget. Ed una tecnica perché reti servizi ed applicazioni sono sempre più distribuite, automatizzate e programmabili per poterne gestire la complessità crescente, diminuire gli errori umani ed aumentarne l’efficienza.

Dopo il Cop26 si è capito che la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oramai riguarda non solo tutti i Paesi ma anche tutte le aziende. Qual è la vostra strategia riguardo questi temi?

Credo che il digitale possa avere un ruolo determinante nel supportare trasformazioni come quella ecologica. Per esempio la capacità di elaborare enormi moli di dati sta aumentando pesantemente e sfruttare questa straordinaria risorsa per concorrere a rendere il pianeta più sostenibile credo possa essere un elemento rilevante ma non certamente l’unico. L’elaborazione dati è un processo molto energivoro. Progettare data center energeticamente efficienti concorre agli obiettivi di sostenibilità. Dai data center, la tecnologia si può mutuare immediatamente all’intero edificio realizzando building la cui automazione, grazie al digitale, diventa efficienza. Lavorare a progetti innovativi di trasformazione digitale che tengano conto in ogni aspetto dell’efficientamento delle risorse è un altro elemento che concorre all’obiettivo comune che abbiamo. Infine l’impiego di sistemi di collaborazione che riducano spostamenti inutili può avere un impatto molto positivo sulle emissioni. Insomma. Il digitale, in quanto tecnologia di supporto a tutte le altre, ha sempre un ruolo importante per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo, anche e soprattutto quello ecologico.

L’idea ICT del 2022 di Vem Sistemi

Se doveste proporre un unico investimento (prodotto, soluzione, metodologia) a un’azienda italiana, una scelta capace di produrre da subito un beneficio a livello di efficienza e competitività, su cosa verterebbe il vostro consiglio?

Me ne vengono in mente almeno tre: cloud, intelligenza artificiale e RPA (Robotic Process Automation). Naturalmente queste soluzioni non sono mai indipendenti le une dalle altre. La RPA ha a bordo molta intelligenza artificiale per poter emulare processi complessi. L’intelligenza artificiale a sua volta ha bisogno del cloud per creare rapidamente ambienti in grado stoccare enormi moli di dati oppure di scalare automaticamente in termini di capacità di raccolta dati.

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